Violante: subito i vertici Rai

Il presidente della Camera: se non arriva la nuova legge, procediamo con le regole attuali Il presidente della Camera: se non arriva la nuova legge, procediamo con le regole attuali Violante: subito i vertici Rai E Prodi vorrebbe Lombardi presidente ROMA. «Tempi rapidissimi» quelli per la nomina dei nuovi vertici della Rai. Il presidente del Senato Mancino aveva indicato fine giugno. Ora Luciano Violante accelera. Sceglie volutamente il superlativo e precisa: «Sottolineo l'aggettivo». Dal congresso della Federazione della Stampa, il presidente della Camera indica il percorso per arrivare in fretta a un nuovo cda. «Col presidente del Senato sentiremo i capigruppo appena il governo sarà nella pienezza delle sue funzioni. Se questi potranno assicurare un rapidissimo corso a una nuova legge, sarà nostro dovere attendere che il Parlamento decida. Se non sarà possibile, sarà nostro compito procedere immediatamente». Secco e preciso, Violante ha idee chiare anche sul ruolo del cda che «dovrebbe tornare alle sue funzioni originarie. La gestione spetta al direttore generale, se no si fa confusione», aggiunge. E annuncia l'intenzione dei presidenti delle Camere di nominare, altrettanto velocemente, il nuovo garante per la radiodiffusione e l'editoria che sostituisca Santaniello, scaduto lo scorso agosto. Non solo. Al neopresidente di Montecitorio sembra stia a cuore l'informazione, e pone la necessità di nuove leggi sull'ordine dei giornalisti e sull'editoria. «La professione giornalistica ha bisogno di certezze». Alla fretta invocata da Violante plaudono gli divisti, dal popolare D'Andrea al pidiessino Falomi. E Mauro Paissan, candidato alla presidenza della Vigilanza, è ancora più drastico e concede solo «due settimane» alla verifica di un possibile accordo. E il riferimento alla nuova legge pare sfumare. Tanto che, a insinuare dubbi sulla buona lede degli avversari pensa Toppo- sizione. «0 Violante teme di non avere una maggioranza in grado di approvare una nuova legge, oppure viene il sospettò che l'Ulivo la nuova legge non la voglia proprio fare», ribatte il capogruppo di An Maceratini. E Francesco Storace i anche più esplicito. «L'annuncio di Violante è logico. E' evidente che i presidenti delle Camere proceda- ranti di nomina parlamentare che scelgono il cda) non la prendono neppure in considerazione. «Noi partiamo dalla proposta che è stala già approvata in Parlamento», taglia corto Bellucci, responsabile per l'informazione. Per una volta concorde col ecd Marco Follini, che reclama quella norma, studiata apposta per dar modo a parlamentari di maggioranza e opposizione di eleggersi i propri consiglieri. Ma Lamberto Dini e almeno una parte dei popolari sono contrari proprio a un coinvolgimento del Parlamento. «Con Andreatta avevamo studiato un meccanismo che prevede una sorta di fondazione, a cui farebbe capo anche Tiri, cui spetterebbe la nomina del cda», spiega Diego Masi, capogruppo di Rinnovamento. Ed è così che, mentre la legge sfuma, nell'Ulivo si dà per scontata l'iniziativa di Violante e Mancino e si ragiona già sulle cariche. E cattolici e centro si fanno avanti, «visto che il pds si è preso la cultura». Sembra che Prodi voglia fortemente come presidente Rai Giancarlo Lombardi, il suo carissimo amico rimasto a terra. E i popolari, pur di mantenere al Tgl Nuccio Fava, sarebbero disposti a trattare su Raiuno e forse anche a cedere la direzione generale, alla quale punta direttamente Lamberto Dini. Lombardi dovrebbe però rinunciare alla carica parlamentare. In alternativa è pronto il nome di Fabiano Fabiani, disposto all'incarico, ma solo temporaneamente e senza lasciare la Finmeccanica. Maria Grazia Bruzzone no, in caso di stallo del Parlamento. Ma la convocazione dei capigruppo è un puro alibi. Una legge non l'hanno neppure loro. Da setUmane aspetto il testo del pds». Che nello stesso Ulivo ci siano delle divergenze, pare del tutto vero. Rifondazione, per esempio, la legge a cui stanno lavorando nel pds (quella del «doppio livello»: ga¬

Luoghi citati: Roma