Paesi emergenti rischio che rende

IIP" IIP" Hanno tassi di sviluppo fuori dal comune, sono più dinamici, offrono guadagni elevati. I pericoli vengono dall'instabilità politica e dalla fragilità finanziaria Paesi emergenti rischio che rende FONDI PATRIMONIO COMMISSIONI COI [MIDDIUT.] D'INGRESSO Oli SI sono rimessi in cammino. I Paesi in via di sviluppo, dopo due anni di oblio, grazie al miglioramento delle loro economie, sono tornati ad attirare l'attenzione degli investitori. Che non si sono fatti pregare: gli ordini di acquisto si stanno riversando sulle Borse meno note all'intero globo. Da quella peruviana a quella dell'Indonesia, passando per i listini di Budapest e Varsavia. RENDIMENTI La prova più lampante del rinnovato interesse nei confronti dei Paesi emergenti, come sempre, la offrono le performances. Nell'ultimo anno l'indice Morgan Stanley, che tiene conto dell'andamento delle Borse mondiali, ha segnato un +50,8% circa. Di poco superiore ( + 50,9%) l'indice relativo alle Borse europee. La performance dei mercati emergenti, nonostante si siano messi davvero a correre solo a fine '95, il 29 marzo scorso aveva superato il 69,6%. LO SPRINT Le Borse con maggiore sprint? Sono state quelle di Venezuela, Turchia, Ungheria, Messico, Brasile e Argentina. Della ripresa di questi e altri listini si sono accorti anche i sottoscrittori di fondi italiani specializzati sui Paesi emergenti: in media dal gennaio all'aprile di quest'anno hanno guadagnato più dell'8,6%, contro il 6% circa incassato negli ultimi 12 mesi. E c'è chi dice: «E' solo l'inizio..». ILPIL Le previsini sul futuro andamento dei Paesi in via di sviluppo sono rosee. I potenziali tassi di crescita di queste economie non hanno davvero confronto con quelli di altri mercati. Nel corso del '96 si stima che il prodotto interno lordo della Cina possa crescere addirittura del 9,5%, quello della Thailandia dell'8,4%, di oltre il 7% quello di Corea del Sud e Malesia. Se si considera che le previsioni per l'Italia parlano di un Pil in aumento del 2%, il confronto è presto fatto. INFLAZIONE Notizie positive, poi, provengono dal fronte inflazione, i cui tassi elevati in passato hanno tenuto lontano molti investitori. Oggi, Paesi come la stessa Corea e la Malesia, ma anche Taiwan, la Thailandia, il Portogallo e l'Argentina da questo punto di vista hanno poco da invidiare alla stessa Italia. Ma le promesse verranno mantenute? Dietro l'angolo non si nasconde un'altra maxisvalutazione alla messicana? CE' LO SPONSOR I Paesi in via di sviluppo ultimamente sono riusciti a meritarsi anche la fiducia del Fondo monetario internazionale, tra i primi a parlare di una crisi messicana definitivamente alle spalle. L'appoggio internazionale ai programmi di ristrutturazione messi a punto dalle autorità del Paese del Centro America, secondo l'Fmi, avrebbero favorito la riduzione del deficit pubblico interno e un maggior controllo dell'inflazione, sebbene questa sia ancora su livelli elevati (37% la stima per il '96). E la ripresa del mercato azionario (l'indice di Borsa è cresciuto in 12 mesi dell'88%), favorita anche da un ribasso dei tassi di interesse, proverebbe la rinnovata fiducia degli investitori. CRISI RIENTRATA «La grave crisi messicana - sostiene Silvia Valentini, che segue i mercati emergenti per conto della Fondigest, la società del gruppo Cariplo - in un certo senso ha dato forza ai Paesi dell'area. Per esempio, il settore bancario messicano: tra gli istituti sopravvissuti, che hanno cioè evitato il fallimento, oggi ce ne sono alcuni di grandissimo interesse». SUD AMERICA Ma gli analisti vedono un futuro rosa anche per gli altri grandi Paesi rifili'America Latina. Come l'Argentina, particolarmente colpita dalla crisi messicana, e oggi protagonista, grazie anche al traino dell'economia Usa, di una politica attenta a ridurre il deficit commerciale. 0 come il Brasile, in cui il ritorno dei capitali esteri è già una realtà, o lo stesso Cile. «Ma l'America Latina di oggi - afferma ancora Valentini - nasconde un vero piccolo gioiello per gli investitori: il Perù». L'ASIA PARTE DALL'INDIA Per un'America che è riuscita a liberarsi dall'incubo messicano, c'è un'Asia che avrebbe finalmente sconfitto lo spauracchio inflazione. Certo, occorre distinguere tra Paese e Paese, ma per chi è alla ricerca di grandi opportunità di guadagno le occasioni non mancano. «Il processo di liberalizzazione in atto in Corea e a Taiwan - dice Giovanni Maggi, responsabile della gestione del fondo Gestielle specializzato sui Paesi emergenti nato solo qualche mese fa - rende certamente interessante la presenza su queste piazze finanziarie, dove è possibile comprare a prezzi bassi aziende con utili che non hanno confronto nel mondo occidentale. Anche se il mercato con le maggiori prospettive di crescita è l'India del dopo elezioni». FARMACEUTICA Crede in ritorni elevati dell'investimento in questo Paese, in cui si è votato lo scorso 28 aprile, anche Valentini di Fondigest: «Tra le aziende più interessanti ci sono per esempio alcune società farmaceutiche, che per la validità dei loro prodotti sono state autorizzate all'export negli Stati Uniti». Ma l'elenco dei Paesi da tenere sotto controllo nell'area asiatica, secondo gli esperti, è lungo: in cima alla lista ci sono Indonesia, Thailandia, Hong Kong, che dovrebbe beneficiare in particolare della crescita della Cina. SUDAFRICA Per il recente boom si sono meritati anch'essi l'etichetta di Paesi emergenti. Il Sud Africa, da un lato, e i mercati dell'Est europeo dall'altro, sono stati protagonisti negli ultimi tempi di un vero e proprio exploit. Il listino di Johannesburg, in particolare, si è rivelato sicuramente uno dei più efficienti tra quelli dei mercati in via di sviluppo, grazie anche all'affacciarsi di un numero sempre maggiore di società, tra cui alcuni gruppi finanziari neri. Anche se, a dire il vero, i momenti più favorevoli per gli investitori sarebbero passati, tanto che oggi c'è chi consiglia una maggiore cautela. EST EUROPEO I mercati dell'Est europeo? Sembra che per loro non ci sia limite al boom. Solo nei primi tre mesi di quest'anno, l'indice Bux di Budapest ha fatto registrare una crescita in dollari del 50%: sotto i riflettori sono finite soprattutto le blue chip del settore farmaceutico. Il Wig di Varsavia ha avuto un incremento del 44%. Settore trainante: l'alimentare. Più contenuta, ma positiva, anche la performance del Px-50 di Praga: + 11%. Risultati che trovano una conferma anche nei rendimenti annuali. Solo Mosca sembra fare parte a sé: nel primo trimestre del '96 il Moscow Times index ha subito una flessione del 7,4%. E, mentre per gli altri Paesi le previsioni parlano ancora (cautamente) di possibile crescita, nei confronti della capitale russa gli investitori rimangono freddi, preoccupati innanzitutto dalle condizioni della finanza pubblica. OBBLIGO DI CAUTELA Mosca non è sola. All'interno di un panorama piuttosto roseo, non mancano anche altri Paesi su cui gli esperti consigliano grande cautela. Tra questi, per esempio, ci sono la Turchia, su cui incombe (dopo un anno di grande crescita) il pericolo svalutazione, il Portogallo, Israele e la Colombia. Nell'area asiatica, invece, si registrano stime, se non negative, poco brillanti per la Malesia. DIFFICOLTA' E' difficile, costoso e richiede pazienza. Ma l'acquisto diretto di azioni sulle Borse emergenti non è teoricamente impossibile. La prima difficoltà da superare con¬ siste nel selezionare una banca italiana in grado di eseguire con efficienza gli ordini. Sul fronte delle spese, poi, bisogna prepararsi ad affrontare commissioni di intermediazione che mediamente si collocano intorno al 3% e spese di custodia che possono arrivare su base annua al 5%. Va poi valutata l'efficienza dei singoli mercati. Anche se ormai, sul fronte per esempio della capitalizzazione di Borsa (numero di azioni per prezzo di mercato), alcuni listini emergenti hanno superato la stessa Italia: è il caso di Malesia e Sud Africa. INFORMAZIONI Esistono poi indubbie difficoltà nel reperimento di informazioni sulle singole società: a meno di non intrattenere già rapporti diretti con il Paese in cui si intende investire, è quasi sempre necessario a questo scopo rivolgersi alla stampa specializzata o agli studi finanziari esteri. Difficoltà che proseguono quando poi si segue l'andamento dei propri titoli. Questi ostacoli possono essere rimossi rivolgendosi a una gestione di patrimoni professionale oppure sottoscrivendo un fondo comune di investimento. Su quest'ultimo fronte l'offerta di prodotti finanziari italiani ed esteri votati ai Paesi in via di sviluppo è piuttosto articolata. I più facoltosi possono rivolgersi ai fondi offshore, con sede nei paradisi fiscali e che di solito puntano a guadagni elevati, assumendosi però anche grandi rischi. Pagine a cura di CARLA FERRON CARIF0ND0 112 PAESI EMERGENTI 1.75%-0,25% CENTRALE 47 EMERGING ASIA 4,5%-0,25% .. I EMERGING MARKET EQUITYF.

Persone citate: Borsa, Carla Ferron, Giovanni Maggi, Morgan Stanley, Silvia Valentini, Solo Mosca, Valentini