«Sul mondo l'incubo di nuovi virus»

«I batteri sono diventati invincibili anche di fronte ai farmaci più sofisticati» «I batteri sono diventati invincibili anche di fronte ai farmaci più sofisticati» «Sul mondo l'incubo di nuovi virus» Allarme dett'Oms: faranno milioni di vittime GINEVRA. Nuove terribili malattie per cui non esistono ancora cure né vaccini. E malattie antiche come il mondo, che tornano a seminare morti. Ecco, nel nostro futuro, secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, c'è tutto questo. La «vecchia» tubercolosi, e l'Aids, il virus Eboia, e altre malattie conosciute solo dagli specialisti: negli ultimi vent'anni ne sono state registrate una trentina, nuove, ancora tutte da studiare. Un futuro spaventoso, davanti al quale l'umanità ha poche armi. L'allarme arriva dal direttore generale dell'organizzazione, Hiroshi Nakajima, e dal rapporto annuale per il 1996 diffuso in questi giorni: «Siamo alle porte di una crisi globale - dichiara Nakajima -. Nessuna nazione può dirsi al riparo da queste nuove malattie, nessun Paese può permettersi di ignorarne la minaccia». La minaccia incombe non solo sui Paesi del Terzo mondo, dove le popolazioni sono più a rischio a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie, ma anche nei Paesi sviluppati. Tutti a rischio, quindi. I dati: dei 52 milioni di persone morte complessivamente nel 1995, un terzo (17 milioni) era affetto da malattie infettive. Prime tra tutte le infezioni respiratorie, seguite dal colera e dal tifo. L'Aids è al sesto posto, con un milione di morti. Ma quei 17 milioni di decessi (50 mila persone al giorno nel mondo), sono stati provocati da malattie infettive che potrebbero essere prevenute. Alcune di queste erano ritenute ormai debellate - almeno nei Paesi industrializzati - ma hanno invece rialzato la testa, anno dopo anno: il colera, la tubercolosi, la malaria. Questi ultimi due batteri sempre secondo l'Oms - sono tornati a colpire duramente perché si sono rafforzati, hanno sviluppato una nuova resistenza all'azione degli antibiotici, sono sulla strada per diventare «immortali». Il rapporto Oms dice infatti che «gli studi volti alla scoperta di nuovi farmaci non riescono più a stare al passo con la velocità con la quale i batteri diventano inattaccabili». Gli scienziati si trovano cioè alle prese con micro-organismi «intelligenti», definiti «multi-farmaco-resistenti». La tubercolosi, ad esempio. Nel 1994 l'Oms l'ha dichiarata «emergenza globale», e ha sotto¬ lineato: «Se l'infezione continuerà al ritmo attuale, nel prossimo decennio 90 milioni di persone si ammaleranno, e 30 milioni di loro moriranno». In Italia i casi di tbc sono in aumento: 3451 nel 1992, 4124 due anni più tardi. Due soli presidi antitubercolari sono rimasti in piedi, dopo l'opera di smantellamento della rete dei servizi circondariali: uno a Milano, l'altro a Torino. E l'Oms ha deciso di avviare un programma di controllo diretto delle terapie antitbc. I ricercatori cercano nuovi modi per combattere vecchi e nuovi morbi, ne studiano le modalità di trasmissione e diffusione, ma si trovano di fronte a fat- tori sconosciuti fino a qualche decennio fa: una malattia infettiva che oggi scoppia in una certa parte del mondo, domani può manifestarsi a migliaia di chilometri di distanza, grazie agli spostamenti sempre più frequenti della popolazione e alla catena produttiva alimentare, ormai globalizzata. Nonostante il quadro apocalittico, l'Oms rileva che «lo stato di salute degli abitanti del pianeta è decisamente migliorato negli ultimi anni», se non fosse per la recrudescenza delle malattie infettive. A questo riguardo «esso è certamente peggiorato, si è fatto preoccupante». E allora, che fare? L'Organizzazione mondiale della sanità dice che sono necessarie «nuove strategie». Ma ammette che per studiarle sono necessari finanziamenti di difficile reperibilità. Per affrontare quello che sarà 'incubo delle prossime generazioni, ci vogliono ricercatori e istituti di ricerca, banche dati, indagini sul territorio. E campagne di informazione e di profilassi, e vaccinazioni a tappeto. Ma chi pagherà tutto questo? [bru. gio.l

Persone citate: Hiroshi Nakajima, Nakajima

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Milano, Torino