La coppia Argerich-Freire per Ravel, Liszt e Schubert

IL BIS DELIA DIVINA MARTHA IL BIS DELIA DIVINA MARTHA La coppia Argerich-Freire perRavel, Liszt e Schubert EDUGI dall'ottimo successo del concerto Rai di giovedì scorso, nel quale entrambi hanno suonato sotto la direzione di John Neschling, i pianisti Martha Argerich e Nelson Freire si ripresentano in pubblico. Sotto l'egida dell'Unione Musicale (serie dispari), i due artisti salgono di nuovo sul palcoscenico dell'Auditorium Rai lunedì 13 alle 21. L'interesse del concerto, come già per quello precedente, sta nella possibilità di ascoltare una strana coppia pianistica che fa faville a dispetto dei pronostici alquanto dubbiosi. Come è possibile - viene da chiedersi - far sedere accanto alla divina Martha, già passata alla leggenda per le sue bizze e il suo carisma umano e artistico straripante, un interprete misurato e dalla tecnica infallibile come Nelson Freire? Chiediamocelo pure: tanto nessuno saprà dare una risposta convincente, così come nessuno ha mai spiegato perché l'apollinea Tebaldi cantasse ancora meglio del solito a fianco di un temperamentoso come Giuseppe Di Stefano; o perché la regale Margot Fonteyn abbia raggiunto il meglio delle sue potenzialità soltanto danzando in coppia con il focoso Nureyev. Già, chissà. L'abbazia di Staffarda (a destra) ospita i due concerti di giugno previsti nella rassegna ideata da Orchestra Filarmonica di Torino e Ordine Mauriziano Per il momento godiamoci un concerto che allinea nel programma alcuni titoli decisamente inconsueti e interessanti sia per l'organico - due pianoforti, appunto - sia perché interpretati da una coppia fuori del comune. In omaggio alla presenza contemporanea delle due tastiere, si comincia e si finisce con due trascrizioni da originali orchestrali: la trascrizione, si sa, ha sempre attratto i pianisti; nel primo caso si tratta delle splendide Variazioni sopra un tema di Haydn in si bemolle maggiore op. 56 B di Johannes Brahms, l'ultimo lavoro dedicato dal grande musicista tedesco al problema della elaborazione del pensiero musicale altrui; nel secondo siamo davanti al celebre poema sinfonico La Valse di Ravel che, nonostante la riduzione, mantiene inalterata la carica di suggestione e di rapinoso mistero propria della partitura originaria. In mezzo, tre gioielli di diverse ascendenze: la grandiosa Fantaisie Suite n. 2 op. 17 di Sergej Rackmaninov, seguita dal virtuosismo del Concerto pathétique in mi minore di Franz Liszt e dal Rondò in la maggiore op. 107 di Schubert. Alfredo Ferrerò

Luoghi citati: Delia, Torino