Arte, condanna alla depressione di Carlo Grande
Genio e follia, convegni a Torino Genio e follia, convegni a Torino Arte, condanna alla depressione A TORINO NSIA, depressione, follia: quanto pesano nella personalità dell'artista e nell'opera d'arte? E quanto nelle società sviluppate, che, ridotti i livelli della loro miseria, ora sono costrette a fare i conti con le vittime della psiche? Due convegni internazionali si interrogano a Torino su questi fenomeni sempre più diffusi e in qualche misura insiti nella natura umana. Il primo, curato da Lea Vergine, si intitola «La scena del rischio» e da stamane a sabato alla Galleria d'arte moderna farà discutere di «follia e rassicurazione nelle arti di oggi» intellettuali come Gillo Dorfles, Edoardo Sanguineti e Michelangelo Pistoletto. Il secondo, ((Ansia e depressione come dimensioni dell'esistenza», è una tre giorni organizzata dalla Clinica psichiatrica I dell'UniversitàAl Centro congressi Torino Incontra, venerdì prossimo ci saranno tra gli altri gli psichiatri Luigi Ravizza e Filippo Bogettol'attrice Monica Guerritore e ipittore Ugo Nespolo: parleranno di ansia e depressione non solo come patologie, ma in quanto momenti ispiratori della creatività e dell'espressione artistica. Il mondo, spiega Dorfles, vive uno stato ansioso generalizzato che da un lato sfocia nella depressione (quella che i taumaturghi vogliono curare a base di psicofarmaci) e dall'altro in forme di crudeltà e violenza, che negli ultimi tempi hanno moltriflessi nell'arte. Esistono forme pseudo artistiche che sfruttano elementi sadici e disgustosiun'artista ha fatto vedere l'interno del suo stomaco, un'altraGillo Dorfles le proprie emorroidi. In tutto questo non so proprio quanto ci sia di artistico». La depressione è di moda, aggiunge Dorfles, ma se una volta produceva la Melancolia di Dùrer oggi produce schifezze. Perché l'artista, invece di fare un bel quadro, per attirare l'attenzione punta sulla sgradevolezza. Tutto pur di colpire. Oggi non si sopporta più il bel ritratto, la bella natura morta. Un Morandi costa mezzo miliardo, ma nel gusto collettivo si avverte una specie di nausea per le cose «poco sollecitanti». Avviene lo stesso in campo musicale, da Brahms a Beethoven. Ugo Nespolo concorda sull'esasperato esibizionismo dell'arte contemporanea e invita a non «cadere negli schemi romantici, secondo cui l'artista è genio e sregolatezza, perché la creatività si contrappone alla ra- zionalità. Sono cose non necessariamente incompatibili». Tristezza e depressione, questo è certo, fanno parte della natura umana. Ma nel 1990, spiega Luigi Ravizza, negli Stati Uniti avevano un costo sociale pari a quasi 44 miliardi di dollari. Una persona su cinque, nel mondo, è al confine di un territorio che spesso porta a insonnia, inappetenza, calo della libido, senso di inutilità e manie suicide. Ce n'è abbastanza per rispolverare il vecchio concetto di «alienazione» caro a Erich Fromm, espresso ne I cosiddetti sani. Patologia della normalità, da poco ripubblicato da Mondadori: «Oggi viviamo nell'abbondanza, ma viviamo senza gioia e serenità, e siamo schiavi dell'abbondanza che noi stessi abbiamo creato». Carlo Grande Gillo Dorfles
Luoghi citati: Stati Uniti, Torino
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