«I maghi sono un pericolo»

«I maghi sono un perìcolo» Il Pontefice: non cercate risposte facili ai problemi dell'esistenza «I maghi sono un perìcolo» II Papa: Europa malata di sfiducia MARIBOR DAL NOSTRO INVIATO «Questa è l'ora della verità per l'Europa» grida Giovanni Paolo II da Maribor, antichissima città sulle rive della Drava, punto di contatto e commerci, da secoli, fra l'Europa latina e quella slava, fra la cultura germanica e i balcani. Un luogo-simbolo da cui lanciare un appello per il Vecchio continente, per raccogliere le speranze nate nel 1989, e le delusioni successive, «i muri sono crollati, le cortine di ferro non ci sono più - afferma il Pontefice - ma la sfida circa il senso della vita e il valore della libertà rimane più forte che mai nell'intimo delle intelligenze e delle coscienze. E come non vedere che l'interrogativo su Dio sta al cuore di questo problema»? Qualcuno cerca risposte devianti, ha ricordato il Papa alla messa all'aeroporto di Maribor, ieri mattina: «Non mancano purtroppo - ha detto giovani e adulti che, mal interpretando questo bisogno, s'abbandonano al fascino dell'occulto, o cercano negli astri del firmamento i segni del proprio destino. Superstizione e magia attraggono non poche persone in cerca di risposte immediate e semplici ai problemi complessi dell'esistenza. E' un rischio da cui occorre guardarsi». Ma il bersaglio del Papa ieri era più alto, di una semplice condanna a maghi e astrologhi. La libertà ricevuta anche da questa parte d'Europa dopo il crollo ha provocato delusioni profonde nel Pontefice, che infatti pensa di organizzare un secondo «Sinodo continentale», per studiare, insieme con tutti i vescovi, i rimedi possibili. La «libertà priva di legge» interiore fa sì che ciascuno si abbandoni, dice il Papa, «a ogni sorta di impulso, rinchiudendosi nell'edonismo e nel narcisismo». Troppa tecnologia, e troppo poca religione, è la diagnosi di Papa Wojtyla: «La nostra epoca appare più un tempo di sorprendenti scoperte scientifiche e tecnologiche, che non un'epoca di santi»; ma le sue conquiste, senza una realizzazione interiore «rimangono in definitiva insignificanti, e potrebbero divenire persino pericolose». L'Europa è malata di «angoscia e sfiducia», e la sua cultura è vittima di uno «smarri¬ mento manifesto», ha detto ieri Giovanni Paolo II nell'incontro in cattedrale, a Maribor, con il mondo della cultura, chiedendo che fra la cultura e il cristianesimo prenda il via un dialogo nuovo. «La caduta delle grandi ideologie ha detto - ha messo a dura prova l'ottimismo di un certo umanesimo laico che ha dominato a lungo la scena culturale. Oggi la tentazione prevalente non è più quella di fondare ogni cosa sulla ragione umana, ma di rinunciare alla prospettiva stessa di qualsiasi fondazione, per abbandonarsi a una pericolosa deriva scettica, all'insegna della stanchezza e della frustrazione». Il «dopo '89» non e stato felice nemmeno per la Chiesa cattolica; nell'Est si attendeva un fiorire di spiritualità, ma l'onda del consumismo sfrenato è sembrata prevalere, a cominciare proprio dalla religiosissima Polonia. Giovanni Paolo II ieri ha proposto se non un'alleanza, almeno un colloquio: «Conclusasi l'epoca dello scientismo, si vede con maggior chiarezza che la prospettiva della fede non si oppone a quella dell'autentico sapere scientifico». E ha lanciato un appello inedito: «Mi rivolgo a voi, portatori di grandi responsabilità nella vita pubbli- ca: non spegnete la fiamma della fede nelle giovani generazioni; alimentate in esse l'attaccamento a quei valori che possono proteggerle dallo scetticismo, dall'egoismo, dalla violenza, dalla droga». Una «chiamata alle armi» indirizzata soprattutto ai pensatori, agli scienziati, agli artisti dei Paesi dell'Est europeo, protagonisti dei diritti umani: «Continuate a tenere alta la guardia, perché nessuno di essi venga in qualche modo insidiato». Manco Tosatti «Giovani e adulti si abbandonano al fascino dell'occulto o cercano negli astri il proprio destino» Dalla Slovenia un appello agli intellettuali «Fede e cultura laica devono riuscire a dialogare» A fianco. Giovanni Paolo II assiste a uno spettacolo di alcuni giovani sul palco allestito a Postumia, vicino a Lubiana. A sinistra, il Papa sbadiglia durante la messa a Maribor, nell'ultimo dei tre giorni trascorsi in Slovenia

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Papa Wojtyla, Tosatti

Luoghi citati: Europa, Lubiana, Polonia, Slovenia, Vecchio