L'allenatore Gullit a scuola dall'Arrigo

L'allenatore Gullit a scuola dall'Arrigo L'allenatore Gullit a scuola dall'Arrigo «Vorrei la sua capacità di scegliere gli uomini giusti» MILANELLO. A scuola da Arrigo Sacchi, Ruud Gullit, neo allenatore-giocatore del Chelsea, formazione della premier league inglese, classificatasi all'I 1° posto, arriva improvvisamente nel ritiro della nazionale a Milanello, sua vecchia residenza fino a due anni fa quando lasciò per la seconda volta il Milan dopo aver fatto la spola con la Genova sainpdoriana, per incontrare il commissario tecnico e studiare ancora una volta i suoi sistemi di allenamento «anche se di consigli me ne ha già dati tanti perché a sentiamo spesso. Siamo amici, tra noi c'è un buon feeling». Ruud, con le treccine sempre più joite ina ancora abbondanti, compiici i anni il primo settembre prossimo, è molto soddisfatto della sua nuova qualifica che «in Inghilterra non è una novità perché molti mi hanno preceduto e con buon esito come Dalglish al Liverpool». Il fuoriclasse tiene subito a precisare che «non sono stato io a propormi, ma sono stati la società e gli altri giocatori a obbligarmi ad assumere questo incarico e la stampa ha fatto il resto aizzando i tifo¬ si». Tutto è cominciato, spiega l'olandese che col Milan di Sacchi e Capello ha vinto scudetti, coppe Campioni e coppe Intercontinentali, l'anno scorso quando è stato assunto dal Chelsea: «Fra i miei compiti c'era anche quello di trasmettere la mia esperienza italiana; cosa che ho fatto in ogni occasione. Così quando l'allenatore Glenn Hoddle ha annunciato il suo passaggio alla Nazionale, gli altri giocatori hanno subito fatto il mio nome. La società, che in questi giorni ha risolto i problemi finanziari che l'angustiavano, mi voleva come manager e giocatore. Un'accoppiata molto difficile e pesante perché non si può giocare e pensare a tutto il resto: così mi limito a fare il tecnico con J'aiuto in panchina di Graham Rix, anche lui con grande esperienza internazionale per aver giocato alcuni anni in Francia. Non temo LI nuovo incarico: mi preoccupa solo il dover scegliere la formazione da schierare e il fatto di mandare alcuni compagni in tribuna evitando polemiche e salvando lo spirito della squadra come ha saputo fare Sacchi togliendo ai Mondiali Baggio per sostituire Pagliuca, espulso». In attesa, 1' 11 luglio, di iniziare la nuova attività («Un'esperienza che è giusto provare. Dovrebbero farla tutti perché quelli che hanno giocato ad alto livello hanno le doti e la capacità per tentare»), Gullit sta già pensando al mercato: «1 soldi ci sono e mi sto guardando in giro. Chiamare Vialli? Sto tentando di acquistare anche qualche italiano, ma non voglio svelare i miei piani. Lo svincolo non ci agevola perché adesso i giocatori vogliono ingaggi altissimi. La mia filosofia? Voglio mettere in pratica quanto ho imparato in Olanda e in Italia aggiungendo qualche mia idea, copiando la tattica e il buon senso di Michels, l'abilità di vedere la situazione in anticipo come fa Cruyff, la capacità di Sacchi di scegliere giocatori che siano anche uomini disponibili e non pensino solo per se stessi e la grinta di Capello». Gullit non vuole fare previsioni sul prossimo Europeo: «L'Inghilterra sta andando bene; ha disputato buone gare ma tutte amichevoli perché sono già qualificati di diritto. Bisogna vedere come reagirà la squadra quando dovrà vincere a tutti i costi. Non è favorita ma ha dalla sua parte il pubblico di casa. L'Italia? Sacchi fa sempre bene, ma non l'ho mai vista all'opera Sorpresa-' La Turchia, una formazione difficile da controllale e poi ha un grande attaccante, Ha kan. L'Olanda? Faccio il tifo pei ì miei connazionali. Ma non si può fare alcun paragone con quella che ha vinto nei i988 adesso gioca come l'Ajax perche na ben otto giocatori di quella squadra». Molto cauto anche sull'esito della finale di Coppa Campioni di mercoledì: «Una gara interessante. Sono c.arioso di vedere cosa saprà fare la Juve che è stata capace di elimina re il Keai Manno contro un Ajax che lia disputai', una grandissima gara ad Atene contro i greci». Infine un pensiero sul razzismo e sulle ultime denunce dell'interista Paul Ince: «E' un fenomeno che esiste in tutto il mondo, insito nella nostra società. In Inghilterra si sente meno negli stadi perché gli spettatori pensano solo a fare il tifo per la loro squadra. ,>ii houli gans? Degli infiltrati». Nino Sorniani