La maison della terza età di Guido Vergani

Petrolio, trust di grandi evasori A Roma una casa chiusa per anziani con cardiotonici per i clienti La maison della terza età CHISSÀ' se Emilia Morale, «regista» della casa squillo per anziani, per attempati, per cavalieri di Vittorio Veneto scoperta e sbaraccata dai carabinieri nel romano quartiere del Casilino, aveva la «voce sapiente e complice da vecchia nutrice, il garbo paziente» delle maitresses che al Massena, al Raffaello, al Cellini, al Michelangiolo, vecchi casini torinesi, davano un senso di protezione e di umanità al giovane Mario Soldati che, pur essendo favorevole aU'«indietro non si torna», ha sempre melanconicamente rimpianto la «trouble tendresse» delle «maisons» di lusso, di battaglia o di passo, quell'oscuro sentimento d'attrazione di cui parla lo scrittore francese Francis Carco? La cronaca potrebbe legittimare una risposta positiva, un ritrattino crepuscolare: «madame» Morale teneva a portata di mano cardiotonici, medicinali per regolare la pressione e sembra facesse pagare solo ventimila lire per «sedute» che spesso si limitavano a una sbirciatina ginecologica. Non usava la ramazza, né spruzzi di flit, di ddt per cacciare i «flanellatori», l'esercito di chi non «consumava», come facevano le madame del Lavezzi di Genova e, appunto, del Ramazza di Treviso. Del resto, sembra che i suoi vecchietti fossero pronti nella scelta e, è naturale, spicciativi. Di certo, non avevano, come il parigino «Chabanais», camere a carrozza di treno letto con scuotimento da binario, arredi di fauni aggroppati e poltrone per ardite acrobazie come piacevano al quasi re Edoardo VII, le due case che, negli squallori di Marghera, accoglievano erotismi da terza età, incontri fra vedove, divorziate e pensionati. Il «giro» di Marghera parla di incontri privati, di marchette casalinghe. Emilia Morale, invece, dice di avere agito «a fin di bene», si dà un'aureola sociale perché alla smania di quel novantunenne, sorpreso a braghe abbassate, qualcuno doveva pur pensarci. Era un po' questa, insieme alla sanitaria ghettizzazione delle «battone» e all'idea del casino come palestra per le giovani sessualità minacciate dalla pederastia, la sbandierata difesa dei generalissimi e fantaccini delle «case» che, il 20 settembre del 1958, conobbero la loro Caporetto e, benché lo tentassero, non ebbero il loro Piave. Ma, da allora, e sono passati quasi 40 anni di esplodenti metamorfosi del costume, il problema è, spesso non ironicamente, ancora da prima pagina. Guido Vergani

Persone citate: Cellini, Edoardo Vii, Emilia Morale, Francis Carco, Lavezzi, Mario Soldati, Massena, Morale

Luoghi citati: Caporetto, Genova, Roma, Treviso, Vittorio Veneto