Traco porta l'Inps in tribunale di Francesco Bullo

I sindacati soddisfatti per l'accordo P IR EVIDENZA Parte la «causa pilota» sui rapporti tra spedizionieri e trasportatori Traco porta l'Inps in tribunale Il giudice dirà se i «padroncini» sono dipendenti TORINO. La Tnt Traco torna in campo con una squadra agguerrita e inedita, ma questa volta non sono in palio lo scudetto o una delle coppe di pallavolo che le hanno fatto conquistare le prime pagine dei giornali sportivi: in gioco c'è la sopravvivenza. La sua e quella di tutte le maggiori aziende del settore «spedizione e trasporto merci» (dalla Dhl all'Ubs, alla Bartolini). Terreno di gioco le aule giudiziarie dove dovrà misurarsi con la squadra della burocrazia, capitanata dal «martello» Inps. L'Istituto di previdenza sembra infatti deciso a trasformare in operai o impiegati le migliaia di «padroncini» che lavorano (usando un proprio mezzo) con i grandi spedizionieri. Tutto parte da un'ispezione della Guardia di Finanza (nella sede torinese della Traco) che manda all'Inps un verbale di 150 pagine. L'Istituto estende gli accertamenti in tutta Italia e avvia azioni di recupero per non far correre i termini della prescrizione. La Traco si rivolge al comitato regionale Inps sostenendo che il lavoro dei padroncini è autonomo, non dipendente. L'organismo, che rappresenta anche le forze sociali, accetta il ricorso. Ma la burocrazia è sorda, fa resistenza. La prova? Dalla Direzione centrale vigilanza e recuperi contributivi parte un «messaggio riservato» per tutte le sedi regionali. Dice in sostanza: dato che al tribunale di Torino è in corso un «accertamento negativo» contro un verbale ispettivo, continuate nelle vostre ispezioni ma non avviate azioni ingiuntive di pagamento. Tradotto significa: non fate causa ma andate avanti con «accertamenti a tappeto». Conclusione: se prevale la tesi aziendale non cambia nulla. Soluzione che ricorda (anche se non mancano le differenze), il caso dei Pony Express: una tipologia sociale che si è affermata con l'imprimatur delle sezioni unite della Cassazione. In caso contrario si arriverebbe a metamorfosi imprevedibili, come la nascita di cooperative al posto delle grandi aziende di spedizionieri. E secondo qualcuno potrebbe servire a tamponare i «buchi» dell'Inps: un tampone apparente perché l'ente dovrebbe poi pagare le pensioni ai padroncini diventati dipendenti. Si vedrà. E la cause sono tante: a novembre l'udienza in pretura penale per l'aspetto previdenziale; un'altra udienza si terrà in tribunale per il mancato pagamento dei contributi. Gli importi contestati sono una barcata di miliardi, pari, come ordine di grandezza, al fatturato dell'azienda. Un bel problema di ordinaria burocrazia. E intanto i riflettori sono puntati sulla «causa pilota» di Torino. Tanto più significativa in un momento in cui governo, regioni, enti locali sono impegnati a creare nuove occasioni di lavoro e di impresa. Ma qui pare che al rischio imprenditoriale si preferisca la garanzia del «posto fisso». E, in questo caso, manco richiesta dagli interessati. Francesco Bullo

Persone citate: Bartolini

Luoghi citati: Italia, Torino