«Nessuna guerra con il Cavaliere» di Fabio Poletti

«Non abbiamo mai preso di mira il Berlusconi politico Ma se ci sono illeciti...» «Nessuna guerra con il Cavaliere» D'Ambrosio: operazione pronta da tempo IL VICE DI BORRELLI GMILANO IORNI di fuoco eh, dottor D'Ambrosio... «Va bene, va bene. Finché l'ufficio lavora va tutto bene». Beh, sette arresti targati Fininvest in un giorno solo... «Ci pensavamo da tempo. Sa, non ò cosa da poco quando si decide di arrestare qualcuno. E poi ci eravamo imposti di rispettare un limite di tempo». Quale? «Tra poco Mediaset sarà quotata in Borsa. Non si poteva intervenire dopo, non potevamo penalizzare i piccoli risparmiatori ». Certo. Però quando si parla degli affari di Berlusconi e delle mazzette della Fininvest, sono sempre; i top manager che pagano. Ieri sette in un colpo solo. Sia Berlusconi che Confalonieri sostengono che l'unica loro colpa è che lavorano in Fininvest... «li cosa possiamo fare'' Non possiamo certo arrestare Berlusconi, è un parlamentare...». Berlusconi dice che c'è un accanimento contro di lui e le sue aziende. «Assolutamente no. Le nostre inchieste riguardano la Fininvest perché la Fininvest è a Milano». Già, e le altre aziende? Sono diverse? «A volte, guardando certi bilanci societari, certe carte, mi viene in mente che sia tutto un déjà vii. Tutte le aziende che hanno una struttura verticistica si comportano allo stesso modo, usano gli stessi metodi». Appunto. E le altre? Ci vorrebbe la par condicio... «Dipende da altre procure. Noi facciamo il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto. Qui a Milano abbiamo imparato a non fermarci davanti a nessuno». Sembrerebbe davvero così, dopo 4 anni di Mani pulite... «Non solo. Non ci siamo ferma- ti con il Banco Ambrosiano, con le inchieste su Roberto Calvi, su Michele Sindona, sulla loggia P2. Certo, poi è arrivata Mani Pulite. Guardi quello che succede in questi giorni: le nostre inchieste sui militari, quelle sullo spettacolo. Sembra che non ci sia settore immune da certe cose». E poi c'è la Fininvest. «C'è anche la Fininvest». Dica la verità: non è che le indagini sul Biscione hanno avuto un particolare impulso da quando Silvio Berlusconi è entrato in politica? «Assolutamente no. Abbiamo iniziato ad indagare su di lui quando era un imprenditore e basta, un privato cittadino. Non si parlava ancora di politica quando ci capitarono le prime indagini sulle sue aziende. Ricorda?». Ma poi Berlusconi è sceso in campo, in 3 mesi ha fondato Forza Italia, è diventato presidente del Consiglio, ed è iniziata la guerra... «Guerra? E' stato Berlusconi quando è entrato in politica a farci la guerra. E' stato lui a metterci contro il ministro Mancuso e guardiamo come è finita, è stato ancora lui a dire quello che ha detto insieme a Cesare Previti sui magistrati di Milano. Noi facciamo le nostre inchieste e basta». Senza guardare in faccia nessuno. «Ci occupiamo solo degli eventuali illeciti penali commessi da aziende. E se poi abbiamo le prove di questi illeciti ci muoviamo, chiediamo i rinvìi a giudizio, andiamo a fare i processi». Anche quando le aziende sono dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusco¬ ni? «Lo ripeto: noi ci occupiamo delle aziende perché pensiamo che abbiano commesso degli illeciti penali. Il suo ingresso in politica non ci tocca, nè ci potrebbe toccare. Anche se qualcuno, Montanelli se non sbaglio, ha detto che così avrebbe firmato la sua fine». Un'indagine lunghissima, questa sulla Fininvest. Quasi eterna. Secondo lei come finirà? «Nel modo più naturale possibile». Fabio Poletti

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