«Scalfaro, vieni a Mantova»

«Scalf aro/ vieni a Mantova» «Scalf aro/ vieni a Mantova» / lumbard: visita il parlamento del Nord LA GUERRA DEI NERVI Lm ROMA m ULTIMA trovata è proprio di Umberto Bossi. Ieri sera, quando la delegazione leghista è salita al Quirinale, la formazione doveva esser questa: Giancarlo Pagliarini primo ministro di Padania, Francesco Speroni presidente del Parlamento di Padania, Roberto Maroni portavoce del Comitato di liberazione della Padania. Lui, sdegnosamente, no. Speroni aveva il solito aereo per tornare a Busto Arsizio e l'ha sostituito il vice Donato Manfroi, senatore di Belluno. Missione comunque compiuta. Al Presidente della Repubblica Scalfaro, nientemeno, hanno «rivolto formale invito a visitare il Parlamento di Padania». E la giornata del no di Violante e del no di Mancino, delle quattro bolle di accompagnamento bruciate da Pagliarini e dal deputato bresciano Daniele Molgora, del provocatorio invito a Scalfaro, per i leghisti è diventata una prima e ottima giornata. «Per noi la XIII Legislatura meglio di così non poteva cominciare», dice l'entusiasta Pagliarini. Sono le prove generali dell'opposizione. Le prove generali di una Lega di governo in Padania e di beffarda opposizione a Roma. Il regista è ovviamente Bossi, ma i suoi attori non hanno certo bisogno di leggere il copione. Molgora, ad esempio, ha quasi improvvisato. «La verità è che siamo tornati indietro di quattro anni dice Maroni -. Democristiani dappertutto, Biondi e Mastella vicepresidenti della Camera proprio come nel '92, e noi da soli a fare l'opposizione. Ma alla nostra maniera, s'intende». Nel '92 addirittura con il cappio agitato da Luca Leoni Orsenigo. O con i senatori che inventano l'ostruzionismo al¬ la formica, o alla giapponese, un passettino dopo l'altro, lentissimi, esasperanti, dal loro scranno l'ino all'una per la votazione. Nel '92, la notte del voto. Bossi aveva dato la linea ai suoi 55 deputati e 25 senatori: «Andiamo giù a piantare un cuneo grosso così nel cuore del sistema». Fatto. Incassati i due no di Violante e Mancino, da ieri cominciano la loro partita romana puntando sul nome «Lega-Padania» a Montecitorio. Prima dell'elezione Violante aveva discretamente chiesto se per caso avessero deciso di sventolare in aula striscioni indipendentisti. Nessuno ci aveva pensato, ma quando il vicecapogruppo Mauro Michielon ha saputo della preoccupazione di Violante un pensierino l'ha fatto. Nulla è però successo, i leghisti neppure erano in aula al monento del suo discorso. Anche perché obiettivo vero della Lega era portare il no- me «Padania» in Parlamento, ottenere visibilità. Fatto? Ancora Maroni: «Quando Bossi ha parlato di Padania, all'inizio della campagna elettorale, dunque non più di due mesi fa, tutti giù a ridere. Poi s'è visto come è andata il 21 aprile, si è visto anche de Mita in tv parlare di Padania e adesso la Padania è in Parlamento. Di più: questa legislatura si è aperta con un lungo e dotto dibattito sul termine Padania, ed è bastato seguire quel dibattito per capire che qui il problema non è far saltare i nervi a nessuno. Qui non gli è saltata la testa, gli è saltata la bussola. Proprio come quattro anni fa. Mi sa che sono già in mano nostra e non se ne sono ancora accorti». Con Scalfaro, invito al Parlamento di Padania a parte, i tre leghisti della delegazione (Padana?) hanno confermato che la loro opposizione sarà «dura e seria». Gli uomini li hanno, la fantasia pure. Speroni, dopo il primo intervento di Violante, va in giro con il bersaglio del tiro a segno al collo. 0, sempre Speroni, che per spiazzare i commessi del senato si presenta con giaccabeige con maniche corte su camicia bianca con maniche lunghe. Opposizione beffarda. «Ma dopo il no al nome "Lega-Parlamento della Padania" o "Lega-Padania indipendente" assicura Maroni - con un pizzico di intolleranza in più». E le bolle d'accompagnamento bruciate sono appena un assaggio. Giovanni Cerruti «Hanno detto sì ai monarchici per anni, adesso hanno paura» Pagliarini-show: i rapporti tra gli uomini non dovrebbero essere guidati da commi, articoli, cavilli pensi che libertà e indipendenza siano dei valori?». E Veltroni: «Col 26% una minoranza non può arrogarsi il diritto di scegliere...». Pagliarini: «Padania indipendente non va bene?». Veltroni: «Non credo». Pagliarini: «E allora sai come lo chiameremo il gruppo? "Lega come cazzo vuole Violante"!». Veltroni ironico: «Mi sembra un po' lungo...». E Pagliarini: «Potremmo fare una sigla: LCCW...». «Hanno detto sì ai monarchici per anni, adesso hanno paura» Pagliarini-showgli uomini nonguidati da com

Luoghi citati: Belluno, Busto Arsizio, Mantova, Roma