Un Festival per niente esagerato

Un Festival per niente esagerato Un Festival per niente esagerato Troppi francesi, poche passioni, rare sorprese CANNES DAL NOSTRO INVIATO Il premio massimo e quello d'interpretazione femminile vanno, con l'inglese «Secrets and Lies», alla famiglia più anomala al mondo: madre bianca senza marito con figlia nera e un'altra figlia bianca senza padre, zio buono con moglie sterile maniaca delle cure domestiche; a una storia di vita quotidiana di gente non bella né famosa né criminale, che soffre e non conta; a un bel film che è pure analisi sociale, indagine sentimentale, umana speranza d'un futuro possibile. Il secondo premio per «Breaking the Waves» di Lars von Trier, film straordinario, grande melodramma eroticomistico, è magari poco. Il premio buonista diviso tra Daniel Auteuil e il Down Pascal Duquenne è equilibrato dal riconoscimento inventato apposta per premiare l'audacia e l'innovazione del sulfureo David Cronenberg. Agli italiani, nulla: anche se l'ammirazione, l'affetto, il calore che hanno circondato a Cannes Marcello Mastroianni lismo e di prevaricazione, mentre i padroni del festival non hanno saputo o voluto evitare disparità inaccettabili tra i film in concorso condannando i più deboli (il belga, il finlandese) a venir visti in una sala piccola da quattrocento critici anziché da duemila. Poche passioni. Troppi film tematicamente simili: se la standardizzazione è la malattia del cinema commerciale, pure il cinema d'autore si ripete; i problemi di identità e di origine, i ragazzi violenti e perduti, la ricerca del vero padre o della vera madre, l'alienazione della disoccupazione sono argomenti ritornanti in parecchi film. Troppi bambini, handicappati, semplici, mistici: il moltiplicarsi di personaggi del genere raramente è buon segno per il cinema. Pochi scandali: soltanto David Cronenberg, il grande trasgressore, è riuscito con «Crash» a irritare o affascinare, comunque a turbare. Si capisce: ardire sessuale e automobili sfasciate, serve altro?

Persone citate: Daniel Auteuil, David Cronenberg, Lars Von Trier, Marcello Mastroianni, Pascal Duquenne

Luoghi citati: Cannes