«Divento buono per Enzo Ferrari» di Enzo Ferrari

«Divento buono per Enzo Ferrari» «Divento buono per Enzo Ferrari» 7/ regista: basta scene forti, giro «Red cars» CANNES DAL NOSTRO INVIATO Non è ossessionato da particolari fobie, né attratto da pulsioni violente o distruttive: David Cronenberg, 53 anni, regista canadese di bellissimi e terribili film come «Inseparabili» e «La mosca», ha un aspetto elegante e tranquillo. Niente a che vedere con la carica trasgressiva espressa dal suo cinema, in particolare da «Crash» che ieri ha spaccato in due la platea del Festival: grandi fischi, grandi applausi, interminabili discussioni tra i critici che hanno amato o odiato il film. «Certo, qui al Festival - dice il regista - "Crash" corre il rischio di essere valutato solo in un'ottica seria. E invece io penso che la storia sia piena di momenti buffi, o almeno ironici». Basato sul romanzo omonimo di J.G. Ballard (che della versione cinematografica è letteralmente entusiasta), «Crash» descrive un incubo a base di sesso e tecnologia, un mix esplosivo di incidenti automobilistici e amplessi furiosi. «So dice l'autore - che molti per diverse ragioni potranno essere scioccati dal modo in cui il sesso viene rappresentato. A me interessava riflettere sulle nuove funzioni che, nel futuro, il sesso potrebbe assumere. Ora che è completamente scisso dalla sua funzione biologica, visto che i bambini possono nascere anche senza quest'elemento, che cosa diventerà? Come verrà ridefinito il suo ruolo?». Nel cinema di Cronenberg, il tema del mutamento è ricorrente: «Il processo della trasformazione mi attrae più di quello autodistruttivo: m'interessa il cammino che porta una cosa a diventare una cosa nuova, diversa da come era prima». Alla protagonista del film, la canadese Deborah Unger, una bionda statuaria che attraversa la pellicola con sguardi perduti e candidi reggicalze, Cronenberg ha preferito non dare troppi suggerimenti: «La verità racconta l'attrice - è che quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura sono rimasta terrorizzata: è un racconto che sfida, supera e provoca i nostri riflessi condizionati rispetto ai rapporti sociali. Non sono predisposta per questo genere di fantasie, di incubi, di ossessioni sessuali. Per recitare Catherine era necessaria una grande elasticità, sia di pensieri che di emozioni. Il regista per fortuna ci ha lasciato ampi spazi di libertà. E io sono rimasta affascinata dalla relazione che nella storia lega il mio personaggio a quello interpretato da James Spader: pur di non perdere il marito lei è disposta a entrare nel suo mondo di incubi. In fondo "Crash" parla di una storia d'amore». Anche Holly Hunter, la protagonista di «Lezioni di piano», ha subito l'incantesimo Cronenberg: «E' un regista che ha il coraggio di esplorare argomenti terribilmente provocatori. E dà agli attori la sensazione di essere amati: quando uno si sente amato è più facile che abbia voglia di sperimentare, di mettersi alla prova». Coipi intrecciati negli abbracci, ma soprattutto corpi spaventosamente mutilati e feriti: oltre che per le scene di sesso «Crash» potrebbe essere un film scandaloso anche per chi ha vissuto dal vero il terrore di un incidente. «Dipende dice Cronenberg - dalla gravità delle situazioni vissute, dalla psicologia delle persone. In certi casi "Crash" potrebbe funzionare come una terapia». Appassionato fin da piccolo di macchine e motori, il regista possiede una Ferrari rosso fuoco e spesso ha partecipato a corse automobilistiche: «Ho avuto anche degli incidenti - racconta ma quelle sono esperienze completamente diverse: se si coire in una gara si indossa un abbigliamento specifico, ci sono persone che immediatamente ti soccorrono...». Il tema del rapporto uomo-automobile lo affascina profondamente: «La gente porta le macchine come fossero vestiti, attraverso di esse dimostra la propria identità. E comunque ogni automobile esprime il desiderio umano di sfidare la realtà, di controllare il tempo e lo spazio». Sull'argomento l'autore nato a Toronto tornerà presto: «Sto lavorando a una sceneggiatura che racconta la vita di Enzo Ferrari: sarà un film sulla Formula 1 intitolato "Red cars", e stavolta non ci sarà spazio per il sesso». Cronenberg aggiunge che non si tratterà di un film «tradizionale»: precisazione del tutto superflua, per chi conosce il suo cinema. Fulvia Caprera «Sembrerà strano, ma la mia opera è piena di momenti buffi, la gente indossa le auto come vestiti». Holly Hunter: «David è un provocatore unico»; Deborah Unger: «Il copione all'inizio mi terrorizzò» Perverso «Crash»: carne e metallo, accoppiamenti e lamiere contorte, cicatrici e carezze Qui accanto Liz Taylor con il suo cane. Nella foto a sinistra una scena di «Crash», l'unico film finora visto al Festival davvero perverso e morboso, ipersessuale e ossessivo