Lippi: ci sono tanti Ajax ma nessuno mi fa paura di Fabio Vergnano

Lippi: ci sono tanti Ajax ma nessuno mi fa paura Lippi: ci sono tanti Ajax ma nessuno mi fa paura TORINO. Ha strabuzzato gli occhi Martin Schoots, inviato della rete televisiva Rtl, quando Lippi gli ha detto di essere ottimista. «Prego?» ha risposto stupito il giornalista olandese che parla un italiano perfetto. «Ottimista sì. Significa avere speranze di vincere, sapere che le armi giuste non ci mancano, anche se le possibilità di alzare la coppa restano sempre fifty-fifty», In effetti da parte dei cronisti calati da Amsterdam c'è una certa fastidiosa propensione a considerare la Juve come una vittima predestinata, a snobbare gli sfidanti, a considerarsi i cantori dell'unico calcio che conta. E quando Lippi sostiene che «nessuno è imbattibile, neppure l'Ajax», gli stangoni dagli occhi azzurri con biro e taccuino pensano di essere finiti nel mondo delle favole e passano oltre. Invece Lippi non ha assolutamente voglia di scherzare. Anche se fa di tutto per allentare la tensione. «Stamattina non ci siamo allenati, ma abbiamo visto soltanto delle videocassette. La più interessante si intitolava: Le caldi notti di Ambra». In realtà tutta la truppa ha passato e ripassa¬ to la lezione osservando gli olandesi all'opera. Era la prima volta che accadeva. Non partite intere, ma gli spezzoni più significativi, per capire come si muove l'Ajax e memorizzare pregi e difetti dei campioni d'Europa. In particolare l'attenzione dei bianconeri si è soffermata sul primo tempo di Madrid, considerato esemplare per capire a fondo il gioco dei lancieri. Quindi la squadra di Van Gaal non ha più segreti. Quello che preoccupa è il modo in cui l'Ajax cambia pelle durante una stessa partita. Spiega Lippi: «Ho visionato una decina di gare e non ho visto sempre un Ajax tutto proteso nell'area avversaria, bensì diverse versioni della stessa squadra. In più cambiano spesso, volutamente, formazione. Nella finale con il Milan hanno iniziato con Ronald de Boer centravanti, poi entrò Kanu e quindi Kluivert. Noi non ci adatteremo a loro, ma faremo la nostra partita come abbiamo fatto per due anni all'estero. Sarebbe assurdo cambiare. E vedrete che lo spettacolo non mancherà». Ne è convinto anche Ravanelli, che con il passare dei giorni migliora il suo stato fisico e ha sempre più il piglio di quello che è già in partita. Anche se si sforza di mantenere un certo distacco dall'avvenimento. «E' sempre una partita di calcio, la vita continuerà comunque finisca mercoledì» ha confessato ieri prima di scappare a casa con l'inseparabile attrezzatura medica grazie alla quale prosegue le cure anche fra le pareti domestiche. Ravanelli fatalista di giornata, Di Livio rassegnato dell'ultima ora. Nessuno gli ha ancora detto che si dovrà accomodare in panchina, ma le prove tecniche di questi giorni sono state la sua condanna. 11 soldatino che fa? Si adegua, ma è di cattivo umore. E' chiaro che non si aspettava l'esclusione: «E' un mese che studio l'Ajax e sono arrivato alla conclusione che è una squadra adatta alle mie caratteritische. Ho la netta sensazione che sarei stato l'uomo giusto al posto giusto. Amen. Se non partirò titolare non farò salti di gioia e spero di essere utile durante la partita». Fabio Vergnano

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