«Nord-Est colpito al cuore dal fisco»

Una campagna a pagamento Battaglia contro gli ispettori di Inps, Inail e Finanza: vanno a caccia di aziende da spremere «Nord-Est colpito al cuore dal fisco» Industriali e commercianti decidono la rivolta I FUOCHI DEL VENETO ITREVISO NPS, Inail, Guardia di Finanza. Il Veneto dei miracoli, dopo il 21 aprile, all'improvviso si sente nel mirino. Colpito al cuore. Anzi, e qui forse è peggio, colpito nel portafoglio. E chissà come reagirà, di qui al 30 maggio, termine ultimo di pagamenti fiscali e condoni previdenziali. Non si dovrà, per capirlo, attendere molto. I primi segnali non mancano e non sono buoni. Fronte dei commercianti, innanzitutto. «Attento Toni, che arrivano anche da te...». L'allarme da lunedì 13 corre sul filo tra le pizzerie, i negozi, i bar di Treviso. Troppo tardi. Da Toni, pasticcierepanettiere in centro, gli ispettori dell'Inali sono già arrivati. Sono 10, arrivano da fuori per setacciare i negozi della Marca. Sono in missione speciale, ammettono all'Inail, e il nome della campagna è già tutto un programma: «Botteghe cittadine». Si andrà avanti fino al 24 maggio, data sacra alla memoria delle terre alpine, poi, facile previsione, pioveranno le multe. Un caso isolato? Apri i giornali locali e t'imbatti nella protesta a tutta pagina dell'Unione degli industriali, una delle più agguerrite e potenti d'Italia. «Inps, a chi tocca oggi?» recita lo spot a pagamento dell'associazione di 55 mila imprese, vanto del Nord-Est con i suoi 12 mila miliardi di esportazioni. «Qui a Treviso - spiegano l'Inps si è data un obiettivo, un budget ambizioso. L'anno scorso dovevano raccogliere 43,5 miliardi, stavolta di più. E se non trovano i veri evasori, il lavoro nero, che fanno? Vanno a caccia di aziende da spremere, di contestazioni nuove. Tanto gli ispettori vengono premiati per i verbali contestati, non per i quattrini che l'Inps incassa per davvero...». E qui a Treviso, tra l'altro, la guarnigione degli ispettori Inps è più folta che altrove: trenta e più unità, contro le venti di Verona, ad esempio. Inail, Inps, Guardia di Finanza. Una coincidenza? Oppure Treviso, provincia ricca e leghista, è nel mirino? «E' una tesi senza senso replica secco Antonio Amico direttore dell'Inail di Treviso -. Una cosa del genere è già stata fatta a Venezia, un anno fa. Ma non è una caccia alle streghe: spieghiamo la normativa, non tutti conoscono la legge, ed è facile diventare evasori involontari..». E Valerio Franceschini, sindacalista Uil e presidente della commissione provinciale Inps, non è da meno: «Una certa area d'evasione qui c'è. E a Treviso l'Inps non è più fiscale che altrove. Il budget? E' solo uno strumento di lavoro. Capisco che certe leggi vadano riviste, ma non tocca a noi cambiarle...». «Sarà, ma a me sembra evidente che dietro questo accanimento c'è voglia di ritorsione» tuona Giampaolo Dozzo, manager industriale, deputato leghista, il più votato nella Marca. E allora? «Picchieremo duro, già la settimana prossima. Come, non lo dico ancora... Sarà una sorpresa. Abbiamo portato gli allevatori a Montecitorio, qui non saremo da meno». Forse ci sarà la serrata dei negozi, come chiede Fabio Padovan, leader del Life, il sindacato dei padroncini più arrabbiati, quello che promet te per il 10 giugno l'assedio e l'as salto (pacifico, è la promessa) della Guardia di Finanza di Mestre. Forse qualche mossa meno clamoro sa. Ma la tensione c'è. Ed è qualco sa di più della solita telenovela tra guardie e ladri, alla caccia dell'evasione infinita: l'Inps, l'Inail, la Finanza sono anche le facce di uno Stato che stenta a capire e inter pretare i segreti di una terra ove, per dirla con il sociologo Ilvo Dia manti, i «confini tra lavoro auto nomo e dipendente sono spesso così sottili da non esser definibili». Come giudicare la piccola impresa familiare, quella dove genitori e figli in casa fanno assemblaggi meccanici, cuciono magliette oppure scarpe? Si tratta di dipendenti raa- scherati oppure di piccole imprese, nate magari dalla commessa di una sola industria ma decise a crescere, ad allargare il giro, a lavorare di più, sempre di più? «Qui da noi - spiega Giampiero Broda dell'associazione industriali - c'è gente che gira dicendo: in casa mi mancano dieci ore di lavoro. Avete niente da darmi?». Certo, non sempre (o quasi mai) è tutto in regola... «Ma l'industriale si preoccupa del lavoro, mica può fare l'ispettore...». E nella terra dove i garage della Benetton si riempiono delle Porsche degli operai, non si può andar sempre troppo per il sottile... Due mondi diversi, insomma: il regno della flessibilità e della filosofia del lavoro e quello dello Stato, deciso a far rispettare le sue regole, talvolta passate o, addirittura, arcaiche. E dall'incomprensione, certe volte, nascono situazioni anche ridicole. Come, quel che è successo l'ottobre scorso, in epoca di vendemmia a Guia di Valdobbiadene, nel cuore della terra del prosecGO. «Quel giorno - racconta Dozzo Nas, Guardia di Finanza, Inps. funzionari delle Usi hanno circondato il paese». Che cercavano? «Di tutto. Evasori, lavoranti in nero, sofisticatori alimentari e chissà che altro. Si sono messi a inseguire la gente tra i filari...». Una giornata che lassù, nella Pedemontana, si ricordano ancora. Anche a Valdobbiadene. Lì c'è un'amministrazione di centro-sinistra, ma il 21 aprile la Lega ha superato il 50%. E lì lavora l'ingegner Mario Cedolini, consigliere delegato della Acme motori, un piccolo gioiello dei motori agricoli che si trova a competere con Mitsubishi, Toyota e gli altri giganti nipponici. «Qualche anno fa - racconta - ho chiesto e ottenuto il ricorso ai contratti di solidarietà. Per me era importante trattenere i lavoratori in azienda in un momento di mercato terribile. Qui, se noi chiudiamo, tutti trovano lavoro subito, magari nell'occhialeria. Ma poi non ho più la gente giusta per ripartire. Mica s'improvvisano i meccanici, gente che lavora in fabbrica, poi va in vigna e alla sera fa occhiali in cantina...». Arrivano tutte le autorizzazioni, l'Acme anticipa i soldi («quell'esperienza - spiega - sul piano finanziario è stata un massacro»), poi arriva finalmente il decreto che autorizza l'Acme a decurtare, come prevede la legge, i contributi all'Inps. E qui capita l'assurdo. L'Inps concede l'autorizzazione solo molti mesi dopo. E, nel frattempo, rivendica la penale per aver sfruttato il decreto senza attendere la «letterina» liberatoria. «Mi chiedono interessi da strozzini - ringhia Cedolini -: il 28%. Io, allora, ho chiesto gli interessi per tutti i ritardi elio mi hanno fatto sopportare, nonostante l'ossi in regola. Questo Stato non rispetta i patti....... Casi dubbi, contestazioni severe sono numerosi, a detta degli imprenditori. Riguardano il part-time, le varie forme di flessibilità produttiva, le imprese che chiudono e riaprono in nuovi rami di attività. «I furbi, per carità, ci sono dappertutto - commenta Giampiero Breda - ma non ha senso trattare tutti come evasori. Soprattutto quando certe situazioni seno lì, ben evidenti nei libri contabili». La guerriglia, intanto, continua. Qualcuno già si è stufato e ha già varcato il confine. L'alternativa è lì a pochi chilometri, in quella Croazia ove tante famiglie stanno copiando il modello veneto. O anche più in là. L'«Alpieagles», prossima sfida veneta all'Alitalia, non a caso ha già previsto due voli settimanali da Verona per Timisoara, in Romania. Laggiù non si va di sicuro per turismo. Ugo Bertone Una campagna a pagamento degli industriali «Inps, oggi a chi tocca?» «Cercano nuove contestazioni Il loro obiettivo è superare il budget prefissato» «Nessuna caccia alle streghe Purtroppo è facile diventare evasori involontari» Deputato leghista «Picchieremo duro già dalla prossima settimana» Forse una serrata • * • i JT Un'immagine di Treviso e il documento dell'Unindustria