Bossi «spara»: un disastro per la Padania di Giovanni Cerruti

Ma il capo della Lega promuove Ciampi e prende tempo: valuterò il discorso di Prodi in aula Ma il capo della Lega promuove Ciampi e prende tempo: valuterò il discorso di Prodi in aula Bossi «spara»: un disastro per la Padania «Visco alle Finanze è come Dracula presidente Avis» MILANO. «Un disastro. Quando è uscito Prodi con la lista dei ministri ero in Veneto con un gruppo di allevatori e agricoltori della Padania. Per loro, visto il ministro che si ritrovano, ò proprio un disastro...». Sarà che gli allevatori veneti sono stati i primi a bussare ed omaggiare al Parlamento di Padania, sarà che la sua unica richiesta al nuovo governo era stata «un ministro dell'agricoltura padano», ma il commento di Umberto Bossi parte da qui. Il disastro. «Un democristiano di Salerno, un uomo "d'o'Sud", un amico di De Mita. Poveri agricoltori e poveri allevatori della Padania. Prodi comincia bene...». Ma la sfuriata di Bossi, forse; a sorpresa, si ferma qui. Letto l'elenco dei ministri ha poca voglia di commentare, al nome di Vincenzo Visco alle finanze si ricorda appena la battuta di Ciulio Tremoliti: «Visco alle finanze è come Dracula alla presidenza dell'Avis». Il superministero economico a Carlo Azeglio Ciampi non gli dispiace: «Bilancio e Tesoro sono due ministeri che si integrano, basta solo che non sia un alibi per andare fuor: bilancio». Bossi si è messo al vento ed è tutto un «vedremo», «valuteremo», «aspettiamo il discorso di Prodi in aula». Olimpico: «Hanno vinto ed è giusto che governino Se ci riescono». Il primo commento leghista, però, era stato di Francesco Speroni, presidente del Parlamento della Padania, presidente dei 27 senatori che da sabato si son messi sul loro Aventino in attesa di veder riconosciuto il loro nome («Lega per l'indipendenza della Padania»), nonché ex ministro delle riforme istituzionali. Aspettava di conoscere il suo successore, e invece niente. «Hanno addirittura abolito il ministero delle Riforme, bel modo di cominciare». Il secondo commento era stato di un altro ex, Roberto Maroni: «Adesso, per rimediare, s'inventeranno un sottosegretariato per le Riforme. Ma il segnale è preciso e negativo». Eppure, a metà pomeriggio, a Roma, il premier padano Giancarlo Fagliarmi aveva stupito i corrispondenti della stampa estera. Pronti a registrare altri passi sulla via della secessione leghista, si sono sentiti un sorprendente «siamo pronti a votare sì al governo Prodi se non dirà le solite cose da democristiano e nel programma inserirà il federalismo nei termini chiesti da noi. Il nostro atteggiamento dipenderà da quello che Prodi dirà in aula». Questa mattina, a Milano, il «Governo della Padania» si riunirà per mettere a punto le richieste da avanzare a Prodi. Conferenza stampa prevista per le 12,30. Nonostante quella prima condanna, «un disastro», Bossi conferma le parole di Pagliari- ni. «Vogliamo evitare il caos economico, che è la premessa della secessione. Vogliamo ragionare e discutere con Prodi. Ad esempio, secondo noi non bisogna dare una lira al Banco di Napoli e bisogna togliere i soldi stanziati per il Giubileo di Roma. Bisogna fare uno studio di efficienza in tutti gli uffici pubblici e separare giuridicamente i dipendenti in eccesso assegnandoli a lavori socialmente utili prevedendo anche il blocco delle assunzioni e la vera mobilità. Chiediamo più efficienza, o tagli. Ma non di aumentare la pressione fiscale». La Lega scommette sulle difficoltà interne al governo. «Ciampi è una persona che ras¬ sicura i mercati - dice ancora Pagliarini -. Però quando si metterà a litigare con Visco...». Si aspettano un sottosegretariato alle riforme. «A meno che non sia già quello delle pari opportunità, una per il Nord e una per il Sud», dice Maroni. Lega in attesa, come Bossi: «Per carità, io resto pessimista e nel futuro non vedo che la secessione in arrivo. Però se mi danno anche quel 5 per cento di possibilità, se mi convincono che il federalismo è possibile e ancora utile per il Paese, sono pronto a dimenticare la secessione. Ma a questo punto non dipende da me. Dipende da quel che Prodi dirà e farà». Giovanni Cerruti Il leader della Lega Nord, Umberto Sossi: ha appreso la lista dei ministri di Prodi mentre era in Veneto, con un gruppo di allevatori

Luoghi citati: Milano, Roma, Salerno, Veneto