Un «avviso» per la Gandolfi di R. M.

Un «avviso» per la Gandolfi Milano, continua il braccio di ferro tra la maggioranza e le opposizioni Un «avviso» per la Gandolfi Sull'ex assessore leghista l'accusa di corruzione MILANO. Da una parte il sindaco, deciso a resistere. Dall'altra l'opposizione unita che non demorde e punta a trovare entro lunedì le 31 firme per dimissionare la giunta leghista. Va avanti, a palazzo Marino, il braccio di ferro tra la maggioranza (leghista) che non c'è più e la minoranza che ancora non ha i numeri (i 31 consiglieri) per mandare a casa Formentini dopo l'ultimo scandalo, quello delle polizze assicurative comunali che hanno visto coinvolti l'ex assessore Cristina Gandolfi, il vicesindaco Malagoli e altri 5 assessori. Ma non è finita qui. Ieri mattina, proprio sulla testa bionda dell'ex Gandolfi è arrivata un'altra tegola: un avviso di garanzia per corruzione che aggrava la posizione giudiziaria dell'ex assessore all'Economato che tre giorni fa era stata sospesa dall'incarico dalla magistratura che le contestava il reato d'abuso d'ufficio. Corruzione, dunque. La Finanza, durante le indagini e le perquisizioni nello studio dell'ex assessore e in quello del marito Mario Fusani, nella sede della Jardine Insurance Brokers, cliente dello studio legale GandolfiFusani nonché broker scelto per gestire le polizze del Comune (valore 18 miliardi), ha scoperto una parcella e una fattura (totale 25 milioni) che confermerebbero i rapporti tra lo studio legale e la Jardine. Si aggrava la posizione dell'ex assessore, contro di lei, sembra, c'è la testimonianza di un impiegato della Jardine. Ma Formentini non cambia la sua versione: «L'eventuale responsabilità di un singolo assessore si può trasformare in questione morale solo se questa trovasse protezione o connivenze da sindaco o giunta, ma questo non è il nostro caso». Come dire: se la Gandolfi ha sbagliato, se le famose polizze sono state assegnate a un broker «amico» che proprio nella Gandolfi (e marito) aveva il proprio legale, beh, cosa c'entrano la giunta e il sindaco che non sapevano? C'entrano, eccome, replicano le opposizioni: «Possibile che nessuno denuncia Umberto Gay di Rifondazione - sospettasse su strane connessioni, su certi personaggi che compaiono nella vicenda polizze, Pietro Scaringi, per esempio, oggi amministratore delegato della Jardine ma in passato dipendente dell'Ina assicurazioni, o Alberto Fasano, ex dipendente del settore economato del Comune, quello gestito dalla Gandolfi, che nell'estate '95, nei giorni in cui è stata istruita la pratica polizze, si è dimesso per passare alla Jardine?». Insomma, per la minoranza non c'è alibi che tenga. Ribadisce Riccardo De Corato di An: «Dopo l'avviso di garanzia per corruzione per la Gandolfi, chi appoggia la giunta ha ben pochi argonenti». E le parole del senatore di An vanno al cuore dei tre supporter che, insieme ai ventisette consiglieri leghisti superstiti, potrebbero consentire a Formentini di conservare la poltrona - se non firmeranno, come hanno finora dichiarato di voler fare, la mozione di sfiducia - e cioè Bassetti, Hutter e Conti, un popolare, un indipendente e un ex leghista. «Mi chiedo - spiega De Corato - come Bassetti possa chiudere due occhi su ciò che sta succedendo e come Hutter possa dimenticare le battaglie fatte sulla questione morale negli anni di Tangentopoli», [r. m.]

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