«Ajax, banda di presuntuosi»

Gioie ed emozioni, affanni e fatiche degli uomini che hanno conquistato | ] Gioie ed emozioni, affanni e fatiche degli uomini che hanno conquistato | ] «Ajax, banda di presuntuosi» Deschamps severo: si credevano troppo bravi ROMA DAL NOSTRO INVIATO La Coppa entra nello spogliatoio della Juventus accompagnata da urla di gioia. Proseguono nello stanzone le scene d'esultanza e di passione osservate per tv e allo stadio. Abbracci a Lippi mentre i giocatori si fanno sommergere da mani esuberanti. E' un coro: «Una vittoria sudata, faticata, meritata. Quando si sbagliano tanti gol, come è capitato a noi, normalmente il calcio ti punisce, te la fa pagare, stavolta è stato onesto. Dieci e lode a Lippi». Fra i giocatori il primo a lasciare gli spogliatoi è Angelo Peruzzi. Da qualche giorno in silenzio stampa. Concede una sola frase, significativa: '<Sono contento, dedico la Coppa ad Andrea Fortunato». Una vittoria che lo ripaga proprio qui a Roma, sul filo di lana dèi rigori (parati, che bravo), di un anno vissuto fra mille difficoltà di carattere fisico. E una vittoria che, con grande sensibilità, decide di dividere con il ricordo di un amico che non c'è più. Alla sua memoria l'anno scorso la Juve aveva dedicato lo scudetto. Questa Coppa è la continuazione di quel trionfo ma il filo che lega i bianconeri al compagno che non c'è più non si spezzerà mai. Campioni d'Europa, dunque. Grande soddisfazione anche per Ravanelli, autore del gol dell'1-0: «In quattro anni di Juve ho ricevuto tanto, ma credo di avere anche dato tanto. E' il coronamento di tanti sacrifici. Devo ringraziare in particolare, in questo momento, il fisioterapista Esposito e il preparatore Ventrone per quanto hanno saputo fare nell'ultimo mese pur di darmi la possibilità di giocare qtii a Roma. Certo, quando Lippi mi ha chiesto di uscire ci sono rimasto male. Mi ha tolto per motivi tattici mi ha detto, non ne sono convinto ma lasciamo perdere. Non è il momento. Il mio futuro è la Juve, il mio presente è un bilancio più che positivo dati i problemi avuti: 22 gol stagionali non sono pochi per uno che, come me, non ha giocato con continuità». Ed ecco Deschamps, secondo centro in Champions League, come Jugovic. Dice il francese: «La prima volta, a Marsiglia, poteva essere stato un caso, adesso è la conferma che non lo era. Abbiamo sofferto, ma sempre dominato, sia sul piano fisico che tecnico. Sì, l'Ajax è più forte di noi ma è stato presuntuoso, dicevano di aver vinto prima ancora di giocare, fingevano di non conoscerci. Mi spiace che per noi questa sia la fine di un ciclo, tanti giocatori se ne andranno. Ma io no, resterò fino al '99. Questa Juve non ha rivali quando sta bene sul piano fisico. Ero sicuro che ce l'avremmo fatta anche se, ai rigori, a volte passa chi non aveva meritato». Vierchowod, campione a 37 anni: «Nel '92 con la Samp persi una finale contro un Barcellona inferiore. Quest'estate ho accettato di venire alla Juve proprio perché mi dava la possibilità di disputare di nuovo la Champions League. E di prendermi la rivincita. E' stata una finale dominata. Abbiamo avuto cinque o sei occasioni limpide. Loro non sono mai stati pericolosi, hanno tirato in porta una sola volta mentre Del Piero anche al 120' poteva darci la vittoria prima dei rigori. Abbiamo impostato la finale puntando al pressing, sapendo che l'Ajax poteva soffrirlo. Li abbiamo costretti sempre a non ragionare, a stare sulla difensiva, a farli sbagliare. Non mi aspettavo il loro calo nel¬ la ripresa. E adesso guardiamo avanti, non so se resterò un altro anno, mi piacerebbe ma gli anni sono passati...». La fresca novità della serata di gioia juventina è stata invece Pessotto. Pensate, una sola volta aveva calciato un rigore, nel trofeo Berlusconi della scorsa estate. «Ma non ho proprio compiuto nulla di eclatante, è di Jugovic la stoccata decisiva. Beh, forse anch'io ho contribuito, come tutti i rigoristi e come Peruzzi che ne ha parati due. Insomma resterà anche la mia impronta su questa Coppa. Volevo attendere che Lippi mi chiedesse se volevo tirare, sentivo di poter segnare, poi ho rotto gli indugi e mi sono proposto. Mi ha guardato un po' sorpreso. E ho segnato il primo gol nella Juve, che bella sensazione». E se ne va con un cimelio, la maglia di Finidi, il peggiore, cancellato proprio da Pessotto. La Juventus è rientrata a notte fonda con un Jumbo appositamente noleggiato dalla società per riportare a casa non solo i giocatori, ma anche le mogli e le fidanzate. Per Conte, colpito duro a una coscia durante la partita, è stato necessario il trasporto sotto l'aereo con una ambulanza, in quanto il giocatore non era in grado di viaggiare sul pullman insieme con i compagni. Franco Badolato LIPPI IL 5° ITALIANO VINCENTE Prima Coppa dei Campioni anche per Lippi. Il mister bianconero è il quinto allenatore italiano arrivato tanto in alto. Prima di lui Nereo Rocco, Arrigo Sacchi (entrambi con due successi al timone del Milan), Giovanni Trapattoni (Juventus) e Capello (Milan). L'Inter, negli Anni 60, ai tempi delle vittorie continentali era guidata da Helenio Herrera. UEFA CHAMPIONS LEAGUE 3 UIFA1992 :: Ss mèi JH L'errore che ha favorito il primo gol: Van Der Sar e Frank De Boer pasticciano e Ravanelli recupererà il pallone, infilando la porta olandese I

Luoghi citati: Barcellona, Europa, Marsiglia, Roma