Doccia gelata sulla Ferrari
Che Gran Premio a Montecarlo: crollano i big (con Schumacher ko in un chilometro) e successo di Panis Che Gran Premio a Montecarlo: crollano i big (con Schumacher ko in un chilometro) e successo di Panis Doccici gelata sulla Ferrari Mesto rientro di migliaia di tifosi MONTECARLO. Il Principe Alberto era preoccupato, prima di partire per Atlanta, dove è impegnato in una riunione del Comitato Olimpico. Aveva detto ai suoi collaboratori: «Fate attenzione, rinforziamo i controlli, perché se vince la Ferrari, succede un parapiglia, ci mettono a ferro e fuoco la città per far festa». I provvedimenti si sono rivelati in parte inutili. Al massimo sono serviti per convogliare il traffico delle meste carovane dei tifosi che rientravano sotto la pioggia battente. Italiani e tedeschi accomunati dalla delusione, con le bandiere ripiegate, mentre sventolavano solo pochi tricolori francesi, per la vittoria inaspettata, ma gratificante, della Ligier e di Olivier Panis. Il Gran Premio di Monaco è vissuto, ancora una volta, all'insegna delle sorprese. Una gara con tanti incidenti, rotture, abbandoni forzati. Tre vetture al traguardo con anche Coulthard e Herbert sul podio, primato storico negativo, anche se poi i classificati sono stati sette. Fra questi la Ferrari di Irvine, al settimo e ultimo posto dopo disavventure incredibili. E Schumacher? Ne è rimasta solo una traccia. Quella lasciata dal campione tedesco nei 1300 metri scarsi (una trentina di secondi) percorsi prima di abbattersi contro un guard-rail, come il primo dei novellini. Un errore inatteso, ma fa parte del gioco. Si lotta, ci si impegna allo spasimo per conquistare la pole position, poi tutto viene vanificato in un attimo. Come quando Tomba centra un paletto alla prima porta dello slalom. Delusione? Certo. Ci si aspettava molto di più. Le premesse erano ottime. «Una grande occasione buttata via - ha ammesso lo stesso Schumi, distrutto per lo sbaglio commesso nel mettere una ruota su un cordolo dipinto con una scivolosa vernice smaltata - e chissà se nelle prossime corse se ne ripresenterà subito un'altra». E non vale neppure il proverbio secondo il quale «mal comune è mezzo gaudio». Se Hill - motore esploso - ha perso una vittoria che aveva già a portata della sua Williams, se Alesi ha avuto la riconferma che deve andare a Lourdes per farsi benedire (tradimento di una sospensione della Benetton), per Maranello quella di ieri è stata una grossa buggeratura. Ma bisogna anche dire che i tifosi ormai sono vaccinati. Da quanto tempo aspettano? Tanto. La passione è più forte di una fede, nel loro caso. Sicuramente saranno pronti a ripresentarsi nei circuiti di tutto il mondo per sostenere la loro Scuderia. In fondo un po' di masochismo fa parte di questo gioco perverso. Si sogna, si spera, si prendono le docce fredde, si ricomincia da capo. Pronti a perdonare tutto, a inneggiare a Schumacher che è, malgrado la vulnerabilità mostrata ieri, il nuovo eroe. Al cuore non si comanda. Cristiano Chiavegato Trenta secondi appena di gara, Schumacher sbaglia e urta contro un guard-rail (a lato, la rossa ko) Sopra, la gioia di Olivier Panis che, 15 anni dopo Laffite, ha portato la Ligier a una nuova vittoria in FI Trenta secondi appena di gara, Schumacher sbaglia e urta contro un guard-rail (a lato, la rossa ko) Sopra, la gioia di Olivier Panis che, 15 anni dopo Laffite, ha portato la Ligier a una nuova vittoria in FI
Luoghi citati: Atlanta, Maranello, Monaco, Montecarlo
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