L'appello di Major convìnce l'Ira di Fabio Galvano

Decisiva la rinuncia da parte inglese alla precondizione del disarmo degli indipendentisti Decisiva la rinuncia da parte inglese alla precondizione del disarmo degli indipendentisti L'appello di Major convìnce l'Ira «Accetteremo una tregua, questa volta definitiva» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Irlanda del Nord ò alla vigilia di «un avvenimento storico», dichiarano fonti dell'Ira. Il clandestino esercito repubblicano avrebbe deciso, come riferiscono i due giornali domenicali inglesi a maggiore tiratura, di annunciare mercoledì una nuova tregua: quella che dovrebbe consentire l'avvio, il 10 giugno, del negoziato multilaterale. «E' solo questione di mettere il timbro», ha fatto sapere l'Ira; e il ruolo notarile, a tre mesi dalla ripresa del terrorismo repubblicano in Inghilterra con la bomba nelle docklands di Londra, è affidato al Consiglio militare dell'Ira, i cui sette esponenti sancirebbero il nuovo corso a una riunione in programma mercoledì sera a Monaghan, cittadina irlandese presso il confine con l'Ulster. La cautela, tuttavia, è d'obbligo. Uno dei negoziatori del Sinn Féin, infatti, è andato ieri controcorrente definendo la tregua «molto improbabile» in un articolo per un giornale di Dublino, il «Sunday Business Post». «Ma non si può mai dire | mai», ha aggiunto. Per ora Londra sembra voler credere nella prospettiva di pace; anche se, in quello che potrebbe apparire come uno sgarbo nei confronti del primo ministro britannico John Major, che la scorsa setti¬ mana aveva spianato la via del negoziato con un articolo sull'«Irish Times», la decisione dell'Ira di ristabilire ia tregua sarebbe stata data venerdì sera dal presidente del Sinn Féin, Gerry Adams, in una telefonata non a Downing Street ma al primo ministro irlandese John Bruton. Il governo irlandese, secondo il «News of the World», è con¬ vinto che la nuova tregua sarà definita «permanente»: la parola che invano Londra aveva chiesto due anni fa ai capi dell'Ira, che annunciando la cessazione delle ostilità il 31 agosto 1994 l'avevano semplicemente definita «completa». Londra e Dublino erano state concordi, in questi mesi, nell'afte rm a re che senza una nuova tregua dell'Ira - dopo i numero¬ si attentati degli ultimi tre mesi - il suo braccio politico (il Sinn Féin) non sarebbe stato ammesso al tavolo negoziale. Con la tregua cadrebbero perciò gli ultimi ostacoli, poiché il Sinn Féin aveva già deciso di prendere parte alle elezioni del 30 maggio da cui dovranno scaturire le formazioni per il negoziato; elezioni che i repubblicani avevano contestato, minacciando in un primo tempo di non presentare alcuna candidatura. Alla tregua restava un ostacolo: il problema del disarmo dell'Ira. Quando Major ha chiarito la posizione britannica con l'articolo suH'«Irish Times», precisando che la questione potrà essere discussa parallelamente al negoziato multipartito senza esserne una precondizione, l'Ira si è improvvisamente trovata nelle condizioni di riaprire il dialogo. Le fonti repubblicane citate dal Sunday Mirror indicano che i sette esponenti del Consiglio militare hanno già individualmente accettato di proclamare una nuova tregua e mercoledì la formalizzeranno. «Con il governo britannico hanno precisato - restano da chiarire un paio di punti secondari. Ma non ci sono veri problemi e anche la questione del disarmo è stata risolta. Abbiamo ricevuto certe garanzie attraverso i nostri canali di comunicazione con Downing Street». Finalmente il processo di pace sembra in grado di ripartire. «John Major ci ha finalmente fornito le garanzie che chiedevamo», ha detto al Sunday Mirror uno dei sette responsabili militari dell'Ira: «Non prevediamo che andrà oltre, pubblicamente; ma ci è stato indicato che la situazione consentirà la partecipazione del Sinn Féin al negoziato di giugno». Downing Street, per ora, tace; ma il recente annuncio delle frange estremiste protestanti - i lealisti dell'Ulster Voltmteer Force hanno dichiarato che la loro tregua è «solida come la roccia» - fa ritenere che davvero le ultime incertezze siano state rimosse e che il processo negoziale, dopo tanti passi falsi, possa avviarsi. Fabio Galvano Il consiglio militare della organizzazione riunito per il sì definitivo Unico sgarbo: la decisione annunciata non a Londra ma al premier irlandese Per il premier inglese Major una svolta nell'Ulster

Persone citate: Gerry Adams, John Bruton, John Major, Monaghan