Quel «pasticciaccio» del 10% di Gian Carlo Fossi

previdenza ~~~ i fi i l i id previdenzae autonomi Quel «pasticciaccio» del 10% Decreti fermi, niente multe ai ritardatari ROMA. Non saranno applicati sanzioni e interessi ai collaboratori e professionisti che pagheranno il contributo del 10% all'Inps dopo la scadenza già fissata per il 20 maggio. Lo ha assicurato ieri sera Michele Daddi, direttore generale per la previdenza al ministero del Lavoro, di fronte ad una improvvisa situazione di confusione verificatasi in giornata e all'immediata presa di posizione dei rappresentanti legali delle categorie interessate. Infatti è saltata, a causa di vari ritardi, la pubblicazione dei due decreti interministeriali alla data prevista del 20 maggio e, di conseguenza, è venuto a mancare di fatto l'obbligo di pagare il contributo entro quel termine per coloro, privi di tutela previdenziale, che effettuino collaborazione coordinata e continuativa e non abbiano partita Iva. La Corte dei conti, che deve autorizzare la pubblicazione, ha ricevuto i decreti soltanto ieri e sicuramente occorrerà qualche giorno perché li possa esaminare e licenziare. Cosi è sorto il problema di eventuali sanzioni per ritardato pagamento e i rappresentanti delle categorie interessate non hanno esitato a minacciare ricorsi alla Corte Costituzionale e perfino alla Corte di giustizia dell'Aja. Tanto rumore, però, per nulla. Il ministro del Lavoro Treu ha subito assicurato che si stava studiando una soluzione per evitare l'applicazione di sanzioni e interessi ai ritardatari rispetto a una scadenza annunciata, ma non resa esecutiva con la pubblicazione delle norme sulla Gazzetta Ufficiale. Di lì a poco la conferma ufficiale del direttore generale. Invece, sono chiare le norme del provvedimento-omnibus previdenziale per quanto riguarda i titolari di partita Iva: dovranno versare il primo acconto del 40% del contributo entro il 31 maggio. Comunque, lo studio legale Tonucci (che aveva ottenuto per conto delle categorie interessate la sospensione del primo decreto dal Tar del Lazio) esorta il ministro del Lavoro a ripensare la disciplina, cogliendo l'occasione offerta dalla scadenza del 27 maggio stabilita per la reiterazione dei decreti. L'impostazione del contributo del 10%, originata dall'esigenza di far affluire nelle casse dell'Inps 2 mila 500 miliardi all'anno, ha certamente scoraggiato una parte consistente dell'esercito dei cosiddetti «lavoratori paranormali». L'Inps ne aveva previsti non meno di 800 mila tra collaboratori e liberi professionisti in rapporti di lavoro con uffici privati e pubblici. Alla resa dei conti, cioè quando sono state rilevate le iscrizioni effettuate in tutta Italia entro il termine obbligatorio del 30 aprile scorso, il numero è risultato sensibilmente inferiore alla metà: esattamente 362 mila 199, di cui 303 mila 104 collaboratori e 59 mila 95 professionisti. Si arriva, invece, faticosamente a poco più di 410 mila, includendo circa 50 mila autodenunce eseguite nella prima metà di maggio senza rispettare la scadenza soprattutto a causa dell'incertezza legislativa che ha accompagnato la turbolenta vicenda del nuovo contributo. Per esempio, in Friuli-Venezia-Giulia al 30 aprile erano state presentate 5 mila 615 autodenunce, mentre due settimane più tardi la direzione regionale dell'Inps ne ha rilevate 10 mila in più. Nel Lazio si sono autodenunciati entro il tempo circa 30 mila soggetti e altri 17 mila l'hanno fatto nei primi quindici giorni di maggio. All'appello mancano, per ora, i pensionati e chi già versa contributi previdenziali obbligatori: per loro l'appuntamento è al 31 luglio.. La Regione dove si è avuto il maggior numero di autodenunce è la Lombardia: 100 mila 354, di cui 83 mila 502 collaboratori e 16 mila 762 professionisti. Seguono: Emilia-Romagna con 51.851 autodenunce (44 mila 575 collaboratori, 7 mila 276 professionisti); Lazio 47.322 e il Veneto 45 mila 396. In Piemonte sono 29 mila 257 (24 mila 895 collaboratori, 4 mila 362 professionisti). Negli ultimi posti il Molise con 1.210 autodenunce, la Basilicata con 1065, la Calabria con sole 1009. Gian Carlo Fossi Il ministro del Lavoro Tiziano Treu prepara una circolare per i ritardatari

Persone citate: Michele Daddi, Tiziano Treu, Tonucci