Eltsin: in Cecenia vogliono ammazzarmi di Giulietto Chiesa
Elisili; in Cecenìa vogliono ammezzarmi Solzenicyn boccia tutti i candidati alle presidenziali: «Non mi aspetto nessun miglioramento» Elisili; in Cecenìa vogliono ammezzarmi 77presidente mette in dubbio l'annunciata visita a Grozny MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «So che c'è un piano per ammazzarmi». Boris Eltsin ha scelto la città siberiana di Omsk per far sapere al grande pubblico che i ceceni vogliono la sua pelle. E, per la prima volta, ha dato l'impressione di stare ripensando all'idea di andare in Cecenia prima delle elezioni. «Anche se non ho dubbi sull'opportunità di andarci, mi rendo conto che creerei dei problemi a quella gente». Del resto il viaggioblitz nella capitale ribelle era stato annunciato per la metà di maggio, che è già passata. Comunque Boris Eltsin si è detto sicuro che, «se ci vado, metterò attorno al tavolo negoziale le tre parti e farò firmare loro l'accordo di pace». Le tre parti sono il governo centrale, cioè se stesso, il governo di Cecenia, messo in piedi da Eltsin, e una fantomatica entità chiamata «i comandanti ribelli». Riuscite a «mettere insieme» que sti ultimi sarà un problema non piccolo. Ma Eltsin è capace di questo e d'altro ancora. Anche di evitare la guerra civile. Sempre a Omsk, ieri, ha «garantito» solennemente che, se i russi lo rieleggeranno presidente, «impedirà la guerra civile, in quanto presidente, garante della costituzione, che conosce come stanno le cose e che è capace di tenere in mano tutte le forze politiche». «Sarò io a unire tutta la nazione!», ha esclamato incontrando l'ex procuratore generale di Russia, Aleksei Kazannik, da lui Licenziato sui due piedi nel 1994, quando questi rifiutò di accettare gli ordini del presidente che aveva appena bombardato il Soviet Supremo. Kazannik gli ha chiesto, timidamente, quando metterà in esecuzione il suo decreto per la pacificazione della Cecenia, senza tuttavia ottenere risposta. Invece Eltsin, fissandolo diritto negli occhi, ha precisato che Ziuganov, il candidato comunista, non avrebbe vita facile in caso di vittoria e «ben difficilmente potrebbe mantenere il Paese in condizioni pacifiche». E, richiesto di commentare le affermazioni dei comunisti, secondo cui si starebbero preparando colossali brogli elettorali, il presidente uscente ha assicurato gli astanti che «prenderà misure per impedire qualsiasi broglio». Che - ha aggiunto - sarà «comunque impossibile, visto che in ogni seggio ci saranno rappresentanti di tutti i candidati, che seguiranno le procedure di voto e di spoglio». Nei frattempo tutte le televisioni pubbliche e quella privata Ntv dedicano in media l'80% delle loro informazioni politiche ed elettorali al presidente uscente. Invariabilmente per esaltarne la figura e la salute. I brevi flash dedicati, talvolta, agli altri candidati, sono sempre accompagnati da commenti apertamente ostili, o ironici. Il che sembra ottenere i suoi effetti. Se un mese fa Ziuganov era ancora in testa ai sondaggi, ora Eltsin lo sta superando di uno o due punti (attorno al 28%) e un sondaggio sulle aspettative degli elettori russi dice oggi che il 52% dei potenziali votanti «ritiene che vincerà Eltsin», mentre un mese fa solo il 12% era convinto di questa eventualità. Uno dei pochi a non essere convinto è Aleksandr Solzenicyn. Il quale, in una dichiarazione telefonica a un giornale svedese, ha seccamente concluso che «non c'è nessun buon candidato», aggiungendo di non attendersi «alcun miglioramento della situazione» da queste elezioni. Troppi poteri al presidente, ha insistito l'ex dissidente. «Eltsin ha più poteri e più diritti di quelli che la costituzione del 1906 assegnò allo zar Nicola II» e «noi siamo sempre di più costretti a dipendere dal presidente in persona e perfino dai suoi capricci». Giulietto Chiesa
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