Karadzic silura l'uomo della pace

Rajko Kasagic era stato l'interlocutore dei mediatori internazionali a Dayton Rajko Kasagic era stato l'interlocutore dei mediatori internazionali a Dayton Karadzic silura l'uomo della pace «E' un premier dannoso allo Stato e al popolo» PALE. Con una decisione che non vuole lasciare dubbi su chi comanda a Pale, il leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic, criminale di guerra e ricercato dal tribunale internazionale dell'Aia, ba destituito ieri il primo ministro dell'autoproclamata republica serba di Bosnia, Rajko Kasagic, l'uomo che aveva firmato la pace. Una decisione che denuncia la profonda spaccatura tra lo schieramento radicale, contrario a una graduale integrazione nella Bosnia, e i moderati, più propensi al compromesso. Non vi sono state reazioni immediate da Rajko Kasagic, il cui quartier generale è a Banja Luka, nella Bosnia nordoccidentale. Due giorni fa aveva rilasciato una dichiarazione al vetriolo contro gli uomini di Pale, dicendo che ormai era «un'orchestrina stonata». Da parte sua, il segretario generale della Nato, Javier Solana, ha respinto la destituzione di Kasagic che continua a considerare 'd'unico interlocutore» per la comunità internazionale. Solana ha confermato l'intenzione di recarsi oggi a Banja Luka (la principale città serba della Bosnia-Erzegovinal, per vedere Kasagic, poiché, ha dichiarato, «la decisione di Karadzic non ha valore». Karadzic nella dichiarazione ha motivato l'estromissione di Kasagic affermando che questi «non ha assolto adeguatamente ai suoi compiti di primo ministro e ha provocato gravi danni, che possono mettere in pericolo i fondamentali interessi dello Stato e del popolo». Nella dichiarazione non si faceva menzione del successore di Kasagic. Ma successivamente il vicepremier Milomir Draganic è stato nominato «presidente» ad interim del governo, al posto del primo ministro destituito. Osservatori a Belgrado hanno fatto notare che Karadzic ha preso questa iniziativa per lanciare una sfida alla comunità internazionale, che negli ultimi mesi, tentando di isolare l'ala radicale dei serbo bosniaci guidata da Ka¬ radzic e identificabile con la roccaforte di Pale, ha stabilito contatti con Banja Luka e con Kasagic. Questi appariva disponibile al dialogo con le forze dell'Ifor e con coloro che in questa fase puntano ad una applicazione di tutte le clausole di Dayton, in particolare per quanto riguarda le elezioni. La rimozione di Kasagic può anche essere vista come una sfida al presidente serbo Milosevic, dato che Kasagic era considerato un suo protetto. «Consideriamo questo fatto come un colpo oltraggioso e una minaccia agli accordi di Dayton - ha dichiarato Colum Murphy, portavoce del responsabile internazionale per la parte civile degli accordi di pace. Cari Bildt -. Abbiamo lavorato con le forze moderate, aperte e sane e ci sentiamo più che dispiaciuti nel vedere queste forze ancora una volta sotto attacco da Pale». Ma sempre secondo gli osservatori a Belgrado, l'estromissione di Kasagic potrebbe anche avere scarse conseguenze pratiche. Infatti l'anno scorso Karadzic adottò un analogo provvedimento contro il capo delle forze armate serbo bosniache Ratko Mladic, ma il provvedimento non divenne mai esecutivo e ben presto venne «dimenticato». E Mladic è tuttora il capo delle forze armate. Kasagic d'altra parte ha buoni motivi per sentirsi tranquillo a Banja Luka, dove Karadzic non può andare perché rischierebbe l'arresto (in base al mandato di cattura spiccato dal tribunale sui crimini di guerra dell'Aia). A Banja Luka, principale città serba della Bosnia, è di stanza un consistente contingente dell'Ifor. Di conseguenza, secondo gli osservatori, Kasagic potrebbe ignorare il provvedimento della presidenza. Il Parlamento di Pale aveva già tentato di destituire Kasagic, ma la manovra era fallita. Nei giorni scoisi invece un gruppo di parlamentari, 27 su un totale di 84, aveva pubblicamente manifestato appoggio a Kasagic. [Ansa-Agi) Il segretario della Nato «La decisione non ha valore» Un'immagine di donne bosniache a Gorazde e del primo ministro silurato, Rajko Kasagic

Luoghi citati: Aia, Banja Luka, Belgrado, Bosnia, Dayton, Pale