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Trovati 6 scheletri in una grotta Incaprettata una delle vittime Un cimitero della mafia Trovati 6 scheletri in una grotta Incaprettata una delle vittime PALERMO. Mentre rimbalzano ancora sui giornali le atrocità di Giovanni Brusca, la cronaca siciliana si appropria di un altro misfatto. Resti umani (potrebbero essere addirittura scheletri di sei persone) sono stati trovati in un anfratto in una zona collinare di Carini, un paese a 25 chilometri da Palermo. La scoperta è stata fatta da un gruppo speleologico dei vigili del fuoco del capoluogo isolano impegnati in una esercitazione. Dopo lo sconcerto, l'allarme immediato ai carabinieri, che sono intervenuti con elicotteri e con un nucleo rocciatori. Gli investigatori non escludono l'ipotesi di un «cimitero» di «Cosa nostra», considerato che il comprensorio è ritenuto ad alta densità mafiosa. Il territorio dove è stata localizzata questa impietosa sepoltura era un tempo sotto l'egemonia del vecchio patriarca Tano Badalamenti, originario della vicina Cinisi, detronizzato nel sangue dai corleonesi, ades¬ so in galera negli Stati Uniti. Un'area per altro non lontana da San Giuseppe Jato, feudo dei Brusca, che di morti ammazzati ne hanno parecchi sulla coscienza. Gli scheletri sono stati individuati in una fenditura cui si accede da un cunicolo lungo circa 50 metri, in una altura di contrada Landini, raggiungibile a piedi dopo tre ore di marcia. Un carabiniere, che non senza difficoltà è riuscito ad ispezionare l'angusto corridoio naturale, ha riferito di aver visto alcuni dei resti umani con ancora tracce di indumenti e scarpe di recente fattura. Uno degli scheletri potrebbe appartenere ad una persona che sarebbe stata uccisa con il metodo dell'incaprettamento, mentre su un teschio è stato rilevato un foro attribuibile ad un colpo di arma da fuoco. I militari, che hanno filmato questo tunnel dell'orrore, hanno recuperato anche due collanine d'oro. Le operazioni sono state sospese all'imbrunire. lg. m.]