All'Erba e al Gabrio gestualità al femminile di Se. Tr.

DANZA DANZA NEL GIARDINO CHIUSO All'Erba e al Gabrio gestualità al femminile LA Compagnia di danza del Teatro Nuovo è protagonista, mercoledì 22 maggio all'Alfieri alle 20,45, dell'ultimo appuntamento con «La magnifica danza», un trittico di balletti. Lo spettacolo si apre con «Jardi tancat», una prima nazionale. «Jardi tancat», che in catalano significa «giardino chiuso», è l'arida terra iberica, solcata dal duro lavoro di un popolo abituato alla lotta e alla fatica. E' il lamento di antiche canzoni catalane (eseguite da Maria Del Mar Bonet) ad ispirare la coreografia, creata da Nacho Duato nel 1983, che Pompea Santoro ha allestito per l'Italia. Gli altri titoli sono «Troy game» di Robert North, fusione di arte coreutica e arti marziali, nella quale si esaltano, non senza ironia, forza e virilità della danza maschile; infine «I passi della notte» di Antonio Della Monica, magia della sera in cui tutto può accadere. Due gli appuntamenti all'insegna della danza contemporanea, della ricerca gestuale al femminile. Paola Rampone al Teatro Erba, Paola Bianchi al Gabrio: due coreografe in azione. Si intitola «Nostra Dea» lo spettacolo che Paola Rampone propone il 20 e il 21 maggio a Teatro Erba ed è una sorta di excursus storico della femminilità danzante attraverso la lente deformante delle avanguardie novecentesche, scandita sulle musiche di Bach, di Giuseppe Napoli e Francesco Verdinelli (nella foto, Paola Rampone in «Nostra Dea»). Totalmente diverso lo spettacolo che Paola Bianchi presenta con Paola Chiama ed Ezio Bosso al Gabrio (via Revello 3) il 19 e il 20 maggio. «Flatus, un canto da», questo il titolo dello spettacolo, ci porta in un mondo di coercizione, un lager, un carcere, un manicomio. Mette in scena testimonianze diverse, ma simili nella loro tragica essenza. «Il lavoro è incominciato così precisa Paola Bianchi presentando il brano - interiorizzando racconti e immagini. La drammaturgia è una narrazione lineare. E' notte, c'è l'interno di una stanza, una branda, e una goccia che cade regolare, persistente. Ci sono due donne, i loro incibi, le paure, il momento della tortura, l'attesa, il soccorso, il gioco. Ed è ancora tortura, attesa, soccorso, fino alla speranza in quel grido forte che impedisca di soffocare». Lo spettacolo va in scena con le musiche originali di Ezio Bosso, le luci di Paolo Pollo Rodighero, i costumi di Osvaldo Montalbano, la drammaturgia di Giovanna Fiorenza e la coreografia di Paola Bianchi. [se. tr.]

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