Ferrari a Montecarlo esce lo zero

35 Schumacher (superato al via da Hill) subito fuori e anche Irvine deve ritirarsi per un incidente Ferrari, q Montecarlo esce lo zero Vince un outsider, il francese Panis MONTECARLO DAL NOSTRO INVIATO La Ferrari di Schumacher? Fuori pista dopo poco più di un chilometro. La Williams di Hill? Motore esploso. La Benetton di Alesi? Ritirata per la rottura di una sospensione. E allora chi ha vinto? Olivier Panis, con la Ligier. Un pilota francese, al suo primo successo in FI, una vettura francese con motore giapponese. Non si può dire che il Gran Premio di Monaco abbia lesinato sorprese ed emozioni. Tre vetture al traguardo, sette classificate, un podio inedito con il ventinovenne pilota di Lione sul gradino più alto del podio, sopra Coulthard e Herbert. Il budello in cemento-ferro del Principato aveva già in passato riservato corse rocambolesche. Ma la pioggia, caduta ieri in abbondanza prima della gara con la pista che è poi andata progressivamente asciugandosi - ha creato le condizioni ideali per far succedere di tutto. Testa-coda, gran botte contro i guard-rail, collisioni a catena, incidenti conditi anche dai ritiri per guasti di tre protagonisti: Berger, Hill, Alesi. Che rovina. Rovina soprattutto per la Ferrari che aveva dominato le qualificazioni. Schumacher poteva vincere e in pratica non è neppure partito. Irvine aveva la possibilità di andare, malgrado tutto, sul podio. Invece ha chiuso con un botto e tanta paura. Todt ha detto di avere visto una rossa competitiva. Beato lui che ha questa immaginazione. In tutta onestà nessuno ha avuto la stessa impressione. Michael ha commesso un errore ma in ogni caso era già al secondo posto e quindi sarebbe stato costretto a inseguire, compito molto difficile nel circuito mo negasco. Ammesso che la sua F310 gli avesse concesso di farlo. Non parliamo di Irvine. Pri ma ha dovuto comportarsi da tappo, tanto che lo hanno spero nato in due, esasperati, Frentzen e Panis. Poi ha inseguito senza troppe speranze. La sua monoposto andava da tutte le parti. Va bene concentrare le forze sul campione tedesco, ma l'assetto della vettura di Eddie era qualcosa di incomprensibile. Ed è vero che i meccanici Fer rari avevano compiuto un mezzo miracolo ricostruendo quasi tutta l'auto di Irvine, dopo che questi era rimasto fermo in pi sta nelle prove della mattinata Motore cambiato e sostituiti tutti i cavi, un lavoro da titani, Ma la messa a punto? Se Schumi aveva scelto regolazioni mecca niche e aerodinamiche per il bagnato, il «compromesso» adottato per l'irlandese è stato un falli mento. Questo non significa che la Ferrari non abbia progredito che magari dalle prossime corse, con altre modifiche e novità non possa pure vincere. Ma se si vuole una squadra veramente all'altezza delle migliori, biso gna saper valorizzare anche le seconde guide. In particolare quando capita che la prima faccia un buco nell'acqua. Non crediamo che Irvine sia un brocco, anche se ieri ha fatto la chicane mobile. Il tanto vituperato Damon Hill, grazie anche a una Williams sempre a punto, ha invece confermato come la certezza in FI sia sempre un optional. Via perfetto, poi ritmo sostenutissimo sin dai primi giri, sino a guadagnare quel mezzo minuto che gli avrebbe consentito di vivere di rendita. Invece l'inglese ha subito quella che per lui è la maledizione di Montecarlo. Qui non è mai riuscito ad arrivare primo. Suo padre Graham, cinque successi, era considerano una specie di vice-Principe, prima dell'arrivo di Senna che qui si era imposto sei volte. Damon poteva fare centro ed invece è incappato nella giornata più nera delle vetture motorizzate Renault. Una gran fumata e diritto nella via di fuga a imprecare alla sorte avversa. Non era mai capitato, negli ultimi tempi, che non ce ne fosse nep¬ pure una al traguardo. Fuori le Benetton, con Berger tradito subito dal cambio, fuori il povero Alesi mentre già sognava la sua seconda affermazione (la prima con la squadra italo-inglese) e una bella rivincita sulla Ferrari. L'unica consolazione per Hill, deriva dal fatto che nessuno dei diretti rivali, come lui, ha preso punti. E quindi il campionato resta saldamente nelle mani del trentacinquenne londinese con lo stesso vantaggio in classifica. Nelle corse automobilistiche non si dovrebbe mai parlare di fortuna o sfortuna. Tuttavia, a parte Olivier Panis, che non ha sbagliato nulla e ha tirato al massimo, il risultato di ieri è poco credibile, non indicativo sui valori attuali. Solo per questo la Ferrari può sperare di arrivare presto a quella affermazione che insegue dal giugno dello scorso anno quando Alesi vinse in Canada. Una vittoria che dia lo slancio atteso da tutti per puntare a lottare per il titolo mondiale. Cristiano Chiavegato FORMULA 1 ■I La gioia di Olivier Panis, sul podio del GP di Montecarlo

Luoghi citati: Canada, Lione, Monaco, Montecarlo