Super Ciampi ha dato la scossa, Prodi deve fare il resto

Super Ciampi ha dato la scossa, Prodi deve fare il resto ! NOMI £ OLI AFFARI Super Ciampi ha dato la scossa, Prodi deve fare il resto Arriva il governo del «Venerdì 17» e sconfigge la superstizione. La lira riparte con il vento in poppa, il listino guadagna. Con il Tesoro e il Bilancio nelle mani di un solo uomo, e che uomo: l'ex governatore Carlo Azeglio Ciampi, si scommette tranquillamente sulla benevolenza del Governatore Antonio Fazio, sulla discesa dei tassi, su un avvenire «virtuoso» che ci rimetterà in carreggiata, consentendo alla vecchia Italia di saltare in corsa sulla prima locomotiva della moneta unica. In giro torna aria di grande dinamismo. Superato lo shock Gemina, il presidente di Italcementi, e re del cemento europeo Giampiero Pesenti, annuncia a Bergamo l'espansione nel SudEst asiatico. Giorgio Cens do, galvanizzato dai nuovi soci Zanon di Valgiurata, presenta il primo «operativo» del gruppo: Giorgio Cefis, ex Morgan Grenfell, ex Salvatore Ligresti (Grassetto), ex Gianni Varasi. Uscito finalmente dall'acciaio, tolto di dosso un gran peso, anche Alberto Falck riprende a tessere i fili del nuovo sindacato. Insomma, gli ex Ragazzi del Muretto di via Filodrammatici sembrano rinati a nuova vita. Anche la Fiat, per bocca del presidente Cesare Romiti, annuncia che cederà attività non strategiche ma importanti, e il pensiero corre alla Snia, già alleata con Rhóne Poulenc. Le sinistre al potere fanno bene, l'alveare ha ripreso a ronzare. L'Italia del business s'è desta. Prendiamo Montedison, dove l'amministratore delegato Enrico Bondi assicura che il progetto Supergenmina è morto e sepolto. E allora? Allora bisognerà comunque ridare alla conglomerata una fisionomia. Nella scena irrompe Luca Padulli, dal suo ufficio londinese vicino ai Kew Gardens propone lo spezzatino, detto più nobilmente «break up». Poi tace. A questo punto un dubbio sorge. Che, in realtà, l'astuto Padulli altro non faccia che «suggerire» (o anticipare) una delle tante ipotesi che la stessa Mediobanca e il suo amministratore delegato Vincenzo Maranghi starebbero esplorando. Al fine di dare un assetto definitivo al gruppo già controllato da Raul Cardini, blindando almeno le attività di maggior pregio. Alberto Falck Vincenzo Maranghi Per Gemina il futuro appare meno comprensibile, causa le troppe pendenze con il Tribunale. Ma anche per la società presieduta da Giorgio Rossi qualche progettino deve essere alle viste, a giudicare dal fatto che il titolo ha ricominciato a fare dei passettini. Del resto, se non ci si muove per tempo si rischia di perdere il treno delle privatizzazioni, primo punto nell'agenda di Romano Prodi, oggi facilitato dalla riunificazione nelle mani di Ciampi di due ministeri, il Tesoro e il Bilancio che, con l'Industria (ora passata a Pierluigi Bersani) sono preposti all'ufficio vendite. Ai fini della rapidità, due teste sono meglio di una, e il menù è succulento e variegato, spazia dall'energia alle telecomunicazioni A Firenze Luigi Orlan- Giampiero Pesenti Giorgio Cens Vincenzo Maranghi Alberto Falck (dove ora sovrintende Antonio Maccanico), dai trasporti alle banche. E qui forse il buon Prodi deve farsi coraggio. E deve, andando contro alla sua natura di uomo di pace, far saltare qualche testa appropriata. E le occasioni di verifica non mancheranno, a partire dall'Enel, guidata da Franco Viezzoli, uno dei «gioielli» che devono andare sul mercato. E non è che uno degli esempi possibili, essendo vicinissime alla scadenza una serie di altre importantissime poltrone, come quelle del vertice Stet, Biagio Agnes e Ernesto Pascale, e della Telecom guidata dall'indomito Francesco Chirichigno. E sempre per stare in tema di privatizzazioni, in questi giorni forse si pente Antonio di aver rinvia- Maccanico Franco Molinari Franco Viezzoli to lo scorso anno lo sbarco in Borsa di Capiplo il suo presidente Franco Molinari. Il quale ora deve vedersela con un gruppetto di professori agguerriti, come Roberto Artoni, Stefano Preda o Angelo Miglietta, che fanno una certa resistenza. Ma Molinari è un tipo duro, ed è possibile che alla fine la spunti. Anche perché avrebbe già in vista partner prestigiosi disposti a diventare soci, come la svizzera Ubs presieduta da Martin Studer. Oggi il presidente della Consob, Enzo Berlanda, deve incontrare i vertici di Mediaset, Fedele Confa- lonieri e Ubaldo rivolsi. Un in contro che doveva essere di routine ma che, alla luce delle nuove indagini su Fininvest, si fa scottante. E per di più complicato. Visto che il prospetto da presentare agli investitori non potrà prescindere dalle vicende di questi giorni, Con il decreto su Eurosim, la carica degli stranieri è alle porte. Sfiorano quota 500 le domande per operare sul nostro mercato da parte di investitori esteri, molti piccoli operatori nostrani trema no. Spetta ora al Consiglio di Borsa presieduto da Francesco Cesari' ni stendere il progetto per la Borsa privata, comprensivo delle norme sulla autoregolamentazione. Tasto delicatissimo su cui bisogna meditare, visti i ripetuti dissesti di Sim che portano alla disperazioni parenti e amici degli incauti gestori. Ultimo in ordine di tempo quello dell'agente di cambio napoletano Guido De Asmundis. Valeria Enzo Sacchi Berlanda Antonio Maccanico

Luoghi citati: Bergamo, Italia