LA STAFFETTA di Massimo Giannini

LA STAFFETTA LA STAFFETTA ARRIVATO al suo traguardo finale, il governo Dini chiude il cerchio della sua «esistenza» con lo stesso atto che ne aveva sancito la nascita: una «manovrina». Fu infatti proprio una manovrina da 24 mila miliardi, varata in un cupo febbraio del '95, ad inaugurare il «viaggio» di Lamliertow a Palazzo Chigi. E' oggi un'altra manovrina, questa volta da circa 12 mila miliardi, a suggellarne la fine. Al di là della curiosa coincidenza, il premier uscente abbandona la scena con un gesto di responsabilità, poiché tura lui stesso una falla imprevista, che si è aperta nei conti pubblici durante la «sua» Presi¬ denza del Consiglio. Eppure,proprio in questo momento, in quel gesto qualcosa suona strano. Intanto c'è la sorpresa. Perché ormai da più d'un mese Dini andava ripetendo che delle misure aggiuntive per riportare il deficit pubblico entro i 109 mila miliardi previsti dal Documento di programmazione «se ne dovranno occupare il nuovo governo e il nuovo Parlamento». E del resto, solo due settimane fa, il 29 aprile, il candidato premier Romano Prodi s'era dichiarato pronto a sua volta a ricevere il «testimone» dal suo predecessore. Massimo Giannini CONTINUA A PAGINA 3 PRIMA COLONNA

Persone citate: Dini, Romano Prodi