«Non ho scheletri nell'armadio»

Le vicende giudiziarie alimentano i dissidi. Il Cavaliere non cede: resto il leader Le vicende giudiziarie alimentano i dissidi. Il Cavaliere non cede: resto il leader «Non ho scheletri nell'armadio» Berlusconi al Polo: basta abbaiare alla luna ROMA. Diaspora ò parola forte che probabilmente non si attaglia a quello che sta succedendo dentro Forza Italia. Piuttosto bisognerebbe parlare di un lento «dissanguamento», globulo rosso dopo globulo rosso. Le voci di possibili fughe si intensificano, vere o false che siano si rincorrono nei corridoi di Montecitorio, e solo il fatto che se ne parli, con cognizione di causa o meno, è sintomatico della situazione. In mattinata si diffonde l'indiscrezione di una possibile fuoruscita dell'ex sottosegretario di Berlusconi, Luigi Grillo, e di Carlo Scognamiglio. Una sibillina afférmazione di quest'ultimo sembra avvalorare la tesi: «Non avrò nessun ruolo nel futuro del Polo», dice. E aggiunge: «Gli elettori di destra possono arrivare al massimo al 15 per cento, il grande spazio è al centro». Che significa? Poppino Calderisi, forzitalist dell'ala dura, smentisce la voce di un possibile trasloco di Scognamiglio o Cirillo. Falso allarme? Nessuno abbandonerà il movimento del Cavaliere? Chissà, visto che poi lo stesso Calderisi prosegue così: «Oneste voci non mi risultano proprio, piuttosto bisognerebbe verificare quella analoga che riguarda Silvio Liotta...». Insomma, il quadro non sembra molto confortante. Tanto più se si aggiungono le sortite di alleati come Casini che sollevano dei dubbi sulla leadership di Berlusconi (l'unico ad appoggiare esplicitamente il Cavaliere è Fini, secondo il quale «non bisogna mettere in discussione la coalizione»). E questo spiega la determinazione con cui il numero uno di Forza Italia replica alle critiche: «Se la gente - dice Berlusconi - stesse più zitta, non abbaiasse alla luna, e si mettesse a lavorare e a fare proposte concrete, come sto fa- cendo io, sarebbe meglio. Se certi personaggi si impegnassero nell'organizzazione politica, pensando meno a se stessi e alla proprie delusioni elettorali, invece di fare dichiarazioni, di gridare "al lupo, al lupo", saremmo tutti più felici». Berlusconi contrattacca, ma la situazione nel Polo, e soprattutto dentro Forza Italia, è quella che è. Ci sono le vicissitudini giudiziarie di Previti, le insofferenze di Martino, i pressanti appelli di Ferrara al Cavaliere perché si faccia da parte. A questo punto, però, occorre andare con ordine, perché, di guai, FI ne ha tanti. Innanzitutto c'è il problema del «falco azzurro» e delle inchieste che lo coinvolgono. L'altro ieri, sulle colonne del «Corriere della Sera», Ernesto Galli della Loggia ha chiesto al Cavaliere di prendere le distanze da Previti. E il «bersaglio» dell'articolo replica in questo modo: «Sono io che mi sono allontanato, sono io che ho già fatto un passo indietro». Sull'argomento interviene anche Berlusconi: non ha nulla da aggiungere alle dichiarazioni del «talco azzurro», che secondo lui chiariscono la vicenda, mentre ha da dire su ciò che lo riguarda più direttamente. «Io - sottolinea - non ho scheletri nell'armadio e proseguirò ad impegnarmi in prima persona nella guida dell'opposizione». Travagli giudiziari. E malesseri interni a FI. Come quello espresso da Martino che chiede a Berlusconi di trasformare il movimento in un partito, con dirigenti «che non siano scelti da Publitalia», per dimostrare che FI può vivere anche senza il suo capo. Un modo per prendere alla lontana il discorso che invece Ferrara prende di petto. Già, il direttore del «Foglio», in un editoriale, va dritto al sodo. Prima avverte il Cavaliere che «perseverare è diabolico». Quindi lo invita ad una «dignitosa uscita di scena», anche porche «la baracca del Polo non regge» e le inchieste che coinvolgono il leader di Forza Italia finiscono per sovrapporre due piani, quello giudiziario e quello politico. Perciò, che Berlusconi si riappropri «di uno spa¬ zio libero e privato in cui le questioni giudiziarie valgono per quel che valgono». Morale della favola: il Cavaliere, «per una volta, ha il dovere di essere gener.so con se stesso e di interrompere, prima che conmici, la procedura tipicamente italiana del grande lmciaggio dello sconfitto». Ed è lo stesso Ferrara, in serata, a spiegare il senso del suo articolo: «Berlusconi - dice - non può fare il capo dell'opposizione in queste condizioni. Chiunque gli vuole bene glielo deve dire, altrimenti lo distruggeranno. Ci sono pero alcuni vampiri in Forza Italia che lo invitano a rimanere perche stanno li a succhiargli il sangue». Questa è la soluzione prospettata da Ferrara. Ben diversa da quella di Marco Taradash, che invece dice: «Bisogna ripensare il Polo, in modo che la politica del movimento non si svolga tutta tra via dell'Anima, Areore, e la barca di questo o di quell'avvocato, ma Berlusconi deve restare». Si, ognuno parla una lingua diversa in Forza Italia: in ordine sparso si affastellano suggerimenti, richieste, minacce e sogni di fuga, mentre il capo, al colmo della disavventura, viene ricoverato in ospedale. non bisogna mettere in iscussione la coalizioe»). E questo spiega la eterminazione con cui numero uno di Forza talia replica alle critihe: «Se la gente - dice erlusconi - stesse più itta, non abbaiasse alla una, e si mettesse a laorare e a fare proposte oncrete, come sto fa- Cesare Previti avvocato e ex ministro della Difesa nel governo Berlusconi no, i pressanti appelli di Ferrara al Cavaliere perché si faccia da parte. A questo punto, però, occorre andare con ordine, perché, di guai, FI ne ha tanti. Innanzitutto c'è il problema del «falco azzurro» e delle inchieste che lo coinvolgono. L'altro ieri, sulle colonne del «Corriere della Sera», Ernesto Galli della Loggia ha chiesto al Cavaliere di prendere le distanze da Previti. E il «bersaglio» dell'articolo replica zurrno lsu cmenscheguirperszionTinteda Mni dSembrma in ha datl'elisir Castagna il popolare conduttore di «Stranamore» e a destra Stefania Ariosto amica di Dotti grande accusatrice di Previti Sembra sull'orlo di un baratro ma in tutti questi anni ha dato l'impressione di possedere l'elisir di lunga vita politica Cesare Previti avvocato e ex ministro della Difesa nel governo Berlusconi L'ex presidente del Senato, Carlo Scognamiglio ìk

Luoghi citati: Ferrara, Publitalia, Roma