Partorito e gettato nella spazzatura
Cronache Indagini a tappeto nelle cliniche e negli ospedali per individuare la madre assassina Partorito e gettato nella spazzatura Orrore a Verona: i resti nel camion tritarifiuti VERONA DAL NOSTRO INVIATO Un,piccolo braccio, «color della carne morta da poco», dice Daniele, che di mestiere fa il macellaio, ieri è stato uno dei pochi a trovare il coraggio per mettere la testa dentro quel camion e guardare quella cosa «che aveva questo colore qui, e non me lo dimenticherò mai», e sbatte sul tavolo un pezzo di grasso venato di sangue. Un piccolo braccio, con dietro attaccato qualcosa. Un neonato, non più di 48 ore doveva avere quando qualcuno lo ha buttato in un cassonetto. Già preso sotto le lame che tritano cartoni, legni, bottiglie, sacchi, «figuriamoci la carne di cristiano, che spuntava dal sacchetto in cui l'avevano messo, e che si era sboccato, era tutto aperto». Erano le 7 di ieri. In via Mameli angolo via Cesiolo, periferìa ricca sulla strada che va verso Trento, a 100 metri da un ospedale, non c'era quasi nessuno. E il camion della raccolta rifiuti è arrivato, i due addetti in tuta arancione hanno buttato dentro due cassonetti, poi hanno fatto retromarcia, perché lì il loro giro finisce, e sono andati a vuotarne un altro. In quel momento la signora Maria, dell'edicola a quattro passi, metteva a posto i quotidiani, due porte più in là Valeria, 20 anni, portava il cane a far pipì e qualche vetrina più in là la panettiere Renata tirava su la serranda. E allora hanno visto. Un uomo grande e grosso, in tuta arancione, fermo davanti al cassone spalancato, con le mani sulla faccia, che ha detto agli altri due: «Maria Signora, cossa glie s'è dentro». Tutti si sono girati, «perché si capiva che era successo qualcosa, a quell'ora non c'è troppo traffico, le porte sono aperte, senti tutto bene. Ho visto l'uomo che correva verso la frutti vendola, ci siamo avvicinati un po', gli altri due della nettezza urbana erano lì davanti. Fermi, la faccia bianca come uno straccio. Faceva paura, la faccia che avevano». Alla fruttivendola Albertino Saggioro ha detto: «C'è un neonato morto nel nostro camion», lei è rimasta a bocca spalancata, ha risposto «Facciamo qualcosa, chiamiamo la polizia», poi è andata a prendere un bicchiere d'acqua, perché «mi sembrava che quell'uomo dovesse svenire». Dicci minuti dopo arrivava la prima pattuglia. Ed è iniziata, subito, la caccia alla madre. Tutti i negozi hanno battuto i poliziotti, mentre fuori la notizia passava da una casa all'altra, «magari lei lo sa, di qualche ragazza che era incinta, e magari il figlio non lo voleva». Ma questa donna non si trova, «donne incinte, è pieno, ma va a sapere quale sia». E sì, vai a sapere chi è, questa donna senza volto inseguita dalle maledizioni di tutti, «poteva lasciarlo vivo davanti alla porta dell'ospedale, ma una cosa così, non si fa nemmeno con un gatto», dice la giornalaia. Neanche con un gatto. I due cassonetti sono affiancati, sotto un platano enorme, di fianco c'è una stradina cieca che porta alla scuola elementare, sul muro che dà sulla villa c'è scritto «Fuori i camerati dalle galere, Priebke libero». «Lì sabato c'era il banco del fonnaggio, chissà quanta gente s'è fermata lì vicino», dice Valeria. Valeria dome nica mattina presto, come tutte le mattine, ha portato fuori il cane e ha buttato via il sacchetto della spazzatura: «Il cassonetto era già pieno, anche perché la domenica non vengono a raccoglierla. Il barn bino era dentro di sicuro. Peccato non averlo saputo, magari lo potevo salvare». Ma Valeria non s'è accorta di niente, perché quel piccolo corpo nato da poco era chiuso in un sac chetto, assieme alla placenta, perché anche quella c'era, dentro il cassone del camion, quando Alber tino Saggioni ha guardato. Tritato dalle lame, il sacco ben chiuso si è squarciato, il sangue è esploso a macchiare tutto, il piccolo braccio è rimasto preso nella lama. Il poliziotto che ha dovuto, anche lui, guardare dentro, ha subito girato la testa dall'altra parte, e poi ha tirato fuori un telino bianco, con quello ha coperto la bocca del cas sone. «Maschio, morto probabil mente dopo il parto». I resti li han no messi insieme all'istituto di me dicina legale, oggi gli faranno l'au topsia richiesta dal magistato di turno Maria Grazia Omboni. Il capo della squadra mobile An tonino D'Alco dice che «stiamo indagando. Ospedali, cliniche, case di cura, alberghi e pensioni, stiamo setacciando la città. E anche la provincia». «Io la vorrei vedere in faccia, questa donna disgraziata», dice la signora che spinge la carrozzina fin davanti ai cassonetti. Altre donne parlano a voce bassa lì in quel- l'angolo, con la mano sulla bocca «per lo schifo», una vorrebbe portare dei fiori, «ma ha senso, mettere fiori su un cassonetto?». E ha senso, buttare «un bambino nella spazzatura?». «E' vero che era un bambino negro?». L'altra risponde che ha sentito dire dai poliziotti, «questa mattina, che anche i bambini negri nascono con la pelle bianca, e solo dopo qualche giorno diventano neri». Sì, succede proprio così, la chiamano «pigmentazione». Ma Daniele Guadagnine il macellaio di via Mameli dice che «era bianco, un braccìno bianchiccio e grinzoso, uguale a quelli dei miei figli, che li ho visti nascere e me li ricordo. Manine! con le rughe, ma di pelle chiara». Il vescovo, Attilio Nicola, dice: «Abbiamo il dubbio che per un dramma scoperto altri possano essere consumati, senza consentire di individuarne i responsabili e di interpellare le nostre coscienze». E l'Osservatore Romano scrive: «E' un crimine agghiacciante, la vita umana non è mi optional, non vi sono scusanti». Brunella Giovara Duro commento dell'Osservatore Romano: crimine agghiacciante La vita non è un optional 4 PRECEDENTE 26 GENNAI01995 VICENZA l na bimba di dicci giorni viene abbandonala in un sacchetto di Icastica a mene, la In nano accanto alla siepe di recinzioni' di tino studio ostetrico: indossa ima tutina e mi berretto, e in buone condizioni Si saliera. 9 AGOSTO 1995 VERONA Partorisce prematuramente ima bimba, la rinchiude ancora tira in un sacchetto delle immondizie e lo abbandona ricino a una trattoria di Soave, sulla statale Verona-Vicenza, l/t troveranno, ormai senza vita, i netturbini. 18 OTTOBRE 1995 TREVISO. // cor/io di una neonata avvolto in un sacchetto di filasiica viene trovalo all'alba in una discarica a Campardo di Cordignano. A scoprirlo e un operaio che con la ruspa stava ammassando ì rifluii: la bimba era morta da una settimana 29 DICEMBRE 1995 VICENZA Un neonato avvolto di stracci e ancora con il cordone ombelicale da recidere viene trovato da una donna davanti alla chiesetta del convento dei frati, le condizioni del neonato sono buone: adesso ha già una nuova famiglia. Sopra: il punto in cui si trovava il cassonetto con il cadavere del neonato. In alto: il contenitore sigillato
Persone citate: Alber Tino Saggioni, Albertino Saggioro, Attilio Nicola, Brunella Giovara, Daniele Guadagnine, Maria Grazia Omboni, Maria Signora, Priebke
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