VETRINA INTERNAZIONALE Dal 16 maggio la grande festa dedicata a chi scrive e legge

SALONE DEL LIBRO SALONE DEL LIBRO VETRINA INTERNAZIONALE Dal 16 maggio la grande festa dedicata a chi scrive e legge RICORDI DIETRO LG QUINTE C'è un prima, un durante e un dopo, al Salone del Libro. Il prima è il tempo del programma delle ambizioni e delle sfide. Il durante è il viavai di visitatori e di autori che fanno la ruota. Il dopo è il giorno dei bilanci, felici per quasi tutti, sempre con qualche scontento («ho pagato per 8 metri quadrati, ma c'era una colonna che me ne rubava mezzo»). Ma il durante non è soltanto il passeggio dei pavoni. E' anche uno scompigliato intreccio di casualità che coinvolgono i nomi celebri come gli sconosciuti. A formare, come dimostrano gli anni passati, una sorta di galleria che ricorda una canzone di Enzo Jannacci, «Quelli che», come «Quelli che il calcio è soltanto un gioco, ma se il Milan perde tornano a casa e picchiano moglie e figli». E «quelli che» ogni anno vivono un loro Salone del Libro. Quelli che neanche un premio. Alla prima edizione, nel 1988, un signore capì dall'entusiasmo che circondava il suo ingresso, di aver acquistato il biglietto che sanciva il successo della manifestazione. Il numero 100 mila. S'aspettava, forse, almeno un libro in omaggio. Ma rimase perfino ignoto il suo nome di artefice di tanta grandezza. Appunto: era un numero, non un lettore. Quelli che così non mi va. Una signora si presentò allo stand Rizzoli e chiese una copia di «H mistero del¬ l'unghia nera» di Emilio Salgari. Non si riuscì a trovarlo. Qualcuno le spiegò che, forse, voleva «Il mistero della giungla nera». La signora si ritrasse inorridita: «Se è così non mi interessa». L'unghia nera sì, la giungla no. Forse un perfido omaggio per un parente poco amico di acqua e sapone? Quelli che scrivono ma leggono anche. Stupefacente exploit dello scrittore Giuseppe Pontiggia che, a fine manifestazione, confessa con candore di avere speso oltre un milione in libri. Stupefacente non soltanto per la cifra e il numero di titoli acquistati, ma perché uno degli sport preferiti dagli scrittori è andare a «battere» omaggi da ogni parte. Quelli che scrivono e non leggono. E' una folta schiera quella di coloro che pagano il biglietto soltanto per distribuire manoscritti agli editori, che vanno dal tema «dove va l'uomo» alla propria autobiografia romanzata. Alcuni fanno confusione tra i pacchi, per cui il direttore di Mondadori leggerà un'affettuosa lettera indirizzata a quello di Rizzoli, dove si dice: «Soltanto a lei consegno la mia opera». Ma c'è anche chi, con umiltà, s'inventa uno stand suo e posa in terra i libri stampati a pagamento e poi commenta: «Che male c'è? Sono un vu' cumprà della poesia». Quelli che niente tv. Stella Pende deve fare un collegamento per Mi- zi cura di Irene Cablati

Persone citate: Emilio Salgari, Enzo Jannacci, Giuseppe Pontiggia, Stella Pende