«Ma non chiamateli egoisti» di Aldo CarotenutoDaniela Daniele
«Ma non «Ma non i egoisti» Aldo Carotenuto: di infantile hanno la grande voglia di sapere ROMA. L'umanità si divide in due, tra quelli che dicono «ai miei tempi...» e quelli che pensano che i «loro» tempi abbraccino l'arco di vita che va dalla nascita alla morte. Di questi è il regno di Peter Pan. Infantili? Egoisti? Incapaci di crescere? No, semplicemente consapevoli di se stessi e del mondo che li circonda ed evolve, per evolvere insieme con esso. Aldo Carotenuto, nel suo re¬ conte «La strategia di Peter Pan», affronta proprio questo tema. Ma, in decisa controtendenza, lo tratta in modo positivo. Carotenuto, che significa essere un Peter Pan? «Voler conservare i tratti dell'infanzia, sia dal punto di vista fisico (si dice neotenia), sia da quello psicologico. E la ragione è che soltanto così facendo si mantiene intatta tutta la propria forza creativa». Qual è il confine tra l'eterno entusiasmo adolescenziale e il patologico? «La patologia nasce nel momento in cui certe doti non si accompagnano a quelle della maturità. Per esempio: la curiosità è una caratteristica infantile. E deve mantenersi sempre viva. E' proprio grazie a questa che sono state fatte grandissime scoperte». Allora non si tratta d'infantilismo? «No, e bisogna criticare tutte le interpretazioni psicologiche che tendono a definire chi utilizza le doti infantili come colui che si rifiuta di crescere. Non dimentichiamo che i grandi uomini del passato, quelli che hanno lasciato una traccia significativa nella storia, erano dei Peter Pan. Valga per tutti l'esempio di Einstein». Lei ritiene che si tratti di un fenomeno che riguarda tutte le epoche, oppure che sia legato, pai'ticulaimc-iiLe, a questo momento? «Un fenomeno di tutte lo epoche, non c'è dubbio. Socrate era un Peter Pan. Faceva domande su domande, si chiedeva sempre "il perché dei perché", proprio come l'anno i bambini. Andava noi profondo, grazio alla sua inesauribile curiosità. Una spinta a conoscere che, ben lungi dall'essere infantilismo, denota capacità di crescita continua». Tuttavia, forse, mai come nella nostra epoca la paura d'invecchiare è un problema per molti. «Mantenere vivo il fanciullo che è in noi è proprio l'unico antidoto alla vecchiaia. Ma intendiamoci: non si tratta di assumere comportamenti che a quaranta, cinquanta, sessant'anni ci fanno sembrare ridicoli. La fanciullezza è una questione mentale: si tratta di restare giovani "dentro"». Che cosa pensa di quei «ragazzi» di trent'anni che continuano a vivere insieme con i genitori? «A fattori psicologici, spesso, soprattutto di questi tempi, si aggiungono realtà sociali posanti. Il non riuscire a trovare lavoro, le difficoltà di metter su casa...». Come reagiscono i ragazzini, quelli che lo sono per diritto d'età, all'avere genitori Peter Pan? «Bono. Imparano che la guida di un genitore non si misura da quel che dice, ma dall'esempio che offre. Genitori che sanno mantenersi giovani hanno un dialogo più profondo con i loro figli. Sanno parlare il loro stesso linguaggio. E allontanano, così, il fantasma dell'incomprensione» Daniela Daniele
Persone citate: Aldo Carotenuto, Carotenuto, Einstein, Peter Pan, Socrate
Luoghi citati: Roma
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