Germania è una rivolta

Fermi Poste e trasporti, il Cancelliere: non mi spavento Fermi Poste e trasporti, il Cancelliere: non mi spavento Germania, è una rivolta Anche i poliziotti in piazza contro Kohl BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gli scioperi nei servizi pubblici si allargano e aumentano di intensità, interessando in numerose città trasporti e nettezza urbana, poste e uffici amministrativi; l'Ig Metall dà il via a manifestazioni di protesta contro l'austerità decisa dal governo, e perfino i poliziotti scendono in piazza - a migliaia - per denunciare tagli a provvidenze considerate irrinunciabili, da una «categoria sempre più esposta e in prima linea». Ma all'avvio di una settimana che si annuncia calda - e mentre il governo ammette che il deficit pubblico salirà ancora rispetto alle peggiori previsioni, a causa delle nuove difficoltà sociali - il cancelliere Kohl accetta la sfida e dagli schermi della tv replica secco, ribadendo il suo appello alla nazione: «Non mi sono mai lasciato impressionare dalle minacce. I sindacati cercano soltanto di difendere il proprio interesse». E' sullo sfondo di questa esibita contrapposizione fra «l'interesse del Paese» e «l'interesse personale» che Helmut Kohl gioca la partita forse più difficile del suo cancellierato. E' nel confronto fra «il destino del Paese» e «la cura dei personali privilegi» - un confronto psicologico ed emotivo prima ancora che politico - che Kohl cerca di sfaldare la protesta contro la riforma di un sistema di assistenze senza pari al mondo, ma considerato insostenibile nella nuova situazione economica e finanziaria del Paese. E' difficile sapere se questa tattica dà frutti, se la denuncia del Cancelliere convince i cittadini: è difficile sapere quale seguito ha davvero una protesta sindacale che salda esigenze salariali legate al rinnovo dei contratti e ostilità a tagli che segnano una rottura con abitudini antiche («Il Paese di Bengodi ha preso fuoco», titolava di recente lo «Spiegel»). I sondaggi non sono unanimi, in proposito: ma anche se nessuno, finora, ha segnalato un rifiuto generalizzato dell'austerità decisa dal governo, il malcontento è diffuso. Molto, nel prossimo futuro, dipenderà dall'andamento della vertenza nel settore pubblico: certamente l'esempio più vistoso e significativo del confronto in atto fra governo e sindacati, una miccia. Ieri - alla vigilia di un nuovo round di colloqui fra le parti - la protesta si è allargata, colpendo soprattutto il centro industriale e politico del Paese, il Nord Reno Westfalia: nella regione di Bonn i trasporti pubblici sono stati inesistenti o quasi, ma anche altrove i pendolari hanno subito gravi disagi, mentre in numerosi depositi postali si ammucchiano centinaia di migliaia di lettere. Da ieri, inoltre, sono in agitazione i lavoratori delle banche e delle assicurazioni, e perfino i poliziotti non nascondono più il proprio disagio. Almeno settemila, provenienti da tutta la Germania, hanno manifestato a Erfurt per sollecitare aumenti salariali e per protestare contro l'austerità: «Fischiamo contro questa politica», scandivano in un corteo segnato da slogan contrari al ministro dell'Interno Manfred Kanther. «La riduzione del salario in caso di malattia sarebbe nel nostro caso particolarmente ingiusta. Come può decidere, un agente in servizio, di non esporsi alle intemperie per non rischiare di am¬ malarsi?», si chiedeva il presidente del sindacato di categoria Hermann Lutz. In realtà è l'insieme di una professione a rischio a venire contestato, alle nuove condizioni prospettate dal governo: «Il servizio diventa sempre più pericoloso, la violenza per le strade è sempre più brutale», denuncia Lutz; e ai poliziotti «si richiede perfino di intervenire in situazioni legate ad errori politici», come mostra la recente «battaglia di Gorleben», scatenata dagli ecologisti contrari allo stoccaggio di scorie nucleari. In questa situazione, si chiede il sindacato, come è possibile accettare altri tagli e rinunciare ad aumenti salariali? Oggi la protesta dei dipendenti pubblici continuerà in altre regioni, e per domani già si annuncia quella degli edili, che scenderanno in piazza all'insegna di uno slogan soprattutto: «Contro la schiavitù, per il lavoro e la giustizia». Riassume il senso che i sindacati danno a questa «primavera calda», ma vuole essere prima di tutto una risposta a Kohl, un contro-appello alla nazione. Emanuele Novazio Operai metallurgici manifestano davanti al loro stabilimento di Bad Cannstatt (Stoccarda) contro il cancelliere Helmut Kohl

Persone citate: Emanuele Novazio, Helmut Kohl, Hermann Lutz, Kohl, Manfred Kanther

Luoghi citati: Bad Cannstatt, Bonn, Germania, Stoccarda