«A Kirch la mia quota Telepiù» di S. Mar.
«Silvio sa che siamo nei guai» «A Kirch la mia quota Telepiù» Della Valle al processo Berlusconi spiega il passaggio al gruppo tedesco MILANO. Pubblico ministero, Francesco Greco: Lei possiede quote di Telepiù? Renato Della Valle: «Possiedo il 23,4%, anche se adesso ho venduto la mia quota al gruppo Kirch; il contratto sarà onorato al più presto». Comincia così, con la notizia del passaggio al gruppo tedesco, la deposizione dell'immobiliarista al processo Berlusconi. Della Valle viene sentito come indagato in reato connesso: alla vigilia del processo era stato dallo stesso Greco nella veste, appunto, di accusato per il falso in bilancio Fininvest. Ascoltato sulla questione Telepiù, oggetto anche ieri del suo interrogatorio in aula. Che riprende con un'altra domanda del pm: Tale quota che investimento ha comportato? Della Valle: 228 miliardi. Pm: E questi soldi dove li ha presi? Della Valle: Posso spiegare partendo dall'inizio, anche quello che le ho già detto? Pm: Dica, dica. Della Valle: Nel '90 Silvio Berlusconi, anche in relazione alla legge Mammì, mi chiese di investire in Telepiù. Io pensavo di acquisire il 30-40 per cento e cercai altri soci. Chiesi a Rai, Rizzoli, Fiat, Telemontecarlo; nessuno accettò e così acquistai il 10 per cento. Poi arrivai al 28 e infine scesi al 23. Pm: Quanto le costò? Della Valle: 28 miliardi; 12 erano miei, gli altri finanziamento di due banche, la Compagnie Monegasque e la Bayerische. Pm: Poi cosa avvenne? Della Valle: Fra il '91 e il '92, con gli aumenti di capitale, mi resi conto che quell'investimento era superiore alle mie forze. Avevo già avuto contatti con il gruppo Kirch; mi rivolsi a Jan Mojto (uomo del gruppo, ndr) che promise i finanziamenti. Poi si arriva al diritto di opzione: il gruppo Kirch si impegna a comperare la quota purché non scenda sotto il 20%. Pm: Parlò a qualcun altro delle sue difficoltà? Della Valle: A Giorgio Vanoni. (Cioè il responsabile del comparto estero della Fininvest, destinatario di due ordini di custodia cautelare, latitante da mesi). Anche Vanoni - dice ancora Della Valle - si dà da fare per fargli avere i finanziamenti, che però l'immobiliarista ritiene arrivino sempre dal gruppo Kirch. Pm: Ma come fa ad esserne sicuro? Della Valle: Per forza. Se io mi rivolgo a qualcuno, gli spiego le mie difficoltà, quello mi dice di andare avanti e i soldi poi arrivano... Penso che vengano proprio da lì, mica mi pongo il problema della provenienza dei finanziamenti. Greco cita una lettera di Vanoni a Mojto, dove il manager Fininvest segnala l'arrivo di denaro per la Bil (la banca lussemburghese, terza finanziatrice di Della Valle): Lei sa qualcosa di questi retroscena? Della Valle: No, assolutamente. Pm: Lei ha già venduto la sua quota in Telepiù? Della Valle: A marzo è stato firmato il contratto. Prevede che il gruppo Kirch rilevi la partecipazione e si accolli i debiti con le banche; cioè, con gli interessi, 250 miliardi. Pm: Chi ha stilato il contratto? Della Valle: L'avvocato Giovanni Acampora. (Cioè il legale detenuto nel carcere di Opera con l'accusa di essere stato il tramite, tra gli eredi Rovelli e alcuni magistrati romani, di una tangente da 67 miliardi). [s. mar.]
Luoghi citati: Opera
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