Al Central Park c'è uno stand dove si può parlare piemontese

A NEW YORK PER SCOPRIRE TORINO A NEW YORK PER SCOPRIRE TORINO Al Central Park c'è uno stand dove si può parlare piemontese ISOGNA girare l'angolo ed andare sino a New York per capire la maratona di Torino: che è cercata, ambita, spesso sognata da maratoneti di tutto il mondo, per come e quanto è bella di percorso, giusta di alternanze di paesaggio, febee di organizzazione, non ancora mastodontica di folla. Per come passa in posti d'arte e d'industria, di alberi e di case, approdando in una città di barocco e di Fiat, di fiume e di collina. A New York i trentamila della più celebre maratona del mondo affollano, nei tre giorni di una lunga vigilia, un immenso edificio presso il Central Park, e sono felici di avere accesso ad un posto dove si possono comprare gli infiniti oggettini oggettacci oggettucoli legati alla manifestazione, pagandoli il quadruplo del prezzo al quale saranno messi in vendita il giorno dopo la gara, o anche il sabato sera che precede la grande domenica, quando è già tempo di saldi per chi vuole chiudere definitivamente la sua bancarella. Bene, lì c'è lo stand della maratona di Torino, e il torinese che lo visita scopre quando è bella la corsa della sua città e quanto è stato provinciale, fesso e scialacquatore a spendere così tanto per fare la maratona di New York. La maratona di Torino ha addosso il curioso piemontesardo destino di faticare a farsi conoscere dalla sua gente, come tante cose di questa bella tormentata città. E' fra le più stimate ambite importanti tecniche maratone del mondo, ma per molti torinesi è un grande disturbo quella domenica mattina, quando di colpo sono presi da chissà quale voglia di fare cose importantissime, indifferibili, e trovare la città bloccata in qualche via per qualche minuto diventa faccenda insop¬ portabile. Sono gli stessi torinesi che a New York sono pronti a commuoversi per il passaggio della maratona, e pazienza se per tutta la mattina restano prigionieri di una strada senza potersi muovere di un millimetro, vuoi mettere New York? Chi scrive queste righe è andato a New York per scoprire Torino. Allo stand gli sembrava di sentire profumo di peperoni e di bagna caóda, ed anche di barbera giovane appena stappato. Con Chiabrera, il patron torinese, si è messo a parlare piemontese. Incontrando il veneto Bordin che ha vinto la maratona di Seul '88 ha continuato con il piemontese. Intorno fioriva il castigliano spurio della New York ormai molto ispanica. Era un po' tutto sbagliato, per capirci qualcosa bisognava andare ad Avigliana e partire per Torino, da pellegrini veri. Gian Paolo Or mezzano m

Persone citate: Bordin, Chiabrera, Gian Paolo