Il vecchio «d'essai» non è morto Semplicemente, ha cambiato pelle di P. F.

GLI ALTRI SCHERMI GLI ALTRI SCHERMI CINEMA? NON E' SOLO IL MUSEO Il vecchio «d'essai» non è morto Semplicemente, ha cambiato pelle LA rassegna c'è e raccoglie pubblico, ma nessuno lo sa. 0 meglio, non ne sono al corrente alla presidenza della facoltà di Lettere a Palazzo Nuovo, apparentemente ignari che l'aula 12, il mercoledì pomeriggio, si trasformi in sala cinematografica. E' il solito problema degli spazi, nulla di nuovo ma neanche di risolto, come dicono i ragazzi del Collettivo Antagonista Universitario, artefici del ciclo di proiezioni «18 e lode» dallo slogan già sentito «liberiamo il tempo e gli spazi, riappropriamoci dell'Università!». Ultimo appuntamento il 22, alle. 16, con la pellicola di Ken Loach «Terra e libertà» sulla guerra di Spagna, una scelta chiaramente non casuale del collettivo che, attraverso varie iniziative, si è già occupato di temi quali il carcere, la resistenza e l'internazionalismo, gli stessi sui quali tornerà dal 10 al 14 giugno: in una struttura allestita nell'isola pedonale di via Sant'Ottavio ci saranno dibattiti, mostre, concerti e proiezioni (fra i titoli «Americani» e «La notte delle matite spezzate»). La richiesta non cambia: servono spazi di aggregazione, che nulla abbiano a che fare con disposizioni didattiche. E per la settimana di giugno l'autorizzazione è già stata data. Quello di Palazzo Nuovo è uno dei tanti casi di «cinema diffuso» che fioriscono in città e cintura. Perché il vecchio cineclub non è morto: al più, ha cambiato pelle. E l'attività cinefila non si esaurisce fra le mura del Museo del Cinema. Momenti cinematografici, ad esempio, li propone l'associazione C. Lab - Il laboratorio, affiliata Arci, nei locali di piazza Che Guevara 13 a Collegno (011/415.35.86). Mercoledì 22, alle ore 22 con replica alle 24, verrà proiettato «Materiale resistente», il video di Guido Chiesa e Davide Ferrario sul concerto a Correggio del 25 aprile dell'anno scorso con le canzoni partigiane rivisitate da gruppi come Disciplinatha, Yo Yo Mundi, Marlene Kuntz, Ustmamò e Csi. Il centro si occupa da poco di cinematografia e l'intento è di proporre, ogni mercoledì sino a luglio, film che spazino fra produzione d'autore e «cult»: immancabile «Pulp fiction» di Quentin Tarantino (nella foto), sugli schermi il 29 maggio alle 21 e alle 0,30. L'ingresso è libero per i tesserati Arci. GLI SCHERMI DELLA CONTESTAZIONE Il giorno trascorreva fra riunioni, assemblee, volantinaggi e manifestazioni. Ma la sera, per la generazione del '68, era sacra: appuntamento in piola (quelle di corso San Maurizio o di via Saluzzo, o lo storico Baronetto di via Bogino, a seconda della collocazione politica) e poi tutti al cinema. Per questioni economiche, ma soprattutto per scelta di vita, quasi mai in prima visione: si sceglieva uno dei tanti (allora) cinema d'essai che fiorivano in periferia. Ad esempio il cinema Bernini, all'inizio di corso Tassoni, dove tra il 1970 e il 1975 «Easy Riden> (nella foto) fu programmato dal signor Varvello, gestore della sala, almeno dieci volte. Al Bernini si ricorda pure la storica interruzione da parte della polizia della proiezione di «L'ora dei forni», film militante di quel Solanas che tanti anni dopo diventerà famoso per «Tangos - L'esilio di Gardel». Altra meta ricorrente era l'Eridano, in corso Casale, vicino a un'altra piola storica, le Cantine Risso allora note come «Ovetti». L'Eridano aveva a sua volta un pedigree di sala colpita dalla repressione (fu chiusa dal famoso viceqaestore Voria per impedire la rappresentazione di «Morte accidentale di un anarchico», dedicato da Dario Fo al caso Pinelli): lì, come allo Zeta di via Colleasca, i film cambiavano ogni sera e gli autori più gettonati erano i Taviani, Bellocchio, Costa-Gavras, Kubrick. Facevano parte dell'atmosfera le collette di fronte all'ingresso da parte del Soccorso Rosso d'organizzazione che difendeva gratuitamente i denunciati politici) e lo strillonaggio del giornale di Lotta comunista. Se c'era qualche soldo in più, ci si spingeva al cinema Centrale, prima sala d'essai a Torino e luogo in cui uscivano in prima visione Godard, i Taviani, ma anche il Maurizio Ponzi di «Equinozio» e lo Stanley Donen di «Il boxeur e la ballerina». Con il 1974, il Movie Club aperto in via Giusti (dietro la Questura) modifica radicalmente i gusti degli universitari impegnati. Si vedono infatti film politici (soprattutto Godard) ma innanzitutto i classici del cinema americano, i film giapponesi (la sala fu inaugurata da «Vita di O Haru donna galante») e i film di genere. Grande successo ebbero le rassegne di horror e fantascienza organizzate da Baldo Vallerò, cicli che per la verità attiravano non solo la sinistra (spettatore assiduo era il futuro assessore regionale Giampiero Leo). Poi vennero altre sale Nella prima cintura torinese altro affermato cinefonim, per la validità della programmazione e gli ormai quindici anni di attività, quello del circolo Aurora a Collegno, in via Bendini (405.27.14), organizzato dall'associazione «Suburbana». Cinquantacinque film a stagione al costo di 55 mila lire (oltre mille i soqi iscritti): si va dall'inizio di ottobre alla prima settimana di luglio, con proiezioni il giovedì e replica il venerdì alle 21. Il 17 ci sarà ((Anni ribelli» di Rosalia Polizzi: la storia, ambientata nella Buenos Aires degli Anni 50, di un rapporto conflittuale tra padre e figlia di una famiglia italiana; il 23 e 24 ((Asia, la gallina dalle uova d'oro» di Andrej Konchalowski, il seguito della prima pellicola sulla vita di Asia, adolescente russa; il 30 e 31 «Strane storie» di Sandro Baldoni. Tornando in città, il Café Liber, in via Barbaroux 25 (011/53.16.79), è attento alle esigenze cinematografiche degli associati Arci (per i quali l'ingresso è libero). Si è appena conclusa la terza stagione, con l'appuntamento fisso del martedì sera, che ha proposto pellicole da Bunuel a Truffaut, da Lizzani a Bellocchio, da Welles a Hitchcock, da Kusturica a Cassavetes. Classico panorama d'essai al quale si sono affiancate anche rassegne a tema e spazi dedicati alle produzioni di video e film-maker emergenti: tutto, o quasi, nella ormai piuttosto inconsueta visione del 16 millimetri. Il progetto è seguito dall'associazione Kino Camera e ripartirà a settembre, [t. p.] VISIONI IN LIBERTA' Sventola alta la bandiera dei pirati, «versionata» nello stile di El Paso. L'ex asilo di via Passo Buole 47 sa farsi valere anche in campo cinematografico. All'insegna, ovviamente, di un gusto per la pirateria, il Wr free-Siae e I-i le opere «fuori circuito», del tutto coerente con le sue scelte hardcore. Dentro e fuori la mitica firma «Videocitronia» si sono snocciolate rassegne, intessute preziose collaborazioni con interlocutori esteri refrattari alle situazioni istituzionali, organizzate nottate da paura. Le iniziative organizzate da Marco Farano e dal Decoder Institut, per esempio, lasciarono il segno in città, e agli incontri con personaggi di punfa del cinema della trasgressione di New York, come Nick Zedd, era normale che fra il pubblico figurassero docenti universitari. L'ultima mania è quella di proiettare materiale, nella fattispecie cortometraggi, prelevato senza tanti complimenti da Tele +. Dai prelievi è nata una rassegna, in pista dal 5 maggio a tutto giugno, in cui non mancano le chicche. Le proiezioni avvengono la domenica sera alle 22,30. Il 26 maggio e il 2 giugno tocca a una sele¬ zione di italiani, da Carlo A. Sigon a Beniamino Catena, Riccardo Giudici e Nello Correale (il 26), da Stefano Botta a Marco Salotti, passando per Francesco Ghini e Matteo Speroni (il 2). E' tutto mate""' "" naie molto recente. Il 9 tocca agli Usa, mentre Francia, Canada, Australia, Inghilterra e ancora Stati Uniti sono i Paesi di provenienza dei registi che passeranno sul confortevole schermo del proiettore videobeam il 16 e il 23 giugno. Oltre all'esperienza ormai quasi decennale di Videocitronia a El Paso, l'autogestione cinematografica cittadina annovera il Cinebarrocchio al Barrocchio Occupato (strada del Barrocchio a Grugliasco), antisala con ha una predilezione per i film famosi ricontestualizzati nella visione collettiva di sapore abusivo. Si proietta di venerdì, con inizio verso le 23. Il 24 maggio tocca a «Taxi Driver», il 31 a «La Bella e la Bestia». A proposito di film famosi, El Paso ha anche la sua classifica di presenze. La guidano (Arancia meccanica» con Malcolm Me Dowell (nella foto), «Naturai Born Killers» e l'accoppiata «Le iene» - «Pulp Fiction». [p. f.]