James STEWART prigioniero d'amore

STEWART STEWART prigioniero d'amore La triste vecchiaia dell'attore più amato d'America Rabbioso e depresso vive segregato e rifiuta il mondo NEW YORK. Non è proprio ai livelli di Howard Hughes, il magnate che visse gli ultimi anni segregato in una stanza sterilizzata per paura di essere contaminato dal mondo, ma poco ci manca. James Stewart da qualche tempo se ne sta chiuso nella sua abitazione nei pressi di Los Angeles e non vuol vedere nessuno. La sua è una grande casa, m? lui usa praticamente solo la propria stanza da letto. La vecchia «tata» irlandese l'unica persona che ha con lui un contatto quotidiano, gli prepara ogni sera la cena e gli organizza la tavola, ma sono rarissime le volte che lui scende a mangiare. L'eroe di tanti film, l'attore che meglio di ogni altro ha impersonato l'americano medio per bene, il preferito di Alfred Hitchcock («La finestra sul cortile», «La donna che visse due volte», «L'uomo che sapeva troppo») e di Frank Capra nel classico «La vita è meravigliosa» che ancora adesso ogni Natale viene trasmesso dozzine di volte dai canali televisivi americani e no, sta insomma vivendo una vecchiaia difficile, in un ostile isolamento dal resto del mondo e in attesa soltanto della morte. Lunedì scorso è stato il suo compleanno, è arrivato a quota 88, ma è stato un giorno tetro e silenzioso come tutti gli altri. I tre figli e i pochi amici che - molto raramente vengono lasciati entrare nella sua casa, sono stati diffidati dall'organizzare qualsiasi festeggiamento. Tutto questo viene raccontato nell'ultimo capitolo della biografia di James Stewart che lo scrittore Don Dewey - dopo averci lavorato quasi due anni - ha appena consegnato alla Turner Books, la casa editrice di Ted Turner. Il libro sta per uscire, ma il «Natio nal Enquirer», il settimanale specializzato nel soddisfare le curio sita sui divi di Hollywood, si è impadronito di questa storia e l'ha pubblicata. A ridurre Ste wart nelle condizioni appena de scritte, dice il suo articolo, è stata la morte della moglie, Gloria, por tata via da un cancro ai polmoni due anni fa. Lui quella morte non l'ha accettata, aggiunge, e cita al cuni amici secondo i quali nell'armadio ci sarebbero ancora ap pesi gli abiti di Gloria. Agli amici l'attore avrebbe confidato che il suo unico desiderio è quello di morire, per ricongiungersi con lei. «Credo che le cose siano un po' più complesse», dice Don Dewey, 11 biografo. Secondo lui il processo di estraneamento in Stewart «era cominciato almeno tre anni prima della morte di Gloria. Nell'ultimo periodo era lei che ogni tanto riusciva a trascinarlo fuori casa e a imporgli un minimo di vita sociale. La sua scomparsa certo ha significato molto per lui, soprattutto perché Gloria era di 12 anni più giovane e lui non aveva mai considerato l'ipotesi che potesse andarsene per prima; ma quella morte gli ha fornito il pretesto per dare libero sfogo alla propria depressione e a quello che chiamerei un profondo desiderio di solitudine». Si spiega in qualche modo? De¬ wey ha parlato con centinaia di persone entrate a vario titolo nell'esistenza dell'attore: con Jane Fonda il cui padre Henry è stato l'amico di Stewart di tutta una vita nonostante le profonde differenze politiche (conservatore senza speranza James, «liberal» entusiasta Henry), con Gregory Peck, con Jack Lemmon, con i figli Michael, Judy e Kelly. Ma una vera risposta non l'ha trovata. «E' paradossale, ma l'unica indicazione ricorrente nei racconti di tutti è che James Stewart abbia deciso a un certo punto di starsene fuori dal mondo per via della sua sordità, che col passar degli anni era andata crescendo. Non sopportava più di trovarsi in un party e di non essere in grado di conversare normalmente perché non sentiva ciò che dicevano gli altri. Naturalmente è troppo poco per spiegare anni di eremitaggio, ma questa è l'unica cosa cui tutti quelli con cui ho parlato hanno fatto riferimento». Ed è anche una cosa che traccia un tortuoso parallelo fra la sua vicenda e quella di Margaret Sullivan, la diva degli Anni 30 che lo lanciò, ne fece una «star» ma non corrispose mai al suo amore. Lei, si racconta, non era molto «difficile» con gli uomini. I suoi flirt erano numerosi, ne ebbe anche uno con Fonda: ma con Stewart no. Con il suo «pupillo» la diva faceva praticamente coppia fissa, tutti li hanno considerati per anni un'entità unica, ma in realtà non hanno mai «consumato». Secondo gli amici più intimi con cui Dewey ha parlato, quella storia è rimasta incisa profondamente nel cuore di Stewart, che pure riempì gli anni successivi di flirt con le donne fra le più desiderate del mondo: Marlene Dietrich, Olivia de Havilland, Kim Novak, Grace Kelly. Ebbene, Margaret. Sullivan morì suicida (si imbottì di barbiturici nel 1960, la notte dell'ultimo dell'anno) proprio per l'impossibilità di combattere la sordità che la stava avviluppando e che la faceva sentire profondamente umiliata. E' possibile che James Stewart aspetti di potersi ritrovare assieme alla moglie Gloria, ma è anche possibile che ora, nelle sue silenziose giornate, si stia ritrovando assieme a quel suo lontano amore. Franco Pantarelli Dice il suo biografo: «Ha un solo desiderio: morire e ricongiungersi all'amata Gloria» A STAMPA ET ca immy Stewart con la moglie Gloria Jimmy Stewart con la moglie Gloria

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