Il Salone? E' l'anti-tv
Si chiude oggi a Torino: nasce il modello della «leggerezza» alternativo al talk-show Si chiude oggi a Torino: nasce il modello della «leggerezza» alternativo al talk-show Il Salone? E' Tanti-tv Seigiorni di dibattiti, senza risse è riusciti a parlare di calcio, di femminismo, di politica, senza azzannarsi. E' stato un Salone pacato, antitelevisivo. Con tutto il rispetto per la tv, nessuno ha pensato ad azzuffare il compagno di discussione come avviene nei talk show». CROCE E DELIZIA. Ma qualche lite dietro le quinte s'è accesa. Per esempio all'incontro previsto di De Crescenzo con le scuole di base. Lo scrittore, che doveva parlare di lettura, è stato attorniato da torme di studenti. Troppe per la sala prevista. Ci si è trasferiti nel più capiente Auditorium con perdita di tempo prezioso. Poi sottratto al dibattito. Risultato: ha parlato solo lo scrittore «di se stesso e del suo nuovo libro». Mentre ai ragazzini è stata tolta la facoltà di parola. Gli insegnanti erano furibondi. Così come gli organizzatori («De Crescenzo ha un io straripante», mugugnavamo). L'incontro era previsto per le scuole - hanno urlato tutti a gran voce non per promuovere il bestseller dello scrittore napoletano. L'autore di Ordine & disordine ha avuto il suo consueto bagno di fan. «La prossima volta mi faccio mettere in una gabbia. Così posso firmare in santa pace le copie. Qui capita che mi seguono anche quando vado a far pipì. E due cose alla volta non riesco a farle». SCONTI. Nonostante le polemiche della vigilia, il laissez-faire di Accomero ha funzionato. Quasi nessuno li ha praticati. E il pressing del pubblico in materia e calato rispetto al passato. Gianni Ippoliti (che ha rilasciato autografi apocrifi al posto di altri autori) ha addirittura proposto una promozione al contrario: maggiorare i prezzi del 5%. I piccoli e medi editori, pur non praticando sconti, gongolano. Hanno venduto bene, in media il 15-20% in più dello scorso anno. E soprattutto catalogo. Rilevano la presenza di un pubblico più intelligente, più accorto. Sono venuti al Lingotto non per incettare «monnezza», ma per assaggiare i titoli scacciati dal turbinoso turnover delle librerie. Un po' dissonante Canalini, mente e braccio di Transeuropa (la casa editrice che scopre talenti dalla Ballestra a Brizzi), asceso a Torino per la prima volta. Lamenta crampi ai polpacci per la gran fatica, accasciato su una sedia. Sa che «bisogna esserci, a Torino, per farsi conoscere, per prendere contatto. Ma sembra che molti prendono in mano libri come fossero una cloche». TIFO. Seta di Baricco ha perso la testa della classifica. Ma il grande tessitore di storie continua a essere una delle star più amate del Salone. Addirittura più dei teleargonauti. Schiere di lettrici sono andate da Santoro-Costanzo solo per occupare i posti migliori per l'incontro successivo, quello con il loro scrittore più amato. Maniche di camicia sollevate, ha anche celebrato il suo sfortunato Toro, tra grana, salame e fragole: «E' un momento d'oro per noi figli di Superga. Juventini che ci invitano a cena, ristoranti gratis, feste... lo fanno per alleviare il nostro dolore e per regalarsi un sogghignetto di scherno. Ma arriverà anche il loro momento della B». Bruno Ventavoli DOPPIA COPPIA. «Walter Veltroni appare all'immaginario televisivo della collettività come l'unico vero antagonista di Berlusconi, ma appare tale proprio in quanto ne è un omologo culturale». Proprio nel giorno in cui il nuovo vicepresidente del Consiglio arriva al Salone del libro, nello stand della Costa & Nolan escono le primissime copie di una nuova rivista pubblicata dalla casa editrice, Media Phi losophy, dove tra l'altro compare un saggio di Alberto Abruzzese, ovviamente scritto prima della vittoria dell'Ulivo, da cui non trapela proprio quel che si dice un pregiudizio favorevole nei confronti del veltronismo. «Berlusconi e Veltroni sono a loro modo i Romolo e Remo del gran teatro dell'audience, della città di prima serata, del programma-festival», si legge. E ancora: «Sono i Caino e Abele della nuova società televisiva e dei suoi miti». E poi: «Berlusconiani e veltroniani vivono come si vive a Cartoonia», «hanno la predisposizione alla lucentezza dei divertimenti e alla seriosità dei propositi». E per finire: «Ecco il territorio mediatico e dunque comunemente praticabile ed effettivamente conflittuale in cui le bande di Berlusconi e quelle di Veltroni lotteranno per governare il popolo di Berlusconia sino a dimenticarsi i volti del proprio leader». Silvio e Walter, Romolo e Remo, Caino e Abele. Stanlio e Ollio? Franchi e Ingrassia? Rie e Gian? L'INDIMENTICABILE '96. I quotidiani di ieri hanno scritto del dibattito «E gli uomini?» con Beniamino Placido, Enzo Biagi, Nico Orengo, Dacia Marami, Tahar Ben Jelloun e Pie- Pierangelo But tafuoco trangelo Buttafuoco. Anzi no, Buttafuoco no. Nei servizi di ben due quotidiani, L'Unità e Repubblica, il nome di Buttafuoco infatti non esiste: cancellato, cassato. Ovviamente si tratta di semplice distrazione così come è del tutto fortuita la circostanza che due quotidiani abbiano peccato della stessa omissione. Certamente il nome di Buttafuoco non è scomparso perché Buttafuoco era il direttore dell'Italia settimanale una cui copertina, dall'irriguardoso titolo «Addio alla fica», aveva suscitato molto scandalo. Certamente il nome di Buttafuoco non è scomparso perché Buttafuoco è etichettato come un intellettuale di destra. Ovviamente. Certamente. L'ANNO CHE VERRÀ'. Marcello Baraghini, creatore di Stampa Alternativa, malgrado i successi dei suoi nuovissini «Centolire» protesta pubblicamente con una fetta di mortadella in mano. E non per sfruttare un'immagine vincente del prodismo ma perché sostiene che i costi del Salone sono talmente proibitivi per un piccolo editore come lui da non potersi permettere altro alimento che quel peraltro squisito companatico. Ma già Baraghini prepara la controffensiva per la prossima edizione del Salone torinese con l'annuncio di un irriguardoso libro-inchiesta dal titolo: «Tutto quello che si vorrebbe sapere del Salone ma che nessuno ha mai osato chiedere». Ancora avvolto nel mistero il nome dell'autore. E' nota invece l'entità del compenso per l'opera prestata: un'intera mortadella. Mode culturali. Pierluigi Battista sta | Pierangelo Buttafuoco
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