Un «amico» di Clinton nel giallo Phoney money di Claudio Laugeri

La «nuova P2» sotto accusa ad Aosta La «nuova P2» sotto accusa ad Aosta Un «amico» di Clinton nel giallo Phoney money Interrogato Paolo Berlusconi parte lesa «Mi avevano proposto un affare-truffa» Gianmario FerrAOSTA. La «macchina» dello truffe scoperte con l'inchiesta «Phoney money» avrebbe dovuto travolgere anche Paolo Berlusconi. «Due personaggi sono venuti a proporre un investimento per il mio gruppo, ma non abbiamo accettato. Le condizioni non ci sembravano realistiche» dice il fratello dell'ex presidente del Consiglio all'uscita dall'ufficio del sostituto procuratore di Aosta David Monti. Il magistrato lo ha convocato come «persona informata sui fatti». Tre quarti d'ora di colloquio, poi qualche risposta ai cronisti: «C'era un'organizzazione che andava in giro a proporre operazioni. Il mio è stato uno dei tanti gruppi finanziari contattati. Tutto qui». Il manager dell'impero di famiglia glissa sui nomi dei «brokers» che lo avevano contattato: Domenico Presacane, ex ufficiale della guardia di Finanza e funzionario del ministero delle Partecipazioni Statali; Girolamo Scalesse, detto «il professore», l'uomo che avrebbe ideato (assieme ad altri) i meccanismi finanziari delle truffe e dei riciclaggi scoperti dalla procura aostana. Entrambi finiti in carcere. «Chi le ha combinato l'appuntamento?» ha chiesto il pm Monti, «Non lo so, ma lo posso chiedere alla mia segretaria. Permette?» è stata la risposta di Berlusconi, telefono alla mano. E così è spuntato il nome di don Aquilante un sacerdote che lavora al Vaticano. Nelle telefonate intercettate dalla magistratura, alcuni «indagati» parlano di lui come del «nuovo Marcinkus». All'inchiesta «Phoney money» se ne sovrappone un'altra, che il magistrato ha soprannominato «Operazione lobbing». L'ipotesi di reato: associazione segreta con attività che interferiscono con quelle delle istituzioni. Nel registro degli «indagati» ci sono già una mezza dozzina di nomi. Tra questi, Gianmario Ferramonti, ex componente del consiglio di amministrazione della finanziaria leghista «Pontida fin», buon conoscente di ambasciatori, giornalisti, politici, vertici delle forze dell'ordine e 007 di vari Paesi. E dell'italoamericano Enzo De Chiara, assiduo frequentatore di salotti e palazzi romani e abbastanza amico di monti Bill Clinton da avere in tasca lettere firmate dal presidente americano. A lui era indirizzato il fax inviato negli Stati Uniti da Ferramonti il 25 novembre del '93. Il faccendiere italiano voleva avvertire l'amico d'Oltreoceano di una riunione prevista per il giorno successivo: il Consiglio dei ministri avrebbe discusso la possibilità di modificare la legge sull'incarico di «supervisore» dei servizi segreti. Una «limatura» che avrebbe consentito di affidare quel controllo a Pino Arlacchi, già componente della commissione antimafia e di quella d'inchiesta sulle stragi. Ferramonti definisce Arlacchi «amico di Violante, un pericolo mortale per l'Italia» e chiede al destinatario «Fai tutto quello che puoi per impedire questo». Un fax che ha fatto finire i nomi di De Chiara e Ferramonti sul ^fe registro degli «inmÈ dagati». Sull'agenda (sequestrata un Wm mese fa) di De Chiara ci sono decine di nomi. Molti sono già sfilati negli uffici della procura di Aosta per spiegare i motivi di questa conoscenza e il tipo di frequentazione con quell'uomo. Ieri pomeriggio è toccato al direttore de «La Stampa», Carlo Rossella: «Certo, ho conosciuto De Chiara in America, quando lavoravo per "Panorama". Era ben introdotto negli ambienti diplomatici. Avevo rapporti con lui come ogni giornalista può averne con le proprie fonti. Credo che Ferramonti e De Chiara fossero amici. Non sapevo nulla di questa attività occulte sospettate dal magistrato. Mi sembra che la procura di Aosta stia lavorando molto bene, con indagini approfondite. Penso che in questi giorni raccoglierà anche le dichiarazioni di altri giornalisti». Oggi il magistrato interrogherà come «persona informata sui fatti» l'ex amministratore delle Ferrovie, Lorenzo Necci, e l'esponente di An Giuseppe Tatarella; per domani è previsto l'arrivo in procura di Ernesto Pascale, amministratore delegato della Stet. In questi giorni, poi, il sostituto procuratore Monti potrebbe anche decidere di convocare l'ex pm di Mani Pulite Antonio Di pietre Argomento: i contatti con Gianmario Ferramonti. Claudio Laugeri G F^fe mÈ Wm Gianmario Ferramonti

Luoghi citati: America, Aosta, Italia, Pontida, Stati Uniti