«Salone del libro "rosso"»

« « Salone del libro "rosso" » Ari: sembra ilfestival dell'Unità TORINO. Troppa «sinistra nella nostra vita», anche al Salone del Libro che si sta svolgendo a Torino. «Sembra di essere ad una festa dell'Unità», afferma Agostino Ghiglia, capogruppo di An alla Regione Piemonte che assicura: «Ci andremo. Potremo così gustare anche le grigliate e le piadine romagnole». Perché? Per il fatto che, a giudizio dell'esponente del centro-destra, tra gli «invitati» ai dibattiti, «gli esponenti del centro sinistra sono 22 contro 4 del centro-destra. E contando solo i nomi più noti». «Par condicio» anche qui, in questo Salone, dedicato quest'anno alla donna in letteratura? Ghiglia, citando i vari Violante, Mercedes Bresso (presidente della Provincia di Torino), Novelli, tutti dell'Ulivo, domanda: «Possibile che nessun politicuccio del centro-destra fosse in grado di intervenire in uno dei 170 dibattiti?». Immediata la replica di Guido Accornero, presidente della rassegna. «I dibattiti sono 220. In 5 giorni e mezzo. Avrei quindi ben altro di cui occuparmi». Ma risponde, definendo «leggera» la dichiarazione di Ghiglia. Sì, perché le iniziative culturali non si svolgono «su invito, ma su proposta di chi vuole intervenire». Insomma, chi partecipa è presente con una logica molto semplice e «non politica». Sono uomini e donne di cultura, case editrici, e via elencando, che «vanno al Libro». Non viceversa. Difficile trovare commenti. Qualche sorriso, lazzi, un pochino di scherno per un «politico» tra virgolette, che non conosce i «meccanismi della cultura». Nessuna dichiarazione, «per carità». L'unico, fra coloro che-abbiamo raggiunto, ad azzardare un giudizio è Sergio Chiamparino, segretario del pds piemontese, appena eletto deputato per l'Ulivo. Dice: «Anche questa è una delle tante dimostrazioni che la destra non sa reggere la sconfitta. E non solo nelle competizioni elettorali. Anche in questo caso non sa far altro che inveire. Così perde in stile e buon gusto». Per Chiamparino, dunque, più che di par condicio («Sarebbe troppo nobile») si tratta di «manuale Cencelli», di quel «libretto di vecchia memoria che "distillava" le presenze in questo o quell'ente di sottogoverno ai tempi del pentapartito». «Tutte questioni da prima repubblica. Che, sotto il profilo politico (questa volta sì) alla fine impediscono ai vari Ghiglia, e via via salendo, di far diventare la destra una vera forza di governo». Giuseppe Sangiorgio Guido Accornero presidente del Salone del libro

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