Cecchi Gori: tutti contro, eppure vinciamo

Cecchi Gori: tutti contro, eppure vinciamo COPPA ITALIA Migliaia di persone esultano nella notte magica di Firenze e il presidente va ancora alla carica Cecchi Gori: tutti contro, eppure vinciamo Dieci feriti nella festa, calci a funzionarla dips, treni bloccati daifans FIRENZE. Firenze è un fuoco d'artificio che sembra durare all'infinito. Un torrente che si rovescia per le strade, le piazze, che inonda lo stadio Franchi, assordante e ridondante come un'arena, per una partita che non si gioca su questo prato verde e deserto (unica «presenza» lo striscione per Lorenzo, il quindicenne suicidatosi martedì portandosi dietro un unico sogno, la Fiorentina vittoriosa a Bergamo) ma che viene soltanto irradiata da un tabellone dove le immagini sono sfuocate, dove la voce di Pizzul è un rimbombo, dove tutto si svolge neU'immaginario. Fortuna per Firenze che la vittoria è reale, fortuna per la Fiorentina che la Coppa Italia la tocca con mano, primo trofeo dopo 21 anni di digiuni e bocconi amari. Notte magica, un mix tra un baccanale e un carnevale, con carovane e concerti di clacson, con un tripudio di bandiere e striscioni che anche ieri occhieggiavano dai balconi. Firenze ha fatto le ore piccole. Almeno 35 mila hanno atteso l'arrivo della squadra, avvenuto intorno alle 3 su un autobus a due piani rosso, sul modello londinese. E quando Toldo, Rui Costa, Batistuta con la coppa in mano hanno fatto capolino, quando un gruppo di tifosi ha cominciato a correre per ii campo con la bandiera viola più grande che esista, 108 metri quadri, dagli spalti formicolanti si è levato un unico coro, l'inno della Fiorentina, un boato di gioia, un grande applauso, placatosi soltanto all'alba. Un happening felice ma purtroppo non completamente a lieto fine perché 10 tifosi hanno fatto le spese della grande eccitazione della folla e sono rimasti feriti o contusi. Uno di essi, scavalcando una vetrata, ha riportato il distacco della falange di un dito e l'ha recuperata lui stesso ma subito dopo è svenuto. Ricoverato in ospedale, sarà sottoposto a intervento chirurgico. Incidenti anche sui treni dei tifosi durante il viaggio da e per Bergamo: alcuni convogli sono stati bloccati con il segnale d'allarme, effettuati anche lanci di oggetti dai finestrini. Qualche contuso tra gli agenti di scorta ai convogli: una funzionarla è stata colpita a calci. Ma torniamo alla festa. Vittorio Cecchi Gori non si frena: «Siamo come il Davide contro il potere, facciamo tutto da soli, diciamo sempre la verità e per questo abbiamo tutti contro. Ma riusciamo a vincere, e non è poco». Ma se Firenze impazzisce per una Coppa Italia, che mai succederebbe se arrivasse lo scudetto? Il presidente allarga le braccia: «Se capiterà, si potrebbe anche morire sul campo». Eccessi in una notte in cui tutto è concesso,, anche di piangere per la commozione come accade a Ranieri, solitamente algido e controllato, che potrebbe addirittura accettare la richiesta della squadra di metterei, per l'occasione, l'orecchino al lobo sinistro: «Una festa commovente. Ora dobeamo lavorare per dare altri regali a questa gente». L'inizio di un ciclo, come già accaduto a Samp e Parma. Di questo sono convinti i tifosi, la squadra, la società che da adesso si muoverà concretamente sul mercato dove, annuncia Cecchi Gori, non mancheranno grandi colpi e investimenti. Ma l'emblema di questo successo è soprattutto lui, Batistuta, sempre più «uomo dei sogni» per Firenze e per la Fiorentina. Il campione argentino ha giurato fedeltà fino a fine carriera nonostante le tante offerte miliardarie: «Sto vivendo uno dei momenti più belli della mia carriera. Ho vinto mia scommessa, mi dicevano che in questa città non avrei mai vinto nulla. E invece... Credetemi, riuscirci nella difficoltà è il massimo. Troppo facile trionfare nei club che spendono e spandono, qui è un'altra musica. Perché giocare nella Fiorentina non è un vantaggio per nessuno». Brunella Ciuilini

Persone citate: Batistuta, Brunella Ciuilini, Cecchi Gori, Italia Migliaia, Pizzul, Toldo, Vittorio Cecchi Gori