Parigi censura Fior di Maria

Parigi censura Fior di Maria Genitori contro lo Stato Civile: vogliono chiamare la figlia come l'eroina di un romanzo di Sue Parigi censura Fior di Maria Aldegonda sì, Gavrocheno: i misteri dell'onomastica PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Fior di Maria ha 13 anni, un viso sbarazzino e le passioni che attraggono le sue coetanee: musica, ragazzi, sport. Ma per l'anagrafe francese non esiste. O meglio, si chiama Armine. Da quando era in fasce, i genitori pugnano con l'anagrafe per legittimarla quale Fleur de Marie. La devozione mariana non c'entra. E' l'omonima eroina che Eugène Sue immortalò nel suo romanzo cult ottocentesco «I misteri di Parigi». Lo Stato Civile non gradisce, però, l'onomastica letteraria. Così, malgrado l'appellativo profumi di charme, lo si può impiegare - per ora - solo nell'ambito familiare e tra gli amici. Papà Gerard, tuttavia, non si rassegna. Tre istanze giudiziarie francesi - inclusa la Cassazione - gli danno torto? Poco male. Lui s'appella a Strasburgo. Il Tribunale europeo per i diritti umani dovrebbe pronunciarsi in settembre. Parigi li viola davvero, impedendo un battesimo laico da romanzo? Sì, affermano babbo e mamma Guillot. La questione non è peregri¬ na. La legge in vigore all'epoca ingiungeva che i nomi propri trovassero riscontro sul calendario liturgico o «nelle vicende antiche». Via libera per Nabucodònosor, Farailde, Aldegonda o Scolastica. Con immaginabile esultanza dei fortunati destinatari. Ma già Gavroche il baby-eroe di Victor Hugo incoccia nel vade retro. Come aggirarlo? Per tradizione, il diritto consuetudinario integra quello positivo, l'abitudine il codice. E i pubblici ufficiali non ignorano quel piccolo margine discrezionale in loro potere. Conseguenza: mentre a Neuilly - lussuosa banlieue parigina - il funzionario-cerbero respingeva monsieur e madame Guillot bocciando la loro rèverie novellistica, un suo collega savoiardo autorizzò una Maria delle Nevi. L'allusione religiosa sarà parsa meno shocking. Ma, sul piano giuridico, dare alla figlia una denominazione da santuario è ugualmente riprovevole. I coniugi Guillot, quindi, insorsero. E provarono a far valere gli atout in loro possesso. La madre si chiama Maria. E la famigliola vive a Montmartre, ove Sue ambientò il suo capolavoro. Nulla da fare. In primo grado il giudice propose una mediazione salomonica. Lasciare «Fleur» e «Marie», sopprimendo il «de» che «favorisce amalgami». Macché. Lesa letteratura. Il parentado rifiutò l'ipotesi conciliatoria. E la guerra riprese. Peraltro, il duello sembrerebbe ormai arridere a Davide e condannare Golia. Ribaltando i pronostici, la Corte strasburghese dichiara «recepibile» l'eccezione. E si accinge a processare la Francia. Nel frattempo, Parigi ha modificato le disposizioni emesse 1*11 Germinale dell'anno XI - due secoli fa, in piena epoca rivoluzionaria - temperandole con il pragmatismo Anni 90. Le anagrafi sono tenute a rispettare le decisioni parentali senza più consultare alcun martirologio cristiano (ne farebbero le spese, fra gli altri, i bimbi ebrei o islamici) e tentomeno manuali storici. Ma ove sorga il dubbio che la formula nuoccia agli interessi del bambino, previa segnalazione amministrativa 1'«affaire» passa al procuratore. Per quanto riguarda i casi letterario-onomastici, la normativa rimane nondimeno ambigua. Sarà possibile, un giorno, trovare sull'elenco te¬ lefonico Maigret Dupont? Nulla è men certo. Nell'attesa, l'impari certame che Fleur de Marie ingaggia con l'Amministrazione transalpina commuove. Paese che le" Lettere stregano da secoli, la Francia non ha da rallegrarsi troppo dinanzi allo scandalo. Un po' di esprit antiburocratico gioverebbe. Senza dimenticare che la nostra ragazza è a modo suo patriottica. Come, più di Marianne. Francesissima. E se fosse il kitsch patrio (il libro invecchia maluccio, feuilleton polveroso se non caricaturale) che turba i censori? Ma alternative alla Lolita - malgrado nessuno discuta il valore di Nabokov - parrebbero non meno sconsigliabili. Enrico Benedetto Appello a Strasburgo al Tribunale per i diritti umani

Persone citate: Enrico Benedetto, Fior, Golia, Nabokov, Victor Hugo

Luoghi citati: Francia, Marianne, Parigi, Strasburgo