«Lo Stato deve dimagrire» Juppé riaccende lo sciopero di Enrico Benedetto

«Lo Stato deve dimagrire» Juppé riaccende lo sciopero «Lo Stato deve dimagrire» Juppé riaccende lo sciopero RITORNA IL DICEMBRE FRANCESE G PARIGI AFFEUR impenitente, Alain Juppó. Immemore dell'autunno caldo '95 - treni e metrò ko, parigini esangui a marciare come zombies - il premier transalpino dovrebbe sapere che nella corporativa Francia inimicarsi gli statali è pratica rischiosa. Invece li provoca. A pochi giorni dal suo primo genetliaco a Matignon, eccolo dichiarare che il governo intende snellire la Funzione pubblica (e va ancora bene), eliminando «il grasso inutile». Non l'avesse mai detto. Nel sentirsi trattare da obesi profittatori, i funzionari - 5 milioni 490 mila - dissotterrano l'ascia di guerra. Sarà l'allusione all'adipe in un'epoca che lo demonizza santificando il fitness. Oppure la sgradevole eco di quei ricchi grevi e porcini che la satira ottocentesca consegnò all'immaginario europeo. O ancora, l'innegabile corpulenza sfoggiata dal leader sindacale Marc Blondel. In ogni caso, le reazioni s'annunciano furiose. La stessa Nicole Notat, unica fra i leader del sindacalismo francese ad aver difeso Juppé in dicembre, giudica la frase «infelice e choccante». Il premier non ama tuttavia scusarsi né cambiare linea. Impiegò settimane prima di ricevere a Matignon gli uomini e le donne che guidavano la rivolta autunnale. Senza comprometter¬ si in prima persona, affida così un'ambigua retromarcia al ministro Dominique Perben. Ma l'affaire è tutt'altro che chiuso. La settimana si profila anzi quantomai ardua per l'esecutivo. Domani Parigi ospiterà una manifestazione europea ostile alle 30 mila soppressioni d'impiego che Alcatel-Alstholm minaccerebbe. Italiani (Cgil, Cisl), tedeschi (la megacentrale Ig Metall), spagnoli, belgi... sfileranno per domandare garanzie. E giovedì tocca alla Renault. Per rastrellare miliardi limando il deficit, Juppé vuole privatizzarne un altro pezzettino: con il 46% anziché il 52 attuale lo Stato perderebbe la maggioranza nella Règie. Donde timori di ristrutturazioni selvagge, e conseguenti scioperi lampo in programma. Lo stesso giorno invaderanno le piazze i fonctionnaires. Incazzati neri. Attribuiscono al premier il machiavellico progetto di volerli trasformare in capro espiatorio aizzando loro contro l'intera nazione. Eccoli dunque coesi e battaglieri come da tempo non accadeva. Alain Juppé ha fatto il miracolo. Ma all'inverso. Che cosa abbiano da temere non è ancora troppo chiaro. Riduzione a termine degli effettivi. Ma senza licenziamenti secchi. E più rigore produttivo. Intoccabili da sempre e remunerati con qualche larghezza supplementa- re, sono il corpo sociale cui il tandem Chirac-Juppé e la Francia risparmiosa dell'Unione monetaria europea guardano con maggior libido. Cernere tra privilegi, abusi, benefits, abitudini deteriori e cattiva amministrazione (esiste, malgrado l'eredità colbertiana e napoleonica) sarà complesso. Occorrerebbe un dietologo. Sulla cura dimagrante in sé, nessuno eccepisce. Ma quando bisogna decidere ove praticare la liposuzione iniziano le querelles. Lo denunciava ieri mattina Alain Peyrefitte in un sardonico editoriale su «Le Figaro». Il grasso è per definizione quello altrui. «Proliferazione burocratica, ecco il mal francese» chiosa l'ex ministro del Generale. E cita Giscard. «Con il 40% di prelievo sui salari, si entra nel socialismo». Ebbene, la Francia antisocialista '96 veleggia sul 45. Ma per ridurre la tassazione è necessario tagliare le spese, sforbiciando tra maestri, professori, medici, ferrovieri. «Non sacrifichiamo più al Culto dell'Obeso» ammonisce Peyrefitte. Alain Juppé rimanga dunque segaligno. E, per una volta, ignori i consigli chiracchiani. L'Eliseo - scrisse tempo fa il «Canard Enchainé» - gli suggeriva di «prendere qualche chilo» temperando l'immagine patibolare che lo affligge. Enrico Benedetto

Persone citate: Alain Juppé, Alain Juppó, Alain Peyrefitte, Chirac, Dominique Perben, Marc Blondel, Nicole Notat, Peyrefitte

Luoghi citati: Francia, Parigi