Sei giudici sotto inchiesta di Francesco Grignetti

Caso Squillante e viaggio in America con Craxi, bufera sulla Procura di Roma Caso Squillante e viaggio in America con Craxi, bufera sulla Procura di Roma Sei giudici sotto inchiesta // Csm avvia procedura di trasferimento ROMA. Sei magistrati per un trasferimento. La prima commissione del Consiglio superiore della magistratura, la più temuta, quella che stabilisce i trasferimenti d'ufficio per i giudici che non possono più restare nel loro ufficio per «incompatibilità ambientale», ha avviato le sue procedure noi confronti di sei giudici coinvolti nel caso Squillante. Sono in ballo nomi in vista, quelli che troneggiano sui giornali da un paio di mesi: Rosario Priore, Antonino Vinci, Filippo Verde, Carlo Izzo, Francesco Misiani, Roberto Napolitano. Non si ferma, dunque, il terremoto innescato sulla procura di Roma dalle rivelazioni di Stefania Ariosto. I sei hanno ricevuto dal Csm una «informazione di garanzia». Da questo momento, sono formalmente sotto esame. Nei loro con- fronti le Procure di Milano e di Perugia non hanno ravvisato gli elementi di reato che hanno portato in carcere Renato Squillante. Ma il loro racconto, raccolto al Csm nei giorni scorsi in due drammatiche udienze a porte chiuse, è stato sufficiente per il procedimento disciplinare. E dunque rischia di essere spostato d'ufficio il pm Rosario Priore, famoso per l'indagine su Ustica. E Roberto Napolitano, che dopo lunga carriera nella magistratura giudicante a Roma, è ora procuratore capo di Grosseto. E Carlo Guglielmo Izzo, consigliere di corte d'appello nella capitale. E Antonino Vinci, che diventò famoso per avere scoperto i Palazzi d'oro. Filippo Verde, già direttore generale del ministero di Grazia e Giustizia nonché capo di gabinetto del ministro Giuliano Vassalli. E infine Francesco Misiani, rimasto il solo tra i magistrati romani ad essere indagato (per favoreggiamento nei confronti di Squillante) dalla procura milanese. Il Csm, caso raro, al termine dei lavori di ieri ha anche diramato un comunicato per spiegare i motivi dell'iniziativa. E dunque è «iniziato l'esame delle posizioni di alcuni magistrati emerse a seguito delle indagini in corso a Milano e Perugia». Ma soprattutto è stata deliberata «l'apertura della procedura di trasferimento d'ufficio» nei confronti dei sei. E' noto che si imputa a questi giudici romani un comportamento ai margini della deontologia. Due i principali addebiti per Napolitano, Vinci, Izzo, Priore e Verde: le riunioni «presso l'avvocato Previti» e il famoso viaggio «pagato dallo stesso avvocato Previti» negli Usa, al convegno degli italoamericani che premiavano Bettino Craxi. La posizione di Verde è aggravata dal fatto che risulta rinviato a giudizio per corruzione davanti al tribunale di Perugia. Vinci risulta indagato dalla Procura di Perugia. E Misiani è indagato di favoreggiamento per via «della sua condotta nel corso di indagini svolte dalla Procura della repubblica di Milano nei confronti del dott. Renato Squillante». Ossia la famosa conversazione tra i due, carpita da una microspia al bar. Fin qui le accuse. Ora tocca a loro discolparsi, nominando un avvocato di fiducia tra i magistrati di tutt'Italia. Presto saranno convocati a palazzo dei Marescialli. Francesco Grignetti