Priebke in aula sfila il dolore

Al processo parlano i testimoni dell'accusa: qualcuno rinuncia a deporre per l'emozione Al processo parlano i testimoni dell'accusa: qualcuno rinuncia a deporre per l'emozione Priebke, in aula sfila il dolore Nuove minacce di morte a un'ex gappista ROMA. Priebke con il nerbo di bue in mano a intimidire un prigioniero. Priebke che sovrintende alle esecuzioni delle Fosse Ardeatine. Priebke che si presenta a casa di un comune cittadino, si autoinvita a cena e poi cerca di saperne di più sulla figlia maggiore del vicino di pianerottolo, tale Spagnoletto, ebreo, ricco mobiliere. Il processo all'ultimo criminale nazista sta entrando nel vivo. E non cessano le minacce a testimoni ed ex partigiani. Il clima intorno a questo caso si sta arroventando. L'ultimo episodio ieri pomeriggio: due giovanotti armati hanno cercato di Carla Capponi, anziana partigiana comunista, una delle gappiste che lanciarono le bombe di via Rasella. I due sono scesi da una Bmw di color chiaro. A bordo sono rimasti un altro complice e un ragazzino. Si sono rivolti al giardiniere: «Cerchiamo Carla, abbiamo una busta per lei». Quando l'uomo ha sollevato lo sguardo, ha visto due giovanotti dai capelli biondastri, una busta, e - nascosta malamente - una pistola. L'uomo ha capito che qualcosa non andava per il verso giusto. Ha avuto la prontezza di spirito di negare: «No, la signora non c'è». E i due se ne sono andati masticando amaro. Addirittura uno avrebbe detto: «Ma che lasciare la busta, gli dobbiamo sparare». La signora Capponi nei giorni scorsi aveva ricevuto minacce, come anche Rosario Bentivegna e altri ex partigiani. A casa le era arrivata una lettera anonima: «Priebke sarà vendicato. Per te non c'è futuro. Paga il prezzo». Altro che serenità, insomma. La giornata era iniziata male, turbata dall'annuncio di una falsa bomba al tribunale milita.re. Una telefonata anonima che però non ha interrotto le testimonianze, ha messo in apprensione il sistema di sicurezza e ha fatto accorrere gli artificieri in via delle Milizie. Mentre i carabinieri guardavano in giro, intanto, contro l'ex ufficiale nazista si scatenavano i testimoni della pubblica accusa. E la difesa ostentava sicurezza. «Non mi sembrano questi - dirà poi l'avvocato Velio Di Rezze - i chiodi che lo metteranno in croce. Sono racconti emotivi che contraddicono verità storiche. Priebke, ad esempio, non ha mai l'atto sopralluoghi alle Fosse Ardeatine. Semmai fu il capitano Keller, che poi fece rapporto a Kappler». E' vero. E' emotivamente faticosa, dura e anche dolorosa la strada che serve a ricostruire i mesi dell'occupazione nazista di Roma. Molti testimoni non ce la fanno a dominare le emozioni. Qualcuno s'è rifiutato di venire in aula, tanto che gli avvocati di parte civile hanno chiesto di modificare qualche nominativo. Priebke, invece, resta imperturbabile. Francesco Grignetti Due uomini armati si sono presentati | a casa di Carla Capponi che partecipò | all'attentato j di via Rasella § Momenti di paura per una telefonata anonima «Una bomba in tribunale», ma era un falso allarme Mo«UIL UmROMavefacin caricergrpeanmdi msecitochchsvpotrau Nella foto a sinistra l'altoatesino Perathoner, testimone al processo Al centro Priebke Qui a fianco, un'immagine delle camere di tortura al comando nazista di via Tasso

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