L'arcivescovo Mondo, aiutaci ma senza armi
L'arcivescovo L'arcivescovo «Mondo, aiutaci ma senza armi» ROMA. Un intervento della comunità intemazionale che sia deciso e tempestivo, ma che non si fondi sull'uso delle anni. E' quello che auspica mons. Michael Francis, arcivescovo di Monrovia, per la soluzione della crisi liberiana. Secondo il presule, inteqjellato a Roma dalla rivista «Mondo e Missione», non è di un intervento militare che la Liberia ha bisogno per ritrovare la pace. «Quando dico che la comunità intemazionale deve esercitare con tutti i mezzi una forte pressione sui "signori delln guerra", mi riferisco ai mezzi economici, diplomatici e umanitari». Mons. Francis è stato costretto ad abbandonare Monrovia dopo che gli scontri si sono estesi al quartiere che ospita l'arcivescovado. «Non abbiamo bisogno di altri uomini in armi in Liberia, è sufficiente l'Ecomog (il contingente di 7 mila soldati dell'Africa occidentale, ndr). Chiodo però che la comunità internazionale fornisca assistenza logistica, mezzi di trasporto ed equipaggiamento ai militari dell'Ecomog». Mons. Francis denuncia: «Dal '92 l'Onu ha proclamato l'embargo sulle vendite di armamenti alla Liberia, ma le anni continuano a entrare nel Paese. So che non è facile, ma la comunità deve individuare i commercianti stranieri implicati e imporre loro di smetterla». «Chiediamo inoltre - conclude l'arcivescovo - che gli enti umanitari utilizzino il canale della Chiesa per la distribuzione degli aiuti. Appena cesseranno i combattimenti e riaprirà l'aeroporto, tornerò in patria per continuare questo lavoro».
Persone citate: Michael Francis
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