Imi-Sir ecco i conti segreti

Una donna nell'inchiesta sulla presunta corruzione per miliardi Una donna nell'inchiesta sulla presunta corruzione per miliardi Imi-Sir, ecco i conti segreti Intestati alla compagna di Acampora ROMA. Si chiama Mary Badin, è nata in provincia di Treviso, vive in un complesso residenziale della Camilluccia, periferia-bene di Roma, e da anni è la compagna dell'avvocato Giovanni Acampora, accusato con Attilio Pacifico e Cesare Previti di aver intascato la maxi-tangente Imi-Rovelli. La signora entra di forza nell'inchiesta sulla presunta corruzione perché i funzionari del Servizio operativo della polizia hanno scoperto che a lei sono intestati alcuni conti bancari dove sarebbero depositato svariati miliardi. Conti di cui Acampora ha mantenuto la disponibilità attraverso una procura. Il sospetto è che anche su quei depositi siano transitati parte dei soldi frutto della tangente. E adesso i magistrati andranno a guardare nei conti della Banca Antoniana intestati alla signora Badin per verificare questa ipotesi. Secondo la deposizione degli eredi Rovelli, nel giugno '94 Acampora intascò circa tredici miliardi di lire, depositati su cinque diversi conti in banche del Lussemburgo, della Gran Bretagna e del Liechtenstein. Ma i pm di Mani Pulite ritengono che almeno parte di quelle somme sia poi stata girata ai magistrati per «aggiustare» il processo Imi-Sir, e adesso cercheranno di capire se sono passate anche dai conti della signora Badin. La donna, madre di due figli riconosciuti da Acampora, ieri non ha voluto rispondere alle domande dei giornalisti, allontanati con fer- mezza dai tre portieri che «proteggono» il residence. Le tracce dei conti della signora (ma ce ne sono anche alcuni intestati a sua madre) sono state trovate dai pm Boccassini e Colombo durante le perquisizioni dello scorso week-end nello studio di Acampora e nella casa della Camilluccia. Un lavoro che ha consentito di acquisire una montagna di documenti che ora sono allo studio dei magistrati e dei poliziotti specializzati nelle indagini sulla criminalità economica ed informatica. Oggi a Milano dovrebbero svolgersi i primi interrogatori di Acampora e dell'avvocato Pacifico, rinchiusi da venerdì nel carcere di Opera, ma è probabile che i due indagati si rifiutino di rispondere in attesa di poter vedere quello che il pool di Mani Pulite ha raccolto sul loro conto. Ieri il difenso¬ re di Pacifico, l'avvocato Franco Palane, è tornato a sostenere che gli atti della rogatoria in Svizzera nel corso della quale sono state raccolte le deposizioni degli eredi Rovelli, non sono utilizzabili. Mentre gli arrestati preparano le difese, i magistrati che in appello firmarono la sentenza a favore dei Rovelli respingono ogni ombra sul loro operato. Vittorio Metta, ex-giudice diventato avvocato nel 1994 e come tale associato allo studio di Cesare Previti (l'atto definito «inquietante» dai pm di Mani Pulite nella richiesta d'arrestol ha annunciato di voler abbandonare lo studio dell'ex-ministro berlusconiano. «Male me ne incolse - dice Metta -, ma col senno di poi non si fa la storia. Nel passato di attacchi ne ho avuti tanti, ma non ho mai risposto. Stavolta reagirò nelle sedi opportune. Succedono cose strane, ma non credo che siano macchinazione nei miei confronti... Esiste anche il reato di millantato credito». E il presidente di quel collegio d'appello, Arnaldo Valente, ha presentato al procuratore di Roma la sua settima denuncia contro chi accosta il suo nome a quello gli inquisiti: «Non ho preso mai danaro o una sola lira da chicchessia, non ho mai conosciuto nessuna delle persone in causa. Ho sempre deciso tutte le cause ubbidendo alla mia coscienza, imparzialità e rispetto della legge». [gio. bia.] A sinistra: Cesare Previti Qui sopra: Cristina Gandolfi. l'assessore milanese indagato per corruzione e abuso d'ufficio Ilda Boccassini il pm milanese che indaga sulla maxi tangente Imi-Rovelli

Luoghi citati: Gran Bretagna, Lussemburgo, Milano, Roma, Svizzera, Treviso