«Scorta selvaggia», doppio incidente a Roma

«Scorta selvaggia», doppio incidente a Roma Due morti nello scontro con una «gazzella» dell'Arma. Ragazzo in motorino falciato da una vettura blindata «Scorta selvaggia», doppio incidente a Roma Polemica per l'eccesso di «auto blu». Costa: signori che si credono onnipotenti IL CODICE VIOLATO IROMA NCIDENTI a raffica, sulle strade di Roma, l'altra sera. Protagoniste le auto delle forze di polizia. S'è salvato per un miracolo un ragazzo di vent'anni, Marco Bulgarelli, che a bordo del suo motorino si stava avviando al verde del semaforo: l'ha falciato l'auto blindata dove erano i magistrati palermitani Roberto Scarpinato e Maria Teresa Principato. Sono morti invece sul colpo i due occupanti di una vecchia Ritmo, Maurizio Stea e sua madre Aurora, presa in pieno da una gazzella dei carabinieri. Ed è polemica. L'onorevole Raffaele Costa, liberale di Forza Italia, si scaglia contro «questi signori che credono di essere onnipotenti». Un consigliere regionale Verde, Angelo Bonelli, critica la sovrabbondanza di scorte inutili. Ma le parole più dure, e forse anche le più pacate, vengono dal padre del giovane investito, che dice in romanesco sulla porta dell'ospedale: «Bisogna fargli da' una calmata...». L'incidente che ha coinvolto Marco Bulgarelli è il più drammatico, ma anche quello più fortunato. Sulla via Ostiense, all'altezza dei Mercati generali, il ragazzo in motorino è fermo al semaforo. Per fortuna ha il casco. Quando il semaforo diventa verde, molto lentamente parte. Non si accorge che sta arrivando a sirene spiegate un corteo di auto blindate. A bordo ci sono due giudici antimafia palermitani che stanno correndo verso l'aeroporto. L'impatto è terribile. Il ragazzo, davanti agli occhi terrorizzati di molti automobilisti e degli stessi giudici, è sbalzato in aria. Ricade pesantemente. A questo punto tutti corrono in suo soccorso, ma la scorta costringe con le armi in pugno i due magistrati a risalire sull'auto e parte più veloce di prima. Resta ad aspettare l'ambulanza, mentre il ragazzo è a terra e si lamenta, la seconda macchina di scorta. Bulgarelli è trasportato al Centro traumatologico, dove ieri verrà operato. Ha diverse fratture e la milza gli è stata asportata. «Purtroppo - commenta amaramente il padre - questo tipo di incidenti è diventato all'ordine del giorno. Sono convinto che bisogna cambiare qualcosa. Mio figlio ha una frattura occipitale, per fortuna che aveva il casco, altrimenti... Non ho capito bene se ha una spalla fratturata. Forse ha anche una gamba rotta». L'incremento esponenziale delle scorte, - ieri l'ennesima polemica sulla scorta di Vittorio Sgarbi ha scatenato la prima interrogazione parlamentare a cura dell'on. Luigi Saraceni, dell'Ulivo - infatti, ha moltiplicato anche gli incidenti stradali. Le auto blindate, si sa, si disinteressano dei semafori o degli incroci. Ma l'arrivo di un convoglio di blindate qualche volta sorprer ■'.e passanti e automobilisti. Sono innumerevoli i micro-incidenti: a via Cavour, nel novembre scorso, un'auto che procede contromano manda all'ospedale una ragazzina, Claudia Salvatori. Altro incidente, pochi giorni dopo, tra una volante e un motorino con due ragazze a bordo. Finisce all'ospedale Giuseppina Castelli. Nell'ottobre scorso, poi, un incidente mortale. In viale Pilsudski, ai Parioli, una vettura di polizia falcia Alessandra D'Ottavi, 34 anni, adattrice di programmi televisivi. La sua storia fece grande impressione perché la donna aveva perso il fidanzato, otto anni prima, in un incidente identico. Anche lui vittima di un'auto blindata. E il fatto fece ancor più rabbia perché l'investitore stava tornando in garage. Non poteva accampare esigenze di sicurezza. Di qui la polemica sugli abusi degli autisti. Secondo Costa, «se questi l'atti fossero addebitabili a conducenti qualsiasi, sarebbe scattato l'arresto». Ieri il procuratore aggiunto della Pretura, Gianfranco Amendola, ha iscritto al registro degli indagati per omicidio colposo il carabiniere che ha investito e ucciso Maurizio Stea e la madre. Francesco Grìgnetti L'ex ministro Raffaele Costa protagonista di una lunga battaglia contro le «auto blu»

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