«In ospedale con il terrorista che mi ha ferita»

L'Observer rivela «La strage di Cana è scattata dopo l's.o.s lanciato da un commando del Mossad in difficoltà» La donna (vittima dell attentato all'autobus 18) e Salameli, numero 2 di Hamas, sono vicini di stanza «In ospedale con il terrorista che mi ha ferita» Dana ustionata da una bomba: «Che assurdità trattarlo coi guanti» delu^erm° TEL AVIV ANA dalla sua stanza con vista sugli uliveti della vallata di Fin Karem, dove la Madonna giocava col Bambino, ieri si sentiva un po' strana. Bene, certo, lassù all'ospedale Hadassa di Gerusalemme non si era mai sentita, da quel 25 di febbraio in cui era esploso l'autobus numero 18 su cui viaggiava. Le sue grandi ustioni a tutto il corpo anzi, l'hanno fatta molto soffrire. Ogni giorno, però, da quello dell'incubo, è andate un po' meglio; ora può nutrirsi da sola, può alzarsi dal letto, le hanno promesso di uscire per il fine settimana. E soprattutto l'ha molto aiutata 1 amore della sua famiglia, di suo padre, di sua madre, degli amici, dei medici e delle infei miere. Ieri, però, l'andirivieni continuo della sua stanza era accompagnato da un brusio di fondo proveniente da una ca- nera vicina, che si assommava a quello di un'altra stanza poco lontana, fin dal mese di .iprile. Grande andirivieni di medici addetti alle cure intensive, specialisti, i migliori primari, Chi stallili; curando di tanto importante vicino a Da na, una dei 91 feriti dei due autobus esplosi in una settimana a Gerusalemme, in cui sono morte assassinate 42 persone? Appunto, stanno curando l'assassino, il capo, l'organizzatore delle due esplosioni, il mentore dei giovani con ir cinture di tritolo; l'uomo che li ha ■ 'forniti di esplosivo, che li ha portati fin là, che ha fornito loro il supporto ideologico e tecnico. E' Hassan Salameh, il numero due di rtainus cattura to venerdì sera. E' proprio lì. vicino a una delle sue vittime Poco lontano, giace, senza gambe e accecato, l'alti o micidiale terroristi- jarico 'li trito¬ lo che è saltato per aria per sbaglio un mese fa in un albergo di Gerusalemme prima di poter compiere il suo omicidio-suicidio. Dana ha gli occhi spalancati: «E' così strano... Qui si prendono cura di loro con una passione incredibile... Fanno tutto quello che possono... A Salameh, poi, dedicano un'attenzione spasmodica i migliori medici...». E che dovrebbero fare? Avrebbe preferito che lo lasciassero morire? «Oddio, è difficile dire una cosa così dura, augurare ia morte a chiunque... Eppure quest'uomo ci ha fatto così tanto male, un numero così grande di persone sono morte per causa sua, tan te famiglie sono distrutte per sempre. Insomma, forse tutta questa cura è eccessiva. E poi, se loro avessero preso uno di noi in situazione analoga, di certo lo avrebbero fatto a pezzi...». Ma almeno l'hanno catturato quest'assassino, questo non le fa piacere? «Sì, ma chissà se lo sapranno punire come si inerita... Troppe volte si dimentica presto, si lascia correre per ragioni politiche. Sopra le nostre teste si fanno tanti compromessi, anche estremi. Invece, chi ha attraversato un'esperienza come quella che ho vissuto io, certo la vive in modo diverso. E' strano, è strano quello che io vedo qui adesso mentre cerco di tornare alla vita. Lui è qui vicino, e lo trattano con i guanti». In un posto piccolo come Israele e ormai così permeato di terrorismo, non è poi strano che la vittima giaccia accanto al suo carnefice. Peres certo si aspetta che, dalle domande che lo Shabbach (i servizi segreti) potrà fare a Salameh una volta rimessolo in sesto, uscirà una verità che lo aiuti ad arrivare almeno fino alle eiezioni senza altri spargimenti di sangue. Dana, invece, ragiona con la pelle. La sua pelle bruciata dall'esplosione. Fiamma Nirenstein li terrorista Salameh [fotoreuti;r]

Persone citate: Fiamma Nirenstein, Hassan Salameh, Peres, Salameh

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Tel Aviv