Verona festa rimandata

Ancona verso la C: Cacciatori si dimette, assediato il ritiro Pari col Palermo: la promozione non è ancora matematica Verona, festa rimandata Nervi a fior di pelle, due espulsi VERONA. La città e la squadra debbono ancora aspettare la promozione. Ed anche calmarsi, dopo le risse a match concluso. Un punto a testa, e nessun gol, fra Verona e Palermo, insulti e botte reciproche negli spogliatoi. La lesta por il ritorno in A, dopo quattro anni, è solo rimandata, perché il vantaggio veronese in classifica è ancora consistente (6 punti sul Bologna, 7 nei confronti della Reggiana, 8 su Perugia e Salernitana, quando in tre giornate i punti disponibili sono 9) ma un po' di paura arriva. Perché il Verona di ieri, capace solo di un faticoso forcing senza esito, dimostra che la squadra è alla frutta dopo il vertiginoso girone di ritorno. Il goleador Ue Vitis, nervosissimo, autore di una pessima gara, è stato sostituito nel finale da un ordine di Perotti, partito dagli spogliatoi dove l'allenatore era stato cacciato dall'arbitro Ceccarini al 37' della ripresa. Una brutta giornata, non solo a causa della pioggia battente, per il Verona. Nel sottopassaggio, all'uscita delle squadre, nervi a fior di pelle. Scontro prima verbale e violento fra De Vitis, già arrabbiato per la sostituzione, e l'allenatore palermitano Arcoleo, dopo un cazzotto del giocatore al tecnico, un inserviente nella mischia preso a spinte, e qualcosa di piii fra altri giocatori. Il presidente veronese Mazzi, irritato, ha detto che il suo collaboratore Foschi, direttore sportivo, era stato colpito, il collega Ferrara, presidente palermitano, ha dato la versione di un'aggressione ai suoi giocatori. Già nell'andata il match aveva acceso scintille e ieri una battuta di Arcoleo («che c... hanno avuto») avrebbe scatenato la reazione di De Vitis aprendo la mischia generale, sedata dall'intervento della polizia. Agenti chiamati in spogliatoio, il calcio è davvero scaduto di tono. In campo, più agonismo che gioco. Sette ammoniti, espulso per doppio cartellino giallo il rosanero Tedesco, Palermo in dieci ma sempre combattivo negli ultimi sette minuti di gioco, recupero compreso. Il Palermo, che sognava il colpaccio da tre punti per sperare ancora in qualcosa, ha lottato con grande grinta. Nel Verona, pessimo (già detto) De Vitis, hanno deluso anche i ragazzini prodigio Tommasi e Zanini, centrocampista e punta, giovanotti cresciuti dagli allievi sino alla prima squadra. Si dicono già richiesti da molte società, ma se Emiliano Mascetti, direttore sportivo della Roma, avrà segnato un nome sul suo taccuino, sarà stato quello di Vasari, attaccante destro del Palermo, che ha fatto ammattire la difesa avversaria. Proprio Vasari al 36' della ripresa ha sfiorato il gol probabilmente decisivo dopo un affondo vertiginoso, e prima Caterino aveva colpito il montante basso alla sinistra del portiere gialloblù Casazza. All'attivo del Verona solo qualche pericolo creato in mischia, ed un diagonale di Zanini deviato in angolo a fil di montante da un difensore. Un Verona senza lucidità, quindi, e con i nervi a fior di pelle in campo e dopo. Squadra, tecnico e dirigenti si aspettavano evidentemente un Palermo demotivato e remissivo. Un errore clamoroso di valutazione. Per molti giocatori gialloblù gli ospiti «hanno badato solo a distruggere il nostro gioco», ma questa non sembra una valutazione accettabile. Il calcio è anche questo. Da respingere anche perché è stata la squadra di Arcoleo a creare (e sprecare) il maggior numero di oc "asioni. Pacato nel dopo gara il distacco ufficiale fra il presidente veronese Alberto Mazzi e l'allenatore Attilio Perotti. «Auguro al Verona la maggior fortuna perché se la merita», ha detto il tecnico, un po' commosso. «E' una dolorosa decisione consensuale», ha riassunto il presidente. Per la panchina della A, e il Verona ci arriverà malgrado la giornata nera - in tutti i sensi • di ieri, il maggior candidato è Cagni. E mentre qualcuno parlava già del domani, De Vitis ed Arcoleo sono usciti insieme dal Bentegodi. «Io non parlo», «io non parlo», come in coro. Dopo i momenti di tensione erano rimasti a lungo a discutere da soli negli spogliatoi. Bruno Perucca Espulso Perotti, tecnico del Verona

Luoghi citati: Palermo, Perugia, Verona